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Lavoro, contro il Jobs Act in piazza a Roma anche l’UGL

La manifestazione ha preso il via alle 10.30: da piazza Bocca della Verità il corteo si dirige in p.za Ss. Apostoli

A Roma c'è anche l'UGL ed è in piazza con tutti quei lavoratori stanchi di un Governo che promette 80 euro in busta paga ma al tempo stesso è impegnato sul fronte della demolizione dello Statuto dei lavoratori. Il Jobs Act di Renzi, infatti, contiene troppi elementi poco chiari: dallo smantellamento di quel che resta del nostro sistema di welfare attraverso la riforma dell'art.18, ai diktat di austerià imposti da FMI e BCE, organi considerati lontani dal mondo del lavro che però intendono interferire su di esso, pur non possedendone alcune autorità.

"Se i primi ad applaudire a questa riforma sono stati FMI e BCE, importanti banche d'affari che JP Morgan e Fondi di investimento come Black Rock, appare evidente l'intento di voler affossare definitivamente il nostro sistema sociale ed un mercato del lavoro che invece dovrebbe essere stimolato attraverso nuove assunzioni" – è quanto dichiara Stefano Conti, segretario confederale UGL.

Durante l'incontro dei giorni scorsi tra il Governo e le parti sociali sono emersi pareri discordanti su troppi punti. In particolare: "E' evidente l'eccessiva discrezionalità di molti dei punti, a partire dalle possibilità di intervento sull'art.18 che a nostro avviso non necessita di ulteriori restrizioni rispetto a quelle già poste con la legge 92 del 2012, un pilastro messo altresì in forse dalla previsione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti da utilizzare in tutte le nuove assunzioni. Gli interventi sulle mansioni e sui controlli a distanza – prosegue – impattano su altre due tutele riconosciute dalla legge 300/1970 e senza ancoraggio diretto alla contrattazione collettiva e un intervento normativo di contrasto al fenomeno del mobbing il tutto rischia di tradursi in atti e comportamenti prevaricatori nei confronti del lavoratore".

Gli organizzatori della manifestazione sono concordi nell'affermare che modelli virtuosi esistono, che bisogna tener distinti da quelli dannosi per il nostro welfare. "Se si vuole guardare all'Europa, lo si faccia da una giusta prospettiva, si avvii un percorso simile a quello tedesco in cui vige un sistema di relazioni industriali forte, con regole certe e condivise e incentrato soprattutto sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione e ai risultati aziendali".

I presupposti per manifestare sembrano chiari, l'UGL oggi come mai si presenta agli occhi dei lavoraotori in qualità di sindacato fortemente avverso alle logiche di potere e ai diktat, qualsiasi essi siano e da qualsiasi stanza del potere provengano, che sia Roma o Bruxelles. Al corteo sono oltre 2mila i partecipanti, tra lavoratori, giovani e pensionati, provenienti da molte città italiane.

‘Schiavi del Lavoro’, ‘Delocalizzare è tradire l’Italia’, ‘Pensionato italiano campione di Salto del Pasto’, ‘Pensioni per continuare a vivere non per sopravvivere’, ‘Difendi il lavoro a tutti i costi’, sono tra le scritte apparse in piazza. La protesta a firma di UGL ha sfilato per via Petroselli e via del Teatro Marcello, piazza dell'Aracoeli, piazza Venezia e via Cesare Battisti diretta in piazza Ss. Apostoli.

“Non possiamo più restare in silenzio: servono vere politiche attive per il lavoro e un vero piano di rilancio per l'industria italiana. Ridurre le tutele non aiuterà a creare occupazione stabile” – ha incalzato il segretario Stefano Conti. 

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