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Mai annullato l’anello piscatorio di Benedetto XVI? Le inspiegabili reticenze della Santa Sede

Contrariamente alla tradizione, l’anello del pescatore di Benedetto XVI non era stato spezzato, ma era stato annullato solo con la rigatura

Anello piscatorio

Il mondo era ancora frastornato dalle presunte dimissioni giunte come “un fulmine a ciel sereno” di papa Benedetto XVI, mentre si affastellavano, giorno dopo giorno, le conferenze stampa tenute dal rassicurante portavoce della Sala Stampa vaticana, il gesuita Padre Federico Lombardi.

Il 9 marzo 2013, padre Lombardi dichiarò testualmente ai giornalisti: «Questa mattina ho visto coi miei occhi tre sigilli “biffati” (rigati, n.d.r.). E’ stata fatta effettivamente l’operazione di annullo di tre cose: l’anello del pescatore, che esiste in due forme, una è proprio l’anello che il Papa porta al dito e una la riproduzione di questo anello su un sigillo. Tutte e due sono state annullate, anche quella che il papa portava al dito».

Padre Lombardi proseguiva poi descrivendo altri sigilli di piombo e matrici come tutti biffati. Troverete la dichiarazione in questo video di Vatican News al minuto 35.33.

Contrariamente alla tradizione, l’anello del pescatore di Benedetto XVI non era stato spezzato, ma era stato annullato solo con la rigatura. Tuttavia non era mai stato esibito; così, per avere conferma di questa operazione, il 6 ottobre scorso, lo scrivente ha indirizzato all’Ufficio celebrazioni liturgiche pontificie una petizione con 1304 firme di fedeli in cui si chiedeva a Mons. Diego Giovanni Ravelli il permesso di poter visionare, fotografare e pubblicare una foto delle attuali condizioni dell’anello. L’ufficio rispose laconicamente: “…il suddetto anello piscatorio di Benedetto XVI non è conservato presso questo Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice”.

Preso atto, in una successiva email chiedemmo dove si trovava quindi l’anello, insieme a quelli degli altri papi, per ricevere questa piccata risposta: “…siamo a ribadirLe ancora, per l’ultima volta, che l’anello piscatorio di Benedetto XVI non è conservato presso l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice di cui la Sagrestia Pontificia fa parte”.

Ostruzionismo totale, quindi. Grazie a un giurista, scoprimmo più tardi che, in base alla costituzione del 2022 di Bergoglio Praedicate Evangelium (art. 47, comma 4), la custodia del sigillo di piombo del Papa e dell’anello del pescatore era passata alla Sezione Affari Generali che dipende dal Sostituto della Segreteria di Stato, cioè mons. Edgar Peña Parra.

Dopo aver girato la stessa petizione al Sostituto Peña Parra e, in copia, al Segretario di Stato card. Parolin, non abbiamo ricevuto risposta.

Così abbiamo scritto loro ancora, per ben due volte, (i giorni 3 e 5 ottobre), sottoponendo una fotografia che sapevamo essere stata scattata diverso tempo dopo il marzo 2013, ma prima dell’elezione di Leone XIV. Come si vede, l’anello non presenta alcuna manomissione: né biffature, né spezzatura. Quindi, non sembrava essere stato annullato.

Nell’email abbiamo chiesto al Sostituto una smentita formale della foto, purché fosse corredata da un’immagine recente dell’anello  e del verbale di un suo eventuale annullamento.

Nessuna risposta.

Dopo aver pubblicato la notizia di questa fotografia non smentita, abbiamo poi scoperto – e pubblicato per primi sul canale “Codice Ratzinger” – che la foto in realtà era un frame tratto da un video sepolto nel sito di un piccolo gioielliere che si riferiva a una replica e quindi non all’autentico anello di papa Benedetto.

Ugualmente, ciò che resta sul tappeto dalla vicenda è l’inspiegabile reticenza della Santa Sede: nemmeno di fronte a una fotografia, prodotta da chi scrive in perfetta buona fede, e preventivamente   sottoposta, gli uffici competenti hanno voluto smentirla né mostrare una foto originale o un verbale sull’annullamento.

Il verbale è infatti dirimente: a regola, l’anello di Benedetto XVI avrebbe dovuto/potuto essere annullato il 21 aprile 2025, quando la Segreteria di Stato aveva ricevuto la notizia che la Sede apostolica era vacante. La Sede apostolica è la figura morale del papa: l’ultimo papa non era Francesco, ma Benedetto XVI, mai abdicatario, ma impedito. Quindi, formalmente, per la Segreteria di Stato, papa Benedetto non poteva essere “ufficialmente morto” prima del 21 aprile 2025 e il suo anello avrebbe potuto essere legittimamente annullato solo dopo questa data.

Ecco perché, per la S. Sede, esibire il verbale datato dell’eventuale annullamento equivarrebbe ad ammettere tutto.  

Il discorso è sempre lo stesso: se è tutto in ordine perché questi misteri e queste reticenze? La Chiesa non dovrebbe essere portatrice di Verità?

Chiedere è lecito, rispondere è cortesia, non rispondere è – comunque – rivelatorio.