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La storia della stampa: da Gutenberg alla stampa online

Attualmente, quando si parla di stampa, ci si riferisce a quella online, ovvero quella che può essere effettuata direttamente attraverso il web

Attualmente, quando si parla di stampa, ci si riferisce a quella online, ovvero quella che può essere effettuata direttamente attraverso il web. Infatti ad oggi, la stampa online è talmente diffusa, da rappresentare una realtà economica e veloce per le aziende, eventi, privati e organizzazioni. Online si possono trovare tantissimi portali dedicati alla stampa di materiale informativo e pubblicitario personalizzabile per ogni esigenza, tra i più famosi portali di stampa online troviamo PressUp dedicato ai prodotti di tipografia a 360° come è possibile vedere direttamente nel sito. Ma prima della stampa online, la stampa era completamente differente rispetto il concetto che oggi accompagna tale procedimento. Gutenberg viene identificato come l’ideatore della stampa: egli, attorno al 1400, creò il processo di stampa utilizzando dei caratteri mobili in metallo, un torchio ed una matrice.  Utilizzando l’inchiostro, che andava posto nei vari caratteri, e premendo il torchio sulla carta, era possibile ottenere un tipo di stampa allineata in maniera pressoché perfetta. Il primo libro che venne stampato fu la Bibbia, che prese il nome di Bibbia dalle 42 linee: questo per il semplice fatto che, in ogni colonna, vi erano 42 righe. La stampa richiedeva diverso tempo per poter essere effettuata, visto che i vari caratteri dovevano essere spostati per poter appunto creare una pagina da stampare, composta da frasi e parole di senso compiuto. Per gli spazi venivano utilizzati dei pezzi di cartone o carta, in maniera tale che le parole fossero ben separate tra di loro.
La stampa tedesca e le prime tipografie

Fino al 1700, la tipologia di stampa maggiormente utilizzata fu quella di Gutenberg, ma a breve la tecnologia ed il metodo di stampa cambiarono notevolmente. Il tutto avviene quasi per casualità, visto che a scoprirlo fu un tedesco, ovvero Senefelder, che si accorse di un particolare processo mentre stava lavorando nella sua officina di stampa. Egli appoggiò una pietra su alcuni fogli appena stampati: quando la sollevò si accorse che, i caratteri della stampa, furono trasferiti dalla carta alla pietra. Tentò di lavare la pietra per rimuovere l’inchiosto, senza ottenere risultati positivi, capendo che i materiali calcari, trattati con inchiostri, riescono a respingere l’acqua mentre le parti umide, come i fogli di carta appena stampati, rifiutano gli inchiostri. Grazie a questo ragionamento, il tedesco Senefelder, inventò il primo prototipo di stampa offset planografica. Nel XIX secolo invece, il francese Firmin Didot creò la prima tipografia tecnologica che sfruttava le macchine a vapore per accelerare il processo di stampa. Inoltre, costruì alcune lastre di metallo nelle quali i caratteri venivano fusi: in questo modo si evitava di dover cambiare la loro posizione ogni volta che doveva essere stampata una nuova pagina.

Le prime stampanti

Le innovazioni si susseguirono anche negli anni successivi, ma solo nel 1970, con l’avvento dell’informatica e la nascita dei computer, venne inventato il primo modello di stampante, ovvero una LQ della Epson, che introdusse 24 aghi nel modello che permetteva di realizzare una stampa con caratteri ben definiti e comprensibili.
Parallelamente, la Casio inventò il primo modello di stampante con getto d’inchiostro, mentre la Canon, attorno al 1982, introdusse il concetto di stampante laser.
Attualmente invece, oltre alla stampa che viene effettuata mediante il web, si parla anche di quella in 3D, ovvero la tipologia che viene realizzata su superfici diverse dalla carta, come magliette, cartone, vetro ed altri elementi.

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