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Il Governo cerca voti, la pandemia avanza e le nostre speranze disattese

Il tempo è sprecato nella rissa politica, segno di quanto gli schieramenti politici abbiano a cuore la salute fisica e sociale dei cittadini

mascherine al chiuso

Mascherine al chiuso

Alla fine delle feste natalizie, sobriamente trascorse nel rispetto del lockdown varato dall’ultimo Dpcm del 3 dicembre e confermato dal Decreto Natale, sembrava che la curva dei contagi si fosse stabilizzata, e diminuito il numero di morti accertati ogni giorno rispetto all’incremento verificatosi nel mese di ottobre. Anche l’indice di contagio Rt scendeva sotto l’unità in quasi tutte le regioni, portandoci così a sperare che la diffusione della malattia rallentasse progressivamente.

Nonostante ciò, non diminuiscono le paure collegate al pericolo del contagio. Anzi, trovano nuovo alimento proprio nella soluzione da tempo prospettata come panacea di tutti i mali della pandemia, cioè la vaccinazione.

Il valore della vaccinazione

Infatti, la medicina ci dice che per arrivare all’immunità indotta di una intera popolazione, occorre che almeno il 70-80 % di essa debba essere vaccinata. Qui sorgono altri problemi: validità del vaccino, disponibilità di esso, tempi e modi di somministrazione, possibili effetti collaterali.

Sappiamo che per essere considerato valido, cioè efficace e privo di controindicazioni eccessive, