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Inchiesta Olidata e Regionali Sardegna: cronaca di uno scoop mancato

Un post pubblicato su FB il 22 Febbraio scorso, che non era sfuggito all’attenzione di un giornalista di giudiziaria di una importante testata nazionale

Alessandra Todde

Alessandra Todde (dalla sua pagina Facebook)

Il travagliato passato di Olidata sembrava voler riemergere durante la corsa elettorale in terra sarda e forse riaffiorerà nel bel mezzo del governatorato a guida “grillina” che si appresta a prendere forma nell’isola italiana più famosa nel mondo.

Olidata e Alessandra Todde

L’operato negli anni 2018-2019 dell’allora Amministratore Delegato dell’azienda, Alessandra Todde, potrebbe finire sotto la lente d’ingrandimento della Procura Svizzera nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria nei confronti dell’allora Presidente del CDA e maggior azionista Riccardo Tassi, che l’aveva fortemente voluta alla guida del colosso informatico italiano “dai piedi d’argilla”.

Una notizia che avevamo anticipato in un semplice post (con allegato un articolo dell’Espresso del 25 Settembre 2019) a poche ore dalla competizione elettorale che ha visto la clamorosa affermazione, per un pugno di voti, dell’ingegnere informatico Alessandra Todde.

Un post, il mio, pubblicato su FB nella serata del 22 Febbraio, che, condiviso dai vari gruppi fb riconducibili a FDI e LEGA, non era sfuggito all’attenzione di un giornalista di giudiziaria di una importante testata nazionale considerata a destra dello schieramento politico nazionale, il quale mi contattava attraverso il canale social di Messenger nella tardissima mattinata di venerdì 23 Febbraio.

Mostrandosi particolarmente interessato a quello che avevo scritto, lasciava il proprio recapito telefonico per essere ricontattato. Dopo le dovute sommarie verifiche per appurare l’attendibilità del profilo corrispondente, lo chiamavo per un confronto fattuale.

Interessati a pubblicare la notizia, possibile scoop

Una conversazione di circa mezz’ora in cui da una parte riassumevo in breve l’origine della notizia e l’assoluta attendibilità unitamente alla possibilità collocarla nel contesto politico, dall’altra il mio qualificato interlocutore esponeva la volontà di poter arrivare ad una pubblicazione in ottica elezioni regionali sarde proprio per Domenica 25 Febbraio.

Un vero e proprio “scoop” nel bel mezzo della competizione elettorale, con effetti amplificati dall’attenzione mediatica generale e soprattutto senza reali possibilità di replica o smentita immediate, visto l’imposto silenzio elettorale e i molteplici dubbi interpretativi della norma che lo regola.

A quel punto, “attirato” da tanto interesse, mi dichiaravo disponibile per ogni eventuale ulteriore approfondimento, a condizione che non venisse trasfigurato il contenuto di quanto acquisito, e preferibilmente attraverso una mia condivisione e/o compartecipazione.

La storia di Olidata

A beneficio e chiarimento dei lettori, premetto che da diversi anni, in tempi non sospetti, sto conducendo una personale inchiesta sulla storia di Olidata e del suo controverso padre-padrone per vari lustri, Riccardo Tassi. Una lunga e laboriosa indagine, ancora oggi non giunta alla fine, per un cold case internazionale che mi ha “costretto” ad un lungo salto all’indietro (2008).

Torniamo all’attualità: quando intorno alle 17:30 dello stesso giorno l’ottimo giornalista mi chiamava per chiedermi la documentazione comprovante la veridicità dei fatti, dando la sua disponibilità ad una possibile collaborazione, in via preventiva interpellavo il mio Direttore affinché si adoperasse per le necessarie verifiche.

Risultato: tutto vero e confermato, Si poteva andare avanti per la stesura di un articolo a doppia firma. Così, inviavo i documenti richiesti, la bozza del mio pezzo e mi mettevo in “vigile attesa”. Il giorno successivo, sabato di “vigilia”, a parte il mio consueto allenamento in palestra, trascorreva velocemente nella ricezione continua di “like” al post e nel reiterato controllo dei “mezzi di prova”, delle fonti a sostegno e della “grammatica anti diffamazione” applicata al mio pezzo.

