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Lotito: “Non compro per far felice la piazza”

Il Presidente della Lazio passa al contrattacco dopo le critiche per la cessione di Hernanes

Il Presidente della Lazio Claudio Lotito passa al contrattacco dopo le pesanti critiche ricevute da tifosi e opinione pubblica per la cessione di Hernanes.
In un’intervista rilasciata a “Il Tempo”, Lotito spiega i motivi della cessione del brasiliano definita “inevitabile” e non promette che reinvestirà a giugno i venti milioni incassati.

Presidente, che cosa è successo con Hernanes?

«La vicenda è complessa e ricca di incontri, sia con il giocatore che con il suo procuratore. Da più di un anno infatti la Lazio ha sostenuto con forza e convinzione la volontà di proporre ad Hernanes di continuare la sua esperienza professionale con la società, che ha sempre creduto nelle sue qualità umane e calcistiche. Non abbiamo avuto mai nessun dubbio nell’offrire al giocatore la possibilità di proseguire con un importante contratto economico e sportivo, che lo avrebbe reso un giocatore leader. Avevamo anche acconsentito all’inserimento di una clausola rescissoria concordata. Nonostante ciò ed un ultimo tentativo dopo la gara di Coppa Italia contro il Napoli, dapprima con il suo agente e poi con lo stesso giocatore, non si è arrivati ad una conclusione positiva. A questo punto costretti dal rifiuto di Hernanes, siamo stati indotti, negli ultimi giorni di mercato, ad accettare l’offerta dell’Inter per evitare di perdere il giocatore a parametro zero. Scelta molto dolorosa sia a livello umano che professionale, ma inevitabile per salvaguardare il bilancio della società».

Perché ha scelto l’Inter?

«Penso che la sua decisione sia legata sia ad aspetti familiari che personali, attirato dalla voglia di cimentarsi in una nuova esperienza con una società blasonata come l’Inter».

La sua vendita è stata un successo economico (la Lazio ha ottenuto circa 20 milioni di euro, compresi bonus)?

«Sicuramente sì, avendo ottenuto una notevole plusvalenza, cosa che è accaduta anche con la cessione di Floccari, che rischiava anch’egli di essere perso a parametro zero. Ci tengo a ringraziare sia il ragazzo che il suo agente, per la correttezza dimostrata. La cessione di Sculli, poi, ha consentito alla Lazio di ottenere un risparmio per il mancato esborso del suo stipendio».

C’è un problema nel sistema calcio che dà troppo potere ai giocatori e poco ai club?

«Sicuramente sì, ma credo che, come in qualsiasi settore professionale, anche in quello che riguarda i procuratori, ci sono dei comportamenti estremamente negativi che finiscono per condizionare i loro assistiti».

Tornando ad Hernanes, non crede che la Lazio esca ridimensionata?

«Non farei questa valutazione. Sicuramente la perdita di Hernanes è, a livello tecnico, significativa, ma sono fortemente convinto che disponiamo di una rosa competitiva con molte soluzioni nei vari reparti. Ritengo poi fondamentale il rientro di Mauri, che può ricoprire il ruolo di Hernanes, come ha già spiegato qualche giorno fa il mister Reja».

E poi?

«Abbiamo preso Helder Postiga che ha una grande esperienza internazionale e va a rinforzare l’attacco. Kakuta è un giocatore di grandi promesse e può ricoprire tre ruoli in fase offensiva. In estate, dopo la vittoria in Coppa Italia, abbiamo intrapreso un percorso per il ricambio generazionale, sicuramente complicato ma che consentirà alla società di avere una squadra giovane e competitiva. Dobbiamo permettere ai più giovani di crescere con il sostegno e gli insegnamenti dei giocatori con più anni di esperienza. Su questi concetti anche lo stesso Thohir si è trovato d’accordo, farà lo stesso all’Inter».

I giovani vanno bene, ma quelli arrivati in estate non hanno fornito grandi prestazioni.

«Non scherziamo, ho appena spiegato quali sono le condizioni fondamentali per consentire ai giocatori più giovani di crescere. Sta a noi ora metterli in condizione di esprimersi al meglio, senza condizionarli ma dimostrandogli di saperli aspettare».

A questo punto reinvestirà a giugno i soldi della cessione di Hernanes?

«Io non compro per far piacere alla piazza, ma solo per perseguire un progetto tecnico serio, sano e competitivo»

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