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Mafia Capitale, arrestato il boss Giovanni De Carlo

Non fa più parte del sodalizio ma è stato indicato da Diotallevi come “quello che conta materialmente”

E' tornato ieri sera dalla Thailandia e, una volta atterrato a Fiumicino ha deciso di consegnarsi ai Carabinieri del Ros. Il 39enne Giovanni De Carlo è l'ultimo degli arrestati nell'ambito dell'inchiesta Mondo di Mezzo. La sua posizione è diversa dalle altre persone finite in manette. De Carlo, infatti, non appartiene più al sodalizio di Carminati, con il quale aveva in passato discusso, ma è accusato di favoreggiamento e trasferimento fraudolento di valori. Come spiegato da Fabio Gaudenzi, uno degli arrestati, Di Carlo faceva parte della consorteria criminale ma a un certo punto aveva deciso di "mettersi in proprio".  Inoltre, un altro esponente di spicco della malavita romana, Ernesto Diotallevi, rispondendo al figlio che gli aveva chiesto chi fosse "il boss dei boss" del gruppo, ha fatto il nome di De Carlo, definendolo come come "la persona che materialmente conta".

Il gip Costantini ha sottolineato che De Carlo è un personaggio pericoloso in quanto aveva disponibilità di "una rete di soggetti ai quali abitualmente si appoggia, che, ponendosi quali intermediari nei rapporti esterni gli consentono di vivere come un'ombra e di impiegare nel circuito economico lecito le proprie risorse di denaro di provenienza illecita, senza che la sua figura appaia all'esterno". L'arrestato, possiede grandi mezzi economici, tanto è vero che pur non avendo un'occupazione, è noto per ostentare lusso e girare per Roma in Ferrari. Proprio il suo tenore di vita induce il gip a pensare che l' assenza di qualsiasi fonte di reddito lecita inducono a ritenere che De Carlo abbia fatto del crimine una scelta di vita, circostanza che induce a  ritenere che egli continuerà a delinquere e a commettere reati della stessa specie.

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