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La bici in città, pericolo di morte. Milano guida la classifica poi c’è Roma

Il dato sconfortante è che questi incidenti sono quotidiani. Quasi ogni giorno ce n’è uno mortale. Soprattutto a Milano e a Roma

Persone a passeggio e in bicicletta in via dei Fori Imperiali a Roma

I dati Istat sostengono che sono 3.476 gli incidenti che coinvolgono bici e monopattini con altri veicoli e che provocano centinaia di morti e feriti. Non funzionano le piste ciclabili invase da chiunque, non funzionano i richiami alla prudenza. Ma nelle città in cui si usano più bici che auto, gli incidenti diminuiscono per tutti.

Pochi giorni fa l’ultima vittima passeggiava in bicicletta

Un uomo di 46 anni è stato travolto e ucciso mentre era in sella alla sua bicicletta da un pirata della strada che poi si è dileguato. Si chiamava Davide Calabrò ed era originario di Nettuno. L’incidente è avvenuto a Cisterna di Latina l’11 ottobre scorso, in via Nettuno, per uno strano scherzo del destino. Davide stava passeggiando con un’amica in bicicletta quando l’auto lo ha investito e ucciso. Inutili i tentativi di salvarlo dei sanitari del 118.

Il conducente del veicolo investitore si è reso irreperibile e sono scattate subito le ricerche condotte dagli agenti della polizia locale diretti dal comandante Rauol De Michelis. Una volta individuato il veicolo, hanno stretto il cerchio per rintracciare il pirata. Il quale s’è poi presentato al comando di polizia di Cisterna il 12 ottobre, forse sentendo il fiato sul collo degli agenti, ammettendo le sue responsabilità. L’uomo ha 80 anni è ha affermato di non essersi accorto della presenza del ciclista. Dalle indagini sul veicolo sottoposto a sequestro forse si avranno riscontri più precisi sulla dinamica dell’incidente. L’uomo è indagato per omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso.

Milano guida la classifica poi c’è Roma e Bologna

Secondo l’Osservatorio Asaps, (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale) pubblicati il 9.11.2022, in otto mesi dell’anno passato, si sono verificati 3.476 incidenti riguardanti biciclette e monopattini. In testa alla classifica c’è Milano, con 1.214 incidenti, poi Roma con 524, Bologna 320, Firenze 229 e Verona 174.

I dati vengono forniti da Aci – Istat e rielaborati dall’Asaps. I ciclisti che hanno perso la vita nell’incidente sulla strada sono 105 in tutta Italia, di cui 5 minori. A questi vanno aggiunti i decessi avvenuti in ospedale nei giorni successivi per i traumi postumi e questi non sono a nostra conoscenza.

Asaps ha pubblicato poi i dati di quest’anno. Dal 1° gennaio al 27 agosto i ciclisti che hanno perso la vita sono già 125, anzi 126 perché una ragazza di 28 anni è stata investita ed uccisa da un camion il 29 agosto a Milano mentre era sulla sua bicicletta in viale Caldara. Il conducente del camion, un 54 enne, è adesso indagato per omicidio stradale. La madre della ragazza ha ripetuto quello che tutti i genitori e i parenti di queste vittime dico no sempre in questi frangenti: “Non è possibile morire così. Bisogna fare qualcosa!”

Quest’anno un bollettino di guerra, con il bel tempo aumentano i morti

Nel mese di agosto di quest’anno le vittime sono state 15. Il bollettino scandisce i morti mese per mese: a gennaio 10, febbraio 5, marzo 7, aprile 14, maggio 18, giugno 22, luglio 34 ed agosto 16. Via via che la stagione si fa più bella aumentano i morti. Perché aumenta la gente che va in bici a passeggio per godersi le belle giornate. Ancora una volta va detto che i morti sono solo quelli relativi all’evento accaduto in strada, non sappiamo niente di che fine abbiano fatto i feriti giunti in ospedale non sempre in buone condizioni. Dei deceduti 108 sono uomini e 17 donne. Quelli con più di 65 anni sono 48. In 9 casi la colpa è stata di un pirata della strada. Tra i deceduti un uomo di 98 anni e cinque giovani tra i 15 e i 18 anni.

Il dato sconfortante è che questi incidenti sono quotidiani. Quasi ogni giorno ne succede uno mortale. Prevalentemente in Lombardia e Milano è la città che guida questa triste classifica ma Roma viene subito dopo.

La bici in città non è una buona idea: smog, traffico caotico, imprudenza

Andare in bicicletta nelle grandi città non è una buona idea. Non lo è per il motivo del traffico e di una guida spesso sconsiderata e irresponsabile da parte degli automobilisti, magari stressati dalle ore passate in fila e quando possono correre lo fanno senza timore. Non lo è perché fare attività aerobica in una città significa respirare più veleni che ossigeno. Io sarei per evitare di andare in bicicletta nelle strade cittadine ma di limitarsi ai parchi e agli spazi sportivi. In tanti lo devono fare per lavoro, come runner delle consegne, ma sono come professionisti, sanno come stare nel traffico. Sono i ciclisti della passeggiata che possono commettere imprudenze o fidarsi troppo degli automobilisti, che a volte non rispettano il codice della strada.

