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M5S in fermento, chat parlamentari: Casaleggio a che titolo parla? Tre deputati si autosospendono

“Casaleggio deve decidersi: o fa il politico con un ruolo ben definito all’interno del M5s oppure fa il fornitore esterno di servizi al Movimento”

m5s in fermento

Davide Casaleggio

Tre deputati hanno deciso di autosospendersi dal Movimento 5 stelle denunciando le richieste politiche alle quali in questi mesi non sono arrivate risposte con la “ciliegina sulla torta” della e-mail di Davide Casaleggio “contro i morosi” che non versano la quota, gesto considerata “vergognoso“. Lo scrivono Fabio Berardini, Carlo Ugo de Girolamo e Paolo Romano su Facebook. La prima tra le necessità indicate è che la piattaforma Rousseau diventi di M5s e sia gestita da un organismo eletto democraticamente e “trasparente su ogni spesa”. 

“Attacco pubblico Casaleggio vergognoso”

“Il fatto che a pochi giorni dalle elezioni Casaleggio abbia lanciato un attacco pubblico a mezzo stampa al Movimento 5 Stelle è vergognoso e stentiamo a capire quale gioco politico possa esserci dietro una presa di posizione così netta”, denunciano i tre deputati, “in una situazione che di chiaro e ben definito non ha nulla.

Gestire la piattaforma Rousseau significa gestire il potere all’interno del Movimento 5 Stelle. Non solo le fondamentali votazioni ma anche gestire (o possedere?) i dati sensibili di tutti gli iscritti del M5s, comunicazioni, candidature, liste, votazioni. Uno strumento che diventa un’arma a doppio taglio nel momento in cui, unilateralmente, si decide di adottare questo genere di atteggiamento.

Una distorsione, un’anomalia grave, segnalata da mesi e purtroppo mai affrontata fino ad ora (senza tenere conto dell’appello lanciato nei giorni scorsi da oltre 30 parlamentari del gruppo Parole Guerriere)”, si legge. È giunto il momento di chiarire una volta per tutte questi rapporti”, sottolineano Berardini, de Girolamo e Romano.

Le tre richieste dei deputati autosospesi

“Queste sono le proposte finora inascoltate e frutto di numerosi confronti con colleghi ed attivisti:

1) La piattaforma Rousseau deve essere gestita direttamente dal Movimento 5 Stelle tramite un organismo eletto democraticamente e trasparente su ogni spesa

2) Il Movimento 5 Stelle si deve dotare di una struttura organizzativa chiara, democratica ed efficace, superando il modello fallimentare dei facilitatori. Occorre fissare a stretto giro una data per gli “Stati Generali”, stabilendo a priori le ‘regole del gioco’, modalità ed obiettivi, solo dopo una reale forma di condivisione con la nostra base.

3) Il Movimento deve utilizzare i soldi sui territori a supporto dei nostri gruppi locali e dei consiglieri comunali (che dovevano essere i nostri “eroi” in prima linea) per la formazione, la tutela legale ed eventi”.

Autosospensione quale ultimo grido di aiuto

“Nei mesi scorsi abbiamo provato in tutti i modi ad avviare una discussione per chiarire i rapporti tra l’Associazione Rousseau ed il Movimento. Riportare al centro i valori fondamentali e coinvolgere la base nelle scelte fondamentali senza votazioni calate dall’alto. Il tutto in nome di quella democrazia e trasparenza che da sempre animano (o avrebbero dovuto animare) i valori del Movimento.

Nessuna risposta è, purtroppo, mai arrivata. In attesa che questo appello, esteso ai tanti colleghi che volessero condividere pubblicamente questi punti per dare un forte segnale, venga preso seriamente e concretamente in considerazione, non resta che prendere una decisione sofferta quale ultimo grido di aiuto, autosospendendoci con effetto immediato dal Movimento 5 Stelle.

È il momento di disegnare insieme una chiara indicazione della rotta da seguire se non vogliamo naufragare definitivamente e scomparire dai territori”, concludono.

Intanto, dalla Casaleggio arriva la precisazione: nessun contributo da parte dei parlamentari viene versato all’associazione.

Gira un documento nelle chat parlamentari del Movimento 5 stelle. Non è certo che verrà reso pubblico ma deputati e senatori stanno discutendo su come ‘reagire’ allo sfogo di ieri (15 settembre, ndr) di Casaleggio, a quella che viene considerata una sorta di “lista di proscrizione” dei morosi, con tanto di minaccia di non poter garantire i servizi della piattaforma web. 

Grillo schierato al fianco di Casaleggio

Oggi Grillo si è schierato al suo fianco: “I cittadini devono poter andare avanti potendo dire la loro con dei sistemi tecnologici. E non è una difesa di Rousseau, più o meno, è una difesa di una tecnologia che abbiamo fatto noi e dobbiamo ringraziare le persone che l’hanno fatta: Casaleggio padre e Casaleggio figlio”.

E ancora: “Voi siete i miei figli, vi amo da morire. Dal Parlamento si parla solo di nomine e queste cose non le concepisco. Possiamo fare cose straordinarie”.

Casaleggio è iscritto o no al M5S?

Ma le parole del fondatore M5s non bastano a frenare la rabbia che dilaga tra i gruppi. “Il presidente e tesoriere dell”Associazione Rousseau’, Davide Federico Dante Casaleggio, afferma sempre di essere un semplice attivista che lavora gratis per il M5s.

Gli facciamo una semplice domanda: può confermare di essere attualmente iscritto al Movimento 5 Stelle?”, la domanda che gli viene rivolta.

In quale veste Casaleggio interviene nella vita del M5S?

E dunque qualora Casaleggio confermasse di essere iscritto “il fatto che sia, allo stesso tempo presidente e tesoriere dell'”Associazione Rousseau”, diretta con potere monocratico, ai sensi della legge sopra citata, rende automaticamente assimilabile, l'”Associazione Rousseau”, a un partito/movimento politico”.

In quel caso andrebbe immediatamente deferito ai Probiviri e i contributi versati mensilmente dai parlamentari “dovrebbero essere immediatamente bloccati e accantonati”.

In quanto non iscritto “non sarebbe nemmeno un attivista” e allora “in quale veste Davide Casaleggio interviene nella vita del M5s?” “L’Associazione Rousseau’ sarebbe in tutto e per tutto, un fornitore di servizi esterno” e Casaleggio “non avrebbe alcun titolo per partecipare nei consessi in cui si prendono decisioni politiche interne ed esterne alla vita del M5s”.

In realtà Casaleggio – spiegano diversi pentastellati – non risulta essere iscritto e dunque “dovrebbe solo ricoprire un ruolo tecnico”, non altro. 

Casaleggio deve decidere

In conclusione, un folto gruppo di parlamentari da mesi sta conducendo una battaglia per riportare l’associazione ‘Rousseau’ al Movimento. Il sunto delle osservazioni del gruppo, in sostanza recita: “deve decidersi: o fa il politico con un ruolo ben definito all’interno del M5s oppure fa il fornitore esterno di servizi al M5s. Le due cose non possono coesistere”, sottolineano i politici grillini, terminando così la riflessione al loro interno.  (Agi)

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