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Le bufale della Raggi sul Camping River secondo l’associazione 21 luglio

Le tesi portate avanti dall’amministrazione per giustificare lo sgombero del Camping River smontate dall’associazione 21 Luglio

Venticinque milioni di spesa per i campi rom della Capitale, emergenza igienico-sanitaria, offerte per l'inclusione lavorativa e rimpatrio assistito. Sono queste le tesi portate avanti dall'amministrazione capitolina per giustificare lo sgombero del Camping River di giovedì scorso e "smontate punto per punto" dall'associazione 21 Luglio durante una conferenza stampa alla Camera dei Deputati.

Andando con ordine: secondo l'associazione, dopo i tagli della Giunta Marino prima e del commissario Tronca poi, la spesa per i campi rom nel 2017 sarebbe scesa dai 25 milioni dichiarati dalla sindaca Raggi ad "appena" 3,5. Quindi l'inclusione lavorativa. Anche in questo caso "totalmente fuorvianti le rassicurazioni della Giunta". Secondo la 21 Luglio "non è stato offerto alcun supporto per l'inclusione lavorativa e per la scolarizzazione". L'unico intervento si sarebbe concentrato "sul reperimento di abitazioni in affitto". Ma, come ormai noto, alla maggior parte delle famiglie "è risultato impossibile fornire garanzie per stipulare contratti". La soluzione abitativa proposta da Roma Capitale, spiega ancora il presidente della 21 Luglio, Carlo Stasolla, "si è quindi rivelata da subito impraticabile". E ancora, ammontano ad appena 5, su 81 totali, i nuclei che hanno accettato il rimpatrio assistito annunciato dalla prima cittadina con un viaggio istituzionale nella città romena di Craiova. E sempre secondo la 21 Luglio si tratta di una 'bufala' anche la tesi secondo cui la Corte dei Diritti dell'uomo avrebbe dato ragione a Roma Capitale dopo l'iniziale sospensione allo sgombero. La Corte di Strasburgo, ha spiegato l'avvocato dell'associazione Aurora Sordini, "ha solo potuto rilevare l'avvenuto sgombero il giorno prima del suo pronunciamento".

Infine, l'emergenza igienico-sanitaria che avrebbe reso non più rimandabile lo sgombero del Camping river, avvenuto l'indomani dell'incontro al Viminale tra la stessa sindaca e il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Anche in questo caso, Virginia Raggi "avrebbe omesso di dire che la grave situazione si è venuta a creare dopo la sospensione dell'erogazione dell'acqua prima e la distruzione dei moduli abitativi poi", entrambi decisi dall'amministrazione. "Prima si è provocato il degrado- spiega l'associazione- e poi si è invocato lo stesso per tutelare la salute degli abitanti".

In sostanza, "a fronte delle 359 persone del campo ammesse nel Piano rom, solo il 9% è rientrato all'interno delle azioni previste dal piano stesso". Il 52% delle famiglie non ha trovato alcuna soluzione e vaga in strada (la maggior parte a Prima Porta), 123 sono invece le persone collocate in strutture di emergenza dove potranno restare solo fino al 30 settembre. Per la loro accoglienza a carattere puramente emergenziale, il Comune di Roma dovrà spendere circa 400mila euro". "Quanto è stato fatto agli abitanti del River- ha aggiunto Stasolla durante la conferenza a Montecitorio a cui hanno preso parte tra gli altri anche il radicale Riccardo Magi e la giornalista di RomaToday, Ginevra Nozzoli- è crudele e anche vigliacco. A queste persone è stata offerta un'unica soluzione che prevedeva la separazione dei nuclei familiari: donne e bambini nei centri e uomini in strada. Al loro rifiuto, dopo la notte del 26 che gli abitanti hanno passato sotto la pioggia, è stata pronunciata la 'parola magica': o ve ne andate dal campo o vi togliamo i bambini. Dall'amministrazione capitolina è stata quindi messa in atto una sistematica propaganda mediatica utile a coprire inefficienze e promesse fatte in campagna elettorale e mai mantenute". 

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