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Intervista a Gianluigi Paragone: nuove istruzioni per manifestare il dissenso

Gianluigi Paragone non ci sta e sottolinea ancora la sua posizione contro il green pass e a favore delle libertà individuali

Gianluigi Paragone

Gianluigi Paragone

E’ di queste ore la notizia delle nuove regole per manifestare: consentiti solo sit-in fuori dai centri storici con possibile obbligo di mascherina. Restrizioni legate all’insofferenza del potere verso i cortei che da settimane bloccano le vie cittadine.

Il Senatore Gianluigi Paragone non ci sta. Nota la sua posizione contro il green pass e a favore delle libertà individuali per la tutela dei diritti dei lavoratori. L’ex grillino, paladino delle proteste milanesi, trova che in Italia “più che uno stato d’emergenza ci sia l’emergenza dello Stato’’. Paragone è stanco del governo attuale ed è sempre più insofferente verso le trovate quotidiane del trio Draghi, Speranza e Lamorgese. ’’Gente che non ha la minima grammatica della democrazia. Gente indegna di stare sotto l’insegna di una Repubblica parlamentare e democratica’’.

Senatore Paragone, lei crede che le manifestazioni di Trieste abbiano fatto salire i contagi?

Non ho i dati, ma dico soltanto che noi a Milano abbiamo manifestato per 15 settimane consecutive. All’aperto di solito non ci sono pericoli reali. L’ Italia ha vissuto momenti di assembramento ripetuti come per esempio nel periodo degli Europei di calcio, dove mi pare che non si siano registrate situazioni catastrofiche. Mi sembrerebbe strano scoprire che Trieste invece sia stata baciata dalla sfortuna. Gli idranti sui manifestanti come concetto sono un elemento molto più pericoloso.

Lo stato emergenziale verrà prorogato?

Speranza vuole allungare tutto ciò che gli permetta di non rispondere al Paese delle proprie irresponsabilità ed errori, mantenendo una modalità che gli consenta di stare dentro a un’impermeabilizzazione delle sue responsabilità e decisioni impopolari. Se l’emergenza decadesse, verrebbero meno tutte quelle regole che distorcono lo stato di diritto.

Arriva in Senato il decreto che potrebbe tramutare in legge l’obbligo del green pass per i lavoratori. Secondo lei passerà?

I numeri sono a loro favore, ma avere il voto di un Parlamento ipnotizzato non significa avere la maggioranza significativa del paese. Io credo che anche i vaccinati si stiano interrogando sulla quantità di democrazia ancora presente nella Nazione.

Si parla anche di un cartellino giallo, una spunta di questo colore sul green pass, allo scadere dei sei mesi dal vaccino per sospendere il lasciapassare in attesa della nuova dose, non le sembra eccessivo?

Non sto dietro alle pagliacciate del governo. Ogni giorno ne annunciano di nuove.

Sulla lotta ai vaccini Grillo si era esposto in prima persona con l’intento di arginare il dominio delle case farmaceutiche e su questa parte del programma ha preso molti volti. Come giustifica un simile voltafaccia?

Avessero tradito solo su questo. La libertà vaccinale era una delle battaglie prioritarie, ma come sappiamo hanno ingannato gli elettori anche su altro.

*La foto di Gianluigi Paragone dal suo profilo Facebook

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