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La Scuola? I bambini non votano, per questo i politici non se ne curano

Da neuropsichiatra infantile propongo una riflessione sugli effetti dell’interruzione scolastica

scuola vuota

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In questo strampalato periodo di convivenza con un virus che si diffonde nel mondo emergono i più vari vizi e virtù del nostro altrettanto strampalato paese. Accenno soltanto al fatto che si dovrebbe parlare degli errori sulle cifre nel calcolo dei contagiati e del decessi, niente affatto inoppugnabili. Invece si parla di tutto, negozi, aziende, fabbriche, trasporti, ma non della cosa più importante: la Scuola.

La scuola l’azienda più importante del paese che dalla tappa storica dall’alfabetizzazione in poi, mobilita immense risorse e capta tutti i giovanissimi cittadini per tentare di preparare il loro futuro individuale e soprattutto collettivo e sociale. Quel futuro che determinerà le scelte politiche, sociali, ambientali e sanitarie anche.

Cos’è davvero la Scuola

Le scuole sono sospese ma le alternative raffazzonate non si spingono oltre il proporre programmi web per il cosiddetto insegnamento. È una dimenticanza spaventosa. Ma dato che i bambini non votano sembrano a molti politici meno importanti dei loro genitori. Quando ero presidente Anci feci fare un manifesto che recitava “Ancora non votiamo ma voteremo”. Voglio dire che c’è un grande equivoco: la Scuola non è l’agenzia pubblica o privata dove si insegna, o un parcheggio, ma è quel luogo dove ogni bambino, anche immigrato o disabile, o con sensibilità particolari, trova il suo spazio di crescita ed espressione. Non solo apprendimento del programma ma il luogo dell’integrazione e crescita livello psico fisico, dove ogni piccolo umano può misurare se stesso immerso nel mondo.

Scuola, luogo di integrazione

Il contatto fisico, la collaborazione con i coetanei attraverso la vicinanza, il tatto, il contatto, l’aiuto, lo scambio, il confronto, questo è Scuola. In un passato anche piuttosto recente il bambino si trovava in una famiglia allargata, fatta di diverse generazioni, tanti cugini, nonni, poteva inventare regole del gioco e prepararsi alla crescita. Oggi con la famiglia nucleare o mono nucleare l’integrazione si spezza. Oggi un bambino non capisce neppure chiaramente il perché di questa interruzione brusca, ma recepisce di un nemico invisibile e spaventoso. Un bambino oggi vede la conta dei morti e immagini di ospedale. Se poi ha la fortuna di poter uscire, vede adulti con le mascherine e distanti per paura. Una sorta di maschera inquietante dove tutti sono nemici e il contatto è antagonista. Bisogna dialogare con i nostri figli e spiegare loro cosa sta succedendo. Anche questo è Scuola.

Scuola e disabilità

Vorrei anche dire molto sulla situazione disastrosa che la sospensione scolastica ha determinato sulle infinite disabilità fisiche, precettive, cognitive, emotive. Se già per i bambini con handicap era difficile l’integrazione nella scuola, ora è una catastrofe. Non vi sono insegnamenti differenziati per loro ne maestre di sostegno previste che possano recarsi a casa per lo studio e il mantenimento di un legame con il mondo esterno. La mancanza della scuola e trascurare il suo ruolo e i sui scopi è quindi la più grave dimenticanza di questa pandemia.

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