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Il Governo dei Migliori e Mc Kinsey: un governo di tecnici può aver bisogno dell’aiuto di altri tecnici?

La consulenza della Mc Kinsey? Come può un governo di tecnici aver bisogno dell’aiuto di altri tecnici? Con altre spese per lo Stato?

mario draghi

Il Premier Mario Draghi

Poiché però al momento attuale non ci sono le forze necessarie, ecco che allora il tecnogoverno fa ricorso, per la stesura del Recovery Plan, agli esperti del gruppo Mc Kinsey, specialista di consulenza a livello mondiale.(La società Mc Kinsey, fondata a Chicago nel 1926, ha avuto una notevole importanza in tutte le trasformazioni del capitalismo degli ultimi cento anni. Dall’efficienza al gigantismo aziendale, all’information technology).

Gli esperti del Gruppo Mc Kinsey

Ci sarebbe di che gridare allo scandalo: ma come, un governo di tecnici ha bisogno dell’aiuto di altri tecnici? Con un’ulteriore spesa per lo Stato?

In realtà, sappiamo che già in passato i nostri governi (e non solo, sembra) abbiano fatto ricorso a codeste società; inoltre, la spesa è moderata.

Il problema è che i consigli della Mc Kinsey stavolta saranno rivolti anche alla fase di attuazione del piano, indirizzando la ripartizione dei fondi nei vari progetti e ricordando il vincolo alla base della concessione di essi. Ossia, l’impegno del nostro governo a realizzare riforme strutturali per la razionalizzazione del sistema socioeconomico, il cui aspetto più scontato è la riduzione della spesa pubblica.

Impegno che sembra già garantito in anticipo dall’economista Draghi, che nel suo profilo ha scienza ed esperienza riconosciute a livello globale. Al punto tale che, già prima di ricevere in modo ufficiale l’investitura di Premier, i mercati hanno reagito in modo positivo con il rialzo delle quotazioni di borsa ed una discesa del nostro spread mai vista prima.

Al che, da persona normale, piuttosto ignorante in Economia, mi chiederei: se lo spread tra i nostri titoli di Stato e i bund tedeschi è direttamente legato al volume eccessivo del nostro debito pubblico, come si può spiegare la sua improvvisa variazione? Forse, il debito è svanito per incanto al solo pronunciamento del nome di Draghi, Merlino della finanza?

Mario Draghi, il mago Merlino della finanza

Certo, si dice, è questione della fiducia accordata alla persona. Ergo, alle attività che evidentemente i mercati, o meglio le lobbies che hanno in pugno la tecnofinanza globale, si aspettano che Egli metta in campo.

L’impegno del presidente Draghi, uomo della finanza

Il neo premier Draghi è uomo della finanza, esperto di moneta e di banca, di investimenti e ricavi.

Ha già enunciato per sommi capi il suo programma: massimo impegno per garantire la salute dei cittadini e risanare l’economia, necessità di riforme che rimodellino la società.

Perciò ci sarà bisogno di fare sacrifici.

Ed ecco, la ripresa dello strumento del Dpcm, per l’uso del quale era stato tanto criticato il precedente governo Conte. Ora invece accettato e giustificato da tutti, da destra a sinistra.

Così, sulla base delle valutazioni del Cts (Comitato tecnico scientifico) e dell’incremento dei contagi e dei ricoveri, si torna a chiudere tutto, o quasi.

Il Nuovo Dpcm, ancora Dpcm…

Il nuovo Dpcm, valido dal 6 marzo al 6 aprile, include il divieto di spostamento anche tra regioni gialle e la chiusura totale delle scuole nelle zone rosse, magari demandata alla decisione dei governi regionali.

In più, il lockdown nei weekend come a Natale, che, forse sarà esteso a tutto il Paese, per l’allarme causato dalla maggiore virulenza delle varianti del virus e dal convincimento di più virologi che per abbattere la curva dei contagi non sia sufficiente l’attuazione della campagna vaccinale.

Campagna che peraltro è appena iniziata, a causa della carenza di dosi vaccino dovuta alle ormai note inadempienze contrattuali delle multinazionali del farmaco ed alle speculazioni fuorilegge sugli acquisti di vaccino.

Pertanto, ci sembra di essere all’interno di un lungo tunnel, di cui ancora non vediamo il fondo rischiarato da un minimo bagliore di luce.

Nulla sarà come prima: la società di domani rimodellata dal potere tecnofinanziario

Intanto, molti esperti (intellettuali, politologi, economisti soprattutto) ci predicono che la società dopo la pandemia sarà molto diversa, nulla sarà come prima.

Infatti, il nostro demiurgo pone già la necessità di avviare riforme del lavoro per i giovani e gli inoccupati. Il che significa modificare i rapporti di lavoro dal punto di vista contrattuale e normativo, seguendo quella impostazione liberalizzatrice avviata dalla “sinistra di governo”, tanto cara a Confindustria. A questo scopo diventa funzionale l’uso strumentale della scuola per la formazione professionale dei giovani e degli adulti, illusoriamente presentata come chiave di accesso immediato al lavoro, di aggiornamento e riqualificazione lungo tutto l’arco della vita dell’individuo (formazione permanente).

Ancora, nelle intenzioni del Nostro ci sono le riforme della sanità e della previdenza e assistenza sociale, che si scontreranno forzosamente con l’aumento del cosiddetto debito buono. A meno che, come è probabile, non si trovi il modo di stringere i cordoni della spesa a danno della qualità di vita dei cittadini, ma dipingendo il cambiamento come necessario e migliorativo del passato.

Con tutto ciò, è auspicabile che nel breve periodo il governo dei tecnici migliori in parte la vita dei cittadini, più di quanto non abbia saputo o potuto fare un qualsiasi governo di una politica degenerata, avulsa dai bisogni dei cittadini e rinchiusa nei propri interessi personali e di gruppo, e perciò implosa su stessa (come dimostrato, per es., dalle crisi di PD e M5S).

Bisogna capire però che la tecnica ha in sé l’aspetto politico, tanto più nella nostra epoca digitale.

Così oggi la Tecnofinanza ha preso nelle proprie mani le redini del cavallo, la Politica ne tiene le staffe come scudiero. Alla Mc Kinsey si sono formati, tra gli altri, Alessandro Profumo, Corrado Passera, Ettore Gotti Tedeschi.

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