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Liberi dalle sbarre: casa famiglia in ville confiscate a mafia

Per 17 bambini “carcerati”, figli di donne recluse a Rebibbia, dispoinibili 2 villini in via Kenya all’Eur

Dalle sbarre a una casa “vera”, dove poter stare insieme alle loro madri. È questa la possibilità offerta a 17 bambini “carcerati”, figli di donne recluse a Rebibbia.

Era l'8 maggio quando veniva approvata una delibera con cui la Giunta capitolina accetta, in comodato d'uso a titolo gratuito, alcuni immobili sequestrati alla criminalità organizzata. E per questi bambini, si riservano due villini in via Kenia all’Eur. Di questi, uno è destinato a ospitare una casa famiglia per le madri detenute di Rebibbia; l’altro, sarà riservato a “provenienti dal circuito penale minorile”.

“Parte ‘Antimafia Capitale’ ”, commenta l’assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale Francesca Danese. “Si restituiscono alla collettività beni che provengono da guadagni illeciti, in questo caso dalla criminalità organizzata. Ringrazio davvero il giudice Guglielmo Muntoni, perché con prontezza ha accolto la nostra richiesta”, continua.

Muntoni è il magistrato a capo della sezione del Tribunale Ordinario di Roma per l'applicazione delle misure di prevenzione per la sicurezza e pubblica moralità la quale, spiega la delibera, “con Decreto del 27 febbraio 2014, nell'ambito del procedimento n. 29/2014 R.G.M.P., ha disposto, tra l'altro, anche il sequestro di due immobili, ubicati nel comune di Roma, via Kenya (zona EUR)”. Il sequestro si configura quindi come un procedimento preventivo “finalizzato a restituire alla collettività il patrimonio sottoposto a sequestro che sia stato accumulato con proventi illeciti”. Roma Capitale, nel protocollo d'intesa sottoscritto il 10 marzo 2014 con Tribunale di Roma, Corte d'Appello di Roma, Procura della Repubblica di Roma, Regione Lazio, Unindustria, Confcommercio di Roma e Abi, “approvato con deliberazione di Giunta Capitolina n. 47 del 9 marzo 2014”, si è “dichiarata disponibile – si legge nella delibera – a valutare la possibilità di prendere in carico beni immobili, che non siano aziende, sin dalla fase del sequestro, per fini istituzionali ovvero per fini sociali”.

La delibera, inoltre, dispone che il competente Dipartimento Patrimonio, Sviluppo e Valorizzazione, debba “attivare le procedure necessarie per l'immissione in possesso dei beni sopra descritti, previa verifica della legittimità urbanistica e della verifica catastale dei beni per l'utilizzo a cui gli stessi sono destinati”; deve anche “individuare in tale sede gli oneri, e la relativa copertura necessaria al mantenimento in buono stato degli immobili acquisiti in comodato fino a quando i medesimi non saranno assegnati”. 

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