Poco prima delle 16, l’ultima comunicazione alquanto stringata del collega: ”Appena so qualcosa ti aggiorno”

Una comunicazione apparentemente chiara ed inequivocabile riguardo al fatto che tutto fosse pronto in attesa della sola decisione del suo Direttore responsabile. In realtà era stato questo troppo laconico ultimo contatto a farmi capire che nessun articolo sarebbe stato pubblicato. E infatti l’esimio collega, loquace fino al momento prima, prodigo di considerazioni e valutazioni, capace di esprimersi con modi educati e partecipativi, alquanto irrispettosamente, si eclissava in via definitiva senza più rispondere. Neppure ai miei composti e brevi messaggi di commiato inviati il giorno successivo per chiudere educatamente il rapporto intercorso.

Ad avvalorare la mia certezza che l’iniziale e reale interesse del giornalista di “giudiziaria” al mio articolo era stato però stoppato da chi stava “più in alto”, per ben altri motivi non legati alla bontà del mio articolo, ci aveva pensato nella serata del Sabato televisivo il Direttore dello stesso importante giornale che, in una delle sue consuete apparizioni televisive, in una trasmissione a carattere giornalistico, più volte dimostrava di trovarsi in perfetto accordo (tra sorrisi e sconcertanti ammiccamenti reciproci) con le tesi tutte anti meloniane sostenute da un suo “parigrado”, altrettanto stimato e famoso, per quanto da tutti sempre considerato come suo acerrimo e storico “nemico”.

Lo scoop nella competizione elettorale sarda

Intendiamoci, nessuno potrà mai dirci se l’uscita dell’articolo nell’election day isolano avrebbe potuto favorire uno dei contendenti.

Forse, più semplicemente, la notizia a supporto del mio articolo è stata considerata irrilevante o poco significativa, per quanto l’iniziale interesse del giornalista mi avesse fatto pensare il contrario. A dire il vero però, se si vanno a sfogliare le prime pagine di molte delle edizioni di quel giornale, come anche di altri, la pubblicazione di notizie irrilevanti e/o scarsamente supportate e/o poco attrattive riportate per meri scopi scandalistici (anche se molte volte spacciate per cronaca giudiziaria), risulta essere il pane quotidiano.

Probabilmente sarà stato un improvviso quanto inaspettato rigurgito di correttezza ed equidistanza nei confronti di tutti i candidati dell’agone politico nell’isola resa famosa da Karim Aga Khan IV.

Pensatori più fini ed esperti potrebbero addirittura controbattere che porre l’attenzione su un fatto giudiziario che solo indirettamente sembrava coinvolgere la candidata dell’improvvisato e improvviso “campo largo”, l’avrebbe addirittura favorita nella veste di “vittima”, maldestramente impallinata dal Centro Destra governante, già gonfio e tronfio di incarichi, prebende e privilegi.

Destre maldestre

O forse, potrebbe essere veritiera la tesi per cui una parte di Destra filo-putiniana ritiene di non voler e non dover concedere alcun vantaggio alla Destra turbo-atlantista meloniana.

Dunque, svanita la possibilità di disporre di una cassa di risonanza di livello nazionale, sarò ben lieto di pubblicare l’articolo attraverso il “mio” giornale. D’altra parte la notizia c’è, la rilevanza è quella che riguarda l’interesse nazionale, le fonti sono attendibili, le prove raccolte, anche quelle più clamorose sono inoppugnabili. E poi, nell’epoca dei social basta “un niente” a diventare virali.

Così, prossimamente i lettori avranno la possibilità di leggere quello stesso articolo, che doveva essere pubblicato qualche giorno prima delle elezioni sarde.

E soprattutto gli e-lettori, passati e futuri, potranno giudicare se la notizia avrebbe potuto influire sull’esito di un’elezione già forzosamente entrata nella storia della nostra Terza Repubblica.