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“Mamma li Turchi”, i manifestanti contro la “faziosità della Rai”

La contestazione al motto di “Mamma li turchi”, è rivolta alla tv, rea d’aver “taciuto e minimizzato la condotta criminale del governo turco”

Un centinaio di persone, ieri pomeriggio, mercoledì 2 dicembre, hanno presidiato gli studi Rai di viale Giuseppe Mazzini, per denunciare “oscurantismo” e “faziosità” del servizio pubblico sul tema della crisi siriana. La contestazione, nata da quelle che i manifestanti chiamano “le nefandezze di Ankara” – ironicamente stigmatizzate dallo striscione “Mamma li turchi” -, è rivolta ai nostri organi di informazione rei d’aver “taciuto e minimizzato la condotta criminale del governo turco”. Un j’accuse senza esclusione di colpi che vede nel servizio pubblico il primo responsabile poiché, in quanto tale, dovrebbe garantire un’informazione imparziale. Gli episodi invocati dalla folla sono molteplici. Dagli omicidi della giornalista inglese Jacky Sutton e dell’avvocato del PKK Tahir Elci, all’abbattimento del jet russo ad opera della contraerei turca a causa di un presunto sconfinamento. Per ognuna di queste tragedie, a parer dei manifestanti, la Rai avrebbe offerto una ricostruzione parziale a favore di Ankara.   
 
Secondo Alfredo Iorio, leader del Movimento Sociale Europeo, e Nicola Colosimo del Fronte della Gioventù, animatori della contestazione, “la Turchia moderna, laica ed occidentale che media e politica ci raccontano non esiste”. A sostegno di questa interpretazione la piazza denuncia non solo gli omicidi e l’abbattimento dell’aereo russo ma anche “i finanziamenti turchi all’Isis”. Che “l’Isis è finanziato da individui di 40 Paesi, inclusi alcuni membri del G20”, lo aveva rivelato Putin, lo scorso 16 novembre ad Antalaya (Turchia), in occasione del summit internazionale, indicando proprio la Turchia come partner commerciale occulto dello Stato Islamico.  “La guerra sporca e il doppiogiochismo della Turchia sarebbero evidenti a tutti se, in Italia, non vigesse il pensiero unico ed i media non tacessero le verità più scomode”, tra cui, concludono Iorio e Colosimo, il fine politico della Turchia. E cioè “fermare Putin e interrompere il riavvicinamento tra Europa e Russia in seguito ai fatti di Parigi”.

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