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L’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht al Sidecar di Roma

Dal 15 gennaio al 1 febbraio, per la regia di Massimiliano Caprara

Si avvicina la data del debutto, al Sidecar in piazzale degli Eroi, dell'Opera da tre soldi di Bertolt Brecht, per la regia di Massimiliano Caprara.

L'opera, in scena dal 15 gennaio al 1 febbraio 2015 (dal giovedì al sabato ore 21.15; domenica ore 18.30), è stata commentata proprio dallo stesso regista. "Brecht è il meno assimilabile degli autori occidentali degli ultimi cento anni. Il suo carattere anti borghese, anti militaresco il suo fraternizzare continuo con qualunque causa si ponesse contro l’idea di potere, ne fanno un personaggio evitato pur se teatralmente inevitabile" – spiega Caprara. 

L'Opera da tre soldi, "rifacimento di un’opera di due secoli esatti anteriore e già a suo tempo decisamente polemica, The Beggar’s Opera di John Gay", "nelle mani di Brecht diventa – continua Caprara – un manifesto anti sistema ante litteram, in cui si afferma che il potere in quanto espressione del governo borghese e capitalista è sempre una espressione criminale e ha bisogno di strutturarsi attorno all’illegalità se non direttamente alla malavita".

Seppur rappresentata per la prima volta nel 1928, il regista ritiene che questo testo sia ancora molto attuale. "Con questo assunto e battute, come: 'Cos’è la rapina di una banca in confronto alla sua fondazione…?!' – spiega Caprara – è ben superfluo sottolineare l’inscalfibile attualità di questo testo e l’intatta prorompenza del suo autore. Per questo esattamente non fu omologato come altri autori socialisti quali Bernard Show, che divenne un classico già in vita, oppure, tutto sommato, lo stesso Pinter, che pure rifiutò un Nobel, forse perché filtrato dai movimenti degli anni Sessanta e Settanta che ne istituzionalizzarono determinati contenuti".

Con Brecht, invece, "questo non accadde, e metterlo in scena è ancora chiaccherare con un collega attorno ad un bicchiere di vino o di birra parlando dei fatti che scorrono nelle cronache politiche, tra una battuta ed un’aria musicale" – incalza Caprara. Che, ora spiega: "La musica, dunque. Il motivo per cui Brecht scelse il cabaret fu proprio la gioia straniante che dà la musica ai fatti umani e il divertimento grottesco che provoca se cantata dalle sue maschere sociali (tali sono quelle di Brecht in riferimento ai misteri popolari che occupavano le piazze di Mosca e Stalingrado già dagli anni 20), e sopratutto se composta da uno dei maggiori compositori del Novecento, Kurt Weill, annoverando tra gli spartiti di questo lavoro arie tra le più universalmente conosciute e reinterpretate".

"Un divertimento" – dicevamo – "che parla alla ragione, non mira al coinvolgimento emotivo perché il pubblico sia testimone, in quanto oggi è pubblico ma domani sarà elettore, e sappia trovare nel teatro, una palestra ove esercitare il giudizio e il senso critico, ma solo a condizione di ritrovare il divertimento, appunto, quello spontaneo genuino e popolare dell’arte scenica".

Sono tutti questi gli "essenziali riferimenti" ai quali Caprara ha improntato la regia dell'Opera da tre soldi di Brecht, "non come uno dei suoi posteri ma essendo egli un mio contemporaneo, senza quindi imbastire nessuna operazione, né sovrapporre al suo punto di vista il mio ma anzi lasciandomi portare ove lui, con molta chiarezza, indicava". Quale il risultato? "La freschezza, un pò goliardica, un pò crudele, di un’opera assolutamente necessaria, immediata, e funzionale al divertimento netto, diretto cioè a quel senso popolare del teatro che sa di vero ed utile. E in tutto ciò non può essere sfuggito ad entrambi la scritta che campeggiava nel teatro dei comici dell’arte italiani a Parigi 'Ridendo castigat mores' " – conclude Caprara.

L'Opera da tra soldi di Bertolt Brecht, per la regia di Massimiliano Caprara, vede in scena al Sidecar di piazzale degli Eroi 9 (in O.A.): Veronica Milaneschi, Gabriele Sisci, Michele Botrugno, Mariangela Imbrenda, Michele Bevilacqua, Francesca Romana Scartozzi, Claudia D'Amico, Massimiliano Caprara. Musiche eseguite in scena dal maestro Carmine Ioanna; scene Chiara Paramatti; Mº Canto: Claudia Costantini; Mº Danza: Alessandra De Marco.

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