Secondo l’Istat la causa è la distrazione, la mancata precedenza, la velocità

L’Istat dice che per biciclette e monopattini elettrici si sono registrate 229 vittime nel 2021: +30,1% rispetto al 2020 e –9,5% rispetto al 2019. “Tra i comportamenti errati alla guida i più frequenti si confermano la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata. I tre gruppi costituiscono complessivamente il 39,7% dei casi (78.477), valore stabile nel tempo”. I ciclisti sono fra gli utenti più vulnerabili che rappresentano il 50,9% dei morti sulle strade. Oltre agli incidenti già citati ce ne sono 1.282 che riguardano le biciclette e i monopattini da soli, senza il coinvolgimento di aiuto o camion.

Sul triste podio salgono ancora una volta Milano, con 590 sinistri, poi Roma con 141 e Genova con 106. Seguono Firenze con 96, Torino con 84 e poi Bari con 42. Risulta che il valore medio per tutti gli utenti della strada (5.131 morti su 230.871 incidenti) è pari a 2,2. Anche per i ciclisti il tasso è 2,2 (352 morti su 15.700 incidenti registrati). Per i pedoni il tasso è pari a 3, mentre per i motociclisti è 2.

170mila ciclisti si muovono a Roma

Nella sola Roma ogni anno ci sono 170.000 persone che per spostarsi usano la bicicletta. Sembrano tanti ma in una città con milioni di persone in movimento e con milioni di auto, bus, tram, camion, furgoni che corrono in ogni direzione, sono una infima minoranza. I ciclisti sono un fastidio per chi è in auto e si muove per lavoro. Rallentano la marcia, sono un ostacolo anche solo per superarli, con le strade spesso strette della città. A volta tendono ad affiancarsi, quando pedalano in coppia o in comitiva, rendendo il sorpasso ancora più complicato.

Pedalare e parlare lo si può fare a Villa Borghese non sull’Olimpica. Se poi piove tutto si complica. Diventa un problema per loro pedalare sotto l’acqua, con le pozzanghere, col rischio di essere infradiciati ad ogni passaggio di un’auto. Diventa complicato vederli se la pioggia è fitta. Di notte non ne parliamo nemmeno. Sarebbe da sconsigliare usare la bici dopo il tramonto. Quel lumino rosso a malapena si nota al lato della strada. Qualcosa bisognerà inventarsi. Catarifrangenti addosso e giacche o giubbotti riflettenti dovrebbero essere indossati per sicurezza dei ciclisti, come il casco e le luci aggiuntive alla bici. Ma non so se sia sufficiente.

Uno studio europeo mette a confronto Roma con altre città del continente

Nel 2021 sul sito benzinazero.wordpress.com venne pubblicato, il 24 aprile, uno studio della ISI Foundation, University of Copenaghen, in cui si mettevano a confronto varie metropoli europee per incidenti, divisi in categorie di utenti, pedoni, ciclisti, motociclisti, automobilisti. Venne redatta una classifica dei morti per categorie per milione di abitanti, in maniera da poter confrontare le diverse realtà e Roma risultò terza in Europa per incidenti mortali. Prima Sheffield (UK), poi Marsiglia (Francia) terza Roma e dopo Londra, Birmingham, Leeds, Liverpool…

Gli incidenti stradali causano globalmente 1,3 milioni di morti e 50 milioni di feriti gravi. Sono la principale causa di morte per bambini e giovani adulti dai 5 ai 29 anni di età. Il costo degli incidenti stradali viene stimato pari al 3% del Pil globale.

Particolarmente elevati gli incidenti auto-motociclo tanto a Londra quanto a Roma, e particolarmente elevati gli incidenti che riguardano le automobili, evidenziando, ammesso che ce ne fosse bisogno, che la principale fonte di pericolo sulle strade sono i veicoli a motore.

Quando in città si usano più biciclette diminuiscono gli incidenti per tutti

Particolarmente pericoloso, per sé e per gli altri, l’uso di motocicli: motociclette, scooter e ciclomotori. Questo è dovuto alla maggiore velocità media dei motocicli rispetto alle bici (e talvolta anche rispetto alle auto), alla maggiore accelerazione, alla tendenza a svicolare nel traffico, il tutto solo parzialmente compensato dai dispositivi di protezione (essenzialmente il casco motociclistico ed eventuali indumenti protettivi).

Dalle conclusioni dello studio della ISI Foundation di Torino e dell’Università di Copenaghen risulta che le città dove si cammina di più e si usa di più la bicicletta ci sono meno incidenti per tutti gli utenti della strada, compresi automobilisti e motociclisti. Questo è probabilmente dovuto al fatto che le velocità massime diminuiscono per tutti a causa dell’elevata circolazione di utenti deboli.

La soluzione quindi sarebbe non escludere le bici dal traffico ma escludere, per quanto possibile, i mezzi a motore e incrementare quelli a pedale. La cosa funziona a Copenaghen, ad Amsterdam, forse a Parma, Ferrara e Modena ma a Roma, prima che si rinunci ad andare in auto privilegiando il mezzo pubblico e la bici, dovrà avvenire una rivoluzione.