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“L’ultimo anticristo sarà un vescovo”. Identikit dell’uomo più diabolico della storia

L’ultimo anticristo porta avanti un credo anticristiano che poggia sui pilastri dell’aborto e del matrimonio omosessuale e nega ogni verità di fede

Copertina del libro "L'anticristo" di Armando Savini


In questi giorni è uscito un libro dal titolo molto singolare: “L’ultimo anticristo. Identikit dell’uomo più diabolico della storia secondo le profezie antiche e moderne”. Ne parliamo con l’autore, Armando Savini, economista e saggista, già docente di economia e metodi di ricerca per il business, nonché studioso di esegesi biblica e mistica ebraica.

Un libro sull’anticristo

Cosa l’ha portata a scrivere un libro sull’anticristo?

La venuta dell’anticristo insieme alla grande apostasia sono le due condizioni che precedono il ritorno di Cristo. Riguarda i tempi ultimi verso cui è orientata la speranza cristiana, come ci insegna Paolo nelle sue lettere. Contrariamente a quanti credono che queste tematiche costituiscano una perdita di tempo, ritengo sia doveroso conservare e mantenere viva l’attenzione sulle cose ultime.

Siamo chiamati a vegliare come servi fedeli in attesa della parusia sempre imminente del Figlio dell’Uomo, che verrà all’improvviso come un ladro. Secondo alcuni osservatori, è possibile che il tempo della grande apostasia sia già arrivato per cui potremmo già essere nei “tempi ultimi”. Se ciò è vero, il tema dell’anticristo è più attuale che mai.

Cosa distingue questo libro dagli altri?

A parte il fatto che ogni autore ha un proprio bagaglio filosofico e teologico, e quindi una personale visione del mondo che deriva dalla diversa prospettiva da cui parte la sua indagine, credo che questo libro si differenzi per un approccio un po’ fuori dal comune. Non si tratta del tipico excursus storico sulla figura dell’anticristo ma di un’analisi dei testi coerente, dettagliata e in linea con la tradizione della Chiesa, orientata a fornire un vero e proprio identikit, fondato su basi inoppugnabili, almeno per chi crede.

Tra le fonti esaminate, in primo luogo ci sono le sacre Scritture, poi gli scritti dei Padri e dei Dottori della Chiesa, dei grandi santi ma anche i messaggi di alcuni veggenti, alcuni dei quali riconosciuti dalla Chiesa cattolica. Inoltre, si prendono in esame non solo il testo ebraico e greco della Bibbia, ma anche il Targum, la traduzione-parafrasi in aramaico, oltre all’esegesi rabbinica. Considerando la versione aramaica, emergono dettagli che spesso il testo masoretico non esplicita. Un esempio lampante sono le profezie messianiche. Ne “Il Messia nascosto”, ad esempio, ho “decriptato” più di un centinaio di oracoli messianici nascosti nei libri dell’Antico Testamento.

Ecco i tratti dell’ultimo anticristo

Alla luce delle profezie antiche e moderne, nel suo libro lei traccia un vero e proprio identikit dell’ultimo anticristo. Qual è il ritratto che ne esce fuori?

Un ritratto alquanto inaspettato. Analizzando i tratti salienti di quelli che sono considerati i tipi (prefigurazioni) dell’ultimo anticristo e mettendoli tutti insieme, viene a configurarsi un’immagine ben precisa. I testi esaminati ci rivelano lo status, il luogo e il tempo in cui appare l’uomo più diabolico della storia, come anche le azioni nefaste che compie a danno del corpo mistico di Cristo. Non è possibile sapere in anticipo il giorno e l’ora, fino a quando l’uomo dell’anomia non si sia manifestato.

Le profezie diventano sempre meno nebulose, man mano che giungono al loro compimento. Dall’analisi emerge la figura di un vescovo apostata, bugiardo, carrierista, ladro, superbo, ateo, lussurioso, assetato di ricchezze e di onori, assassino, che agisce sotto il pieno controllo di Satana – cui si è dato – opponendosi a Cristo e al suo corpo mistico. L’ultimo anticristo consegna i cristiani nelle mani dei nemici di Cristo, essendo stato messo a capo delle loro istituzioni come Giuda che fu messo a capo della coorte.

L’attacco a Cristo dall’interno della Chiesa

Quindi ci sta dicendo che l’ultimo anticristo non solo è un uomo in carne ed ossa ma, addirittura, un vescovo della Chiesa?

Esattamente. Al capitolo 9 dell’Apocalisse si parla di una stella che cade dal cielo sulla terra e che apre il pozzo dell’abisso, liberando il diavolo che Cristo aveva incatenato. La chiave è il simbolo dell’autorità conferita da Cristo. Nell’Apocalisse, i vescovi sono chiamati stelle e il cielo designa la Chiesa. Quindi, l’anticristo non può che essere un vescovo. Da chi potrebbe venire il peggior attacco a Cristo e alla sua Chiesa se non dall’interno?

Ma le dirò di più: l’ultimo anticristo è anche un sovrano temporale di un piccolo regno (il «piccolo corno» di cui parla il profeta Daniele) da cui promana una tirannia universale, oltre ad essere un vescovo che cerca di cambiare «i tempi e le leggi», mostrandosi, addirittura, più misericordioso di Cristo stesso. L’ultimo anticristo è un grande umanitario, pacifista, europeista, ecologista, salutista, ecumenista e amico dei potenti, sebbene mostri una certa predilezione per i poveri e i diseredati, che non esita a far morire in gran numero in ogni nazione sulla terra, decretando ordini ai governi del mondo.

Lavora per costituire una religione mondiale all’insegna dei principi massonici in un palazzo-tempio «destinato all’unione di tutti i culti» e cerca di trasformare la Chiesa in un regno universale pagano, giungendo ad intronizzare un idolo pagano nel cuore della cristianità, come già fece Antioco IV Epifane.

L’ultimo anticristo porta avanti un credo anticristiano che poggia sui pilastri dell’aborto e del matrimonio omosessuale. Nega ogni verità di fede e si mette al posto di Dio. Non crede nella divinità di Cristo e non onora il Santissimo Sacramento. Fa cessare il sacrificio perenne della Messa, propina dottrine eretiche sotto le false spoglie dell’ortodossia, usando un linguaggio ambiguo.

Egli è l’immagine della bestia, cioè, lo specchio della massoneria. Con la frode si insedia nel Tempio di Dio – che è la Chiesa – e impone le dottrine di Belial, grazie alla bestia che sale dalla terra, cioè, la massoneria ecclesiastica. È un falso pastore a capo di una chiesa eretica, controllata da una setta segreta. Le profezie rivelano che la sede del suo regno è Roma e che vi giunge negli anni del Duemila. L’Apocalisse, poi, ci dice che il valore numerico del suo nome è 666.

Secondo lei, questo identikit potrebbe trovare qualche riscontro nella realtà odierna o riguarda un futuro prossimo?

Mi sono limitato solo a tracciare un identikit alla luce della sacra Scrittura e della tradizione cristiana. Non sta a me additare l’ultimo anticristo, dal momento che, come dice l’Apostolo, “sarà rivelato”, cioè, Dio stesso lo rivelerà e lo farà a suo tempo. Ciò non significa, però, che non possiamo cominciare a farci qualche idea in merito. La grande apostasia, d’altronde, è sotto gli occhi di tutti.