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Il Quirinale, nello scontro col Governo, è indifendibile: ecco perché

Dopo lo scoop de La Verità e le proteste di FdI, il consigliere del Colle Garofani conferma le sue dichiarazioni para-eversive: che Mattarella, prendendone le parti, dà l’impressione di avallare

Palazzo del Quirinale

Palazzo del Quirinale (© Wolfgang Moroder / Wikimedia Commons)

È scontro aperto tra il Quirinale e il Governo, con particolare riferimento a Fratelli d’Italia, il partito del Premier Giorgia Meloni. Il casus belli è stato un articolo giornalistico su un’indiscrezione, come minimo, sconcertante. Che, provenendo dai massimi vertici istituzionali, non poteva che scatenare un’aspra polemica politica.

Palazzo del Quirinale
Palazzo del Quirinale (© Wolfgang Moroder / Wikimedia Commons)

Lo scoop de La Verità

Premessa: l’inquilino del Quirinale (chiunque sia) non è infallibile, pertanto è passibile di critiche come chiunque altro. Un paio in passato furono addirittura spinti alle dimissioni, peraltro a causa di campagne orchestrate dagli stessi che ora considerano la figura una specie di totem. E che quindi sono fideisticamente partiti lancia in resta contro La Verità, perché evidentemente la libertà di stampa è sacra solo per gli “amici”.

Libertà di stampa
Libertà di stampa (© Diggita Italia / Flickr)

Il quotidiano aveva pubblicato un virgolettato attribuito a Francesco Saverio Garofani, consigliere di Sergio Mattarella. Il quale, preoccupato che il centrodestra possa vincere anche le Politiche 2027, auspicava «un provvidenziale scossone» capace di far cadere l’attuale esecutivo.

In seguito a questo scoop, come riporta l’ANSA, non sorprendentemente FdI ha chiesto le spiegazioni del caso per bocca del capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami. Che però Sergione in persona, benché non chiamato in causa, ha accusato con una nota irrituale di «dar credito» a un attacco che sconfina «nel ridicolo». Di fatto una non-risposta volta solo alla delegittimazione, come se in Italia non avessimo già avuto il golpe bianco eterodiretto da Giorgio Napolitano con la complicità dell’Europa.

Giorgio Napolitano, Quirinale
Giorgio Napolitano (1925-2023). Immagine dalla pagina Facebook di Leggo

Lo scontro Governo-Quirinale

E infatti Maurizio Belpietro, direttore del giornale milanese, come riferisce TGCom24 ha prontamente rincarato la dose. Tuonando che «di ridicolo in questa vicenda c’è solo il maldestro tentativo di mettere il silenziatore a dichiarazioni inquietanti rilasciate da un consigliere del Presidente della Repubblica». A proposito delle quali anche il deputato fratellista Giovanni Donzelli, come rileva Il Sole 24 Ore, ha ribadito che la maggioranza aspettava «la smentita».

Maurizio Belpietro
Maurizio Belpietro (immagine dalla sua pagina Facebook)

Invece è arrivato un ulteriore colpo di scena, sotto forma di intervista rilasciata al Corsera dall’ex parlamentare del Pd. Che in buona sostanza ha confermato la veridicità del retroscena, spiegando pateticamente che era «una chiacchierata in libertà tra amici».

Francesco Saverio Garofani, consigliere del Quirinale
Francesco Saverio Garofani (immagine dalla pagina Facebook di Notizie e Non Solo)

Quest’ammissione, a ben guardare, si ritorce soprattutto contro l’uomo del Colle che, prendendo le parti del suo collaboratore, ha dato l’impressione di avallarne gli auspici para-eversivi. Ecco perché la sua posizione, con buona pace delle truppe mattarellate, è semplicemente indifendibile.