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Mafia Capitale, Giorgia Meloni querela Ignazio Marino

Marino: “Se le dimissioni me le propone Giorgia Meloni, leader di un partito che ha chiesto voti alla ‘ndrangheta…”

Barcolla, ma non molla. Il sindaco Marino, dopo la nuova ondata di arresti di ieri legati a Mafia Capitale è determinato ad andare avanti. “Lasciare il Campidoglio? Lo farò nel 2023, alla fine del mio secondo mandato”, dice in un’intervista a Il Messaggero, ribadendo le affermazioni già rilasciate ieri.

In tanti, però, chiedono le sue dimissioni. “Se a chiedermi riflessioni fosse papa Francesco, mi fermerei a pensare seriamente alle mie azioni. Ma se le dimissioni me le propone Giorgia Meloni, leader di un partito che ha chiesto voti alla 'ndrangheta, rispondo che io voglio spianare come un rullo compressore tutte le persone che negli ultimi anni si sono messe sotto i piedi i diritti e i soldi dei romani”, continua nell’intervista rilasciata al quotidiano romano.

È di ieri, infatti, la notizia che Gianni Alemanno, candidato alle Europee del 2014 nella circoscrizione Sud, avrebbe chiesto a Buzzi dei voti, il quale si sarebbe attivato, per reperirli, attraverso una cosca calabrese. Circostanza, questa, immediatamente smentita dall’ex primo cittadino.

Quale che sia la verità, lo stabilirà il processo. Intanto, però, le affermazioni del primo cittadino non sono piaciute al leader del partito Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, con il quale Alemanno era candidato. “Ho dato mandato ai miei legali di sporgere querela nei confronti di Ignazio Marino per il reato di diffamazione, dopo le interviste rilasciate alla stampa nelle ultime ore. Marino dovrà rispondere in sede giudiziaria delle sue false e ingiuriose dichiarazioni nei miei confronti e di quelli di Fratelli d'Italia”, annuncia Giorgia Meloni.

Rincara la dose anche lo stesso Gianni Alemanno. “Dopo la lettura dei giornali di oggi ho deciso di querelare per diffamazione il sindaco Ignazio Marino, Francesco Merlo per un articolo pubblicato su LaRepubblica e Pietrangelo Buttafuoco per un articolo pubblicato sul Il Fatto Quotidiano”, annuncia l’ex primo cittadino. Il motivo risiede nel fatto che “sia nelle dichiarazioni del sindaco sia negli articoli pubblicati dai due commentatori si dà infatti per scontato che io abbia richiesto attraverso Buzzi voti alla 'Ndrangheta per le elezioni europee del 2014”.

Alemanno poi passa a spiegare la sua situazione: “Io mi sono limitato a chiedere un aiuto elettorale a Salvatore Buzzi nella sua veste di esponente della cooperazione sociale e quando questi non era inquisito e neppure lontanamente sospettato di un qualsiasi collegamento con gruppi mafiosi.  Così come ho fatto con altri esponenti di organizzazioni di categorie, la mia richiesta rientrava in una lecita attività di raccolta di consenso”. La colpa, quindi, secondo l’ex primo cittadino, sarebbe di Buzzi, che avrebbe poi “canalizzato questa mia richiesta confronti della ‘Nndrangheta”. Ma ciò deriverebbe “solo da una sua autonoma scelta di cui io non sono stato fatto neppure lontanamente partecipe”.

Alemanno poi ribadisce quanto già detto ieri: “Come ho già evidenziato, basta guardare i riscontri delle preferenze per comprendere che in realtà nessun supporto è stato portato a me e tanto meno alla lista di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale nei comuni di maggior radicamento dei clan ‘ndranghetisti: a Limbadi ho preso solo 5 preferenze su 981 votanti e al comune di Nicotera 14 preferenze su 1901 votanti”. 

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