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Lazio, oggi riapertura secondo scaglione scuole. Claudio Di Berardino: “Scioperi? Avrei preferito tavolo di confronto”

Le scuole del Lazio riavviano le lezioni il 14 e il 24 settembre. L’assessore Claudio Di Berardino spiega lo stato dell’arte della riapertura

scuole di berardino

Il Lazio è fra le 13 Regioni in cui la riapertura delle scuole è stata fissata al 14 settembre. Infatti, il 70% degli istituti del Lazio ha già fatto suonare la campanella. Una percentuale che arriva al 90% a Roma. Oggi la riapertura del secondo scaglione di scuole coinvolge alcuni Comuni fra cui Viterbo, Rieti e Valmontone. Numerosi i ritardi: dall’adeguamento alla normativa sul contrasto al contagio, alla nomina del personale docente, ai lavori di edilizia leggera. Claudio Di Berardino, assessore Lavoro, Formazione, Scuola e diritto allo studio universitario della Regione Lazio, parla dello slittamento delle riaperture.

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Claudio Di Berardino, classe 1961, è assessore Lavoro e Scuola alla Regione Lazio. In passato ha militato con sigle sindacali

Perché il Lazio ha scelto il 14 settembre come data di riavvio delle scuole, mentre in altre Regioni è stata posticipata successivamente alle elezioni di domenica 20 e lunedì 21? Fra l’altro, il primario di Malattie Infettive al Sacco di Milano Massimo Galli aveva suggerito di riaprirle il 1° ottobre. “Noi abbiamo preferito il 14 settembre perché avevamo assunto un impegno morale con le famiglie che, sin dai mesi estivi, ci sollecitavano a riaprire il prima possibile e in sicurezza. Dopodiché i sindaci hanno potuto posporre l’inizio dell’anno scolastico attraverso le ordinanze. Il potere di deroga è stato utilizzato in concerto con gli istituti scolastici locali. “Sì, e questo non ha frenato la riapertura massiva delle scuole che è avvenuta lunedì 14”.

Il test sierologico destinato al personale docente e Ata è stato svolto soltanto dalla metà dei destinatari, per un totale di 500mila persone. Di questi, il 2,6% è risultato positivo e riprenderà il lavoro quando il tampone risulterà negativo. Ma il dato non tiene conto del Lazio che sta operando in modo autonomo. Il Lazio è stata la prima Regione a effettuare il test sierologico al personale della scuola. La Regione sta svolgendo il lavoro in collaborazione con gli istituti scolastici e le rispettive Asl”, dice Di Berardino. Ma come si stanno comportando i docenti? Avverto una sensibilità importante e una corrispondenza fattiva da parte del corpo docente. Quindi siamo fiduciosi che i test possano proseguire fino a coinvolgere tutto il personale e gli alunni con disabilità. Siamo fiduciosi”.

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Un discorso a parte va fatto per i presidi. Infatti i dirigenti scolastici sono equiparati ai datori di lavoro. Per questo motivo hanno la responsabilità penale di quanto accade nei plessi, in particolare a causa del Covid. “Il loro ruolo è adeguato alle indicazioni del Mise e dell’Ufficio Scolastico Regionale. Eventuali ridimensionamenti di responsabilità devono essere compiuti dal Governo“. Ha avuto modo di parlare con loro? “Negli incontri che svolto negli istituti ho visto che c’è un’organizzazione importante e che hanno individuato i responsabili Covid”.

Oggi e domani, 24 e 25 settembre, dopo neanche due settimane di lezioni, sono indette due giornate di sciopero da Usb P-I Scuola, Unicobas Scuola e Università, Cobas Scuola Sardegna e Cub scuola Università e Ricerca. Le quali si sommeranno allo sciopero Usb dei trasporti di venerdì 25. “Ogni organizzazione sceglie lo strumento che ritene più opportuno“. Tra le principali richieste vi è il tetto di 15 alunni per classe, l’assunzione di 240mila insegnanti e la stabilizzazione di 150mila precari. Secondo lei, data anche la sua passata militanza sindacale come segretario generale della Cgil di Roma e Lazio, è davvero il momento di scioperare? Personalmente avrei preferito la concertazione. I problemi vanno affrontati in un apposito tavolo di confronto”.

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L’anno scolastico è iniziato da 11 giorni tra incertezza, sforzi e precarietà. Occorrerebbe un investimento strutturale, come sollecita la Rete degli Studenti Medi, per garantire a tutti il diritto allo studio. Un piano di risanamento che potrà aver luogo con una corretta allocazione dei fondi di Next Generation EU.

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