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Mafia Roma, “Fasciani e Carminati al soldo dei servizi segreti”

Sono le parole di Gaetano Pascale, ex poliziotto della squadra mobile di Roma intervistato da Sky Tg24

La mafia di Roma aveva legami con la mafia siciliana ed Ernesto Diotallevi e Giovanni De Carlo sono ritenuti i referenti di Cosa Nostra nella capitale. Questa è la novità emersa dalle carte dell' inchiesta "Mondo di Mezzo". De Carlo e Diotallevi sono per questo sono indagati dalla procura di Roma per associazione a delinquere di stampo mafioso nell'ambito dell'inchiesta Mafia Capitale. Stando a un documento di autorizzazione di intercettazione infatti, il pentito Salvatore Cancemi indica  Diotallevi, in passato accusato, ma poi assolto, di aver fatto parte della Banda della Magliana,  come appartenente a Cosa Nostra e "riferisce anche in merito ai suoi rapporti con Pippo Calò". Degli stessi rapporti – si legge nella richiesta della procura nell'ambito dell'inchiesta Mafia Capitale – riferisce anche Francesco Marino Mannoia.

A queste novità, si aggiungono anche  le parole di Gaetano Pascale, ex poliziotto della squadra mobile di Roma che, ai microfoni di Sky Tg24, intervistato assieme a un altro ex poliziotto, Piero Fierro, è tornato a parlare dell'inchiesta Mafia Capitale, di cui entrambi hanno già dichiarato di essere a conoscenza dal 2003. "C'erano due figure al soldo e permanentemente ingaggiati dai servizi segreti: Carmine Fasciani e Massimo Carminati e questa era una situazione che sapevano in tanti". 

Come rivela il servizio dell'emittente, dei contatti tra Carminati e i servizi segreti si parla nell'ordinanza firmata dal Gip, Flavia Costantini su richiesta dei pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Testaroli dove a pagina 2 c'è scritto: "Massimo Carminati mantiene rapporti con gli esponenti delle altre organizzazioni criminali operanti su Roma nonché con esponenti del mondo politico, istituzionale, finanziario con appartenenti alle forze dell'ordine e ai servizi segreti". "Sul territorio c'era la presenza costante di rappresentanti, di uomini dei servizi segreti – ha proseguito Pascale – che gestivano, o meglio consentivano a questi figuri di lavorare in maniera indisturbata pur di dare in cambio determinate informazioni. Questo era il sistema".

A seguito di questi ultimi risvolti dell' inchiesta su Mafia Capitale, le parole del sindaco di Roma: "Con noi gli affari sono finiti. Si vergognino e se ne vadano da questa città. Noi stiamo dall'altra parte". Così il sindaco di Roma Ignazio Marino intervenendo alla 'Factory365', la convention dei giovani dem a Roma.

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