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“La mia Juve con quella di oggi? Come paragonare un asino a una bella signora”

Luciano Moggi al nostro giornale: “Cassano dice che mi avrebbe attaccato al muro. Credo che sarebbe accaduto l’esatto contrario”

Luciano Moggi

Luciano Moggi

A quanto pare non è un fallimento. Facciamo riferimento alle recenti dichiarazioni rilasciate da Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus che, al termine del match contro il Benfica, ha dichiarato che la sconfitta contro i portoghesi, di fatto decisiva per il mancato passaggio agli ottavi di finale della Champions League, è sostanzialmente una circostanza che può avvenire.

Massimiliano Allegri e la Supercoppa Italiana
Massimiliano Allegri

“Se questo ko è un fallimento? No, ci sono anche queste serate, ci sono anche le sconfitte” – ha detto l’allenatore livornese – “Deve essere l’opportunità per rituffarci in campionato. Fallimenti sono altri: si cade per rialzarsi”.

La prima volta dal 2010

Sta di fatto però che, dal 2010 a oggi, il raggiungimento degli ottavi di finale di Champions League era praticamente una regola non scritta per Max. Nelle ultime dieci edizioni sono state altrettante le qualificazioni al round delle migliori 16, della principale competizione europea per club. L’undicesima evidentemente è risultata indigesta, con una magra figura rifilata e tre soli punti racimolati dopo cinque giornate. Ora per la Juve c’è la possibilità del raggiungimento del terzo posto nel girone, quello che garantisce l’approdo in Europa League.


Una consolazione magrissima, soprattutto se si considera che è tutt’altro che scontata. Anche perché una squadra come la Juventus dovrebbe essere abituata a diversi palcoscenici, ad altre ambizioni. E dichiarazioni di questo tipo, ricordano quella cara vecchia favola della volpe che non raggiunge l’uva, in questi tempi ritornata virale, dopo il duello verbale a distanza tra due protagonisti del calcio del recente passato.

Luciano Moggi sorridente
Luciano Moggi

Il parere di Luciano Moggi

Abbiamo raggiunto al telefono Luciano Moggi, ex dirigente sportivo italiano, per una breve considerazione relativa all’argomento. Luciano Moggi ha legato nome e attività professionale a squadre prestigiose della serie A, tra cui Roma, Napoli, Lazio, Torino e appunto Juventus. Una carriera impreziosita da un palmares di tutto rispetto, all’interno del quale figurano sei Scudetti, tre Coppe Italia, cinque Supercoppe italiane, una Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Uefa, una Coppa Uefa e una Coppa Intertoto.

“Sono due cose completamente diverse” – ci dice l’ex dirigente – “sarebbe come paragonare un asino a una bella signora”. Un commento semplice, schietto. Che lascia tuttavia molto spazio all’immaginazione.

Una immaginazione che sarà oltremodo necessaria, soprattutto a breve, quando inizierà il campionato del mondo di calcio 2022 in Qatar. Abbiamo chiesto a Moggi se sarà una competizione in grado di andare incontro al suo gusto.  “Guarderò le partite da giornalista” – ci confessa – “Non tiferò per nessuna squadra in particolare. Non essendoci la Nazionale Italiana, guarderò il mondiale con distacco, approfondendo concetti generali legati al calcio“.

La vicenda Cassano

Inevitabile però il riferimento a quanto sta accadendo in queste ore, tra l’ex dirigente e Antonio Cassano. Un botta e risposta serrato, che probabilmente non è ancora giunto al capitolo conclusivo.

“Credo che Antonio abbia equivocato le mie parole” – ci spiega Moggi – “perché parlavo di un suo commento, relativo a Cristiano Ronaldo, che a detta sua non fa più nulla. Ma nella Juventus faceva venti gol all’anno. Sostengo che se non fosse andato via lo scorso anno, la Juventus avrebbe potuto anche vincere il campionato. Il mio era un consiglio, un invito a non deprezzare il lavoro degli altri. Si è scatenato di tutto, ma il mio era un commento amichevole“.

Antonio Cassano in azione durante una partita della Nazionale
Antonio Cassano con la maglia azzurra

Abbiamo chiesto al Direttore se uno come Cassano avrebbe potuto fare la differenza nella Juventus di oggi, cambiando un po’ le sorti della Vecchia Signora.
Certo!”– ha risposto Moggi – “Era un grande giocatore, avrebbe fatto la differenza ovunque. Se Antonio ha qualche rimpianto? Chiedetelo a lui“.

Infine la stoccata: “Lui funziona come personaggio televisivo. Conferisce un’immagine alla trasmissione e fa bene il suo nuovo lavoro. Però se dice che Haaland non sa giocare, o che Ronaldo non gli piace, sbaglia. Soprattutto, quando dice che se fosse stato alla Juventus mi avrebbe attaccato al muro. Credo che sarebbe andata a finire esattamente nel modo opposto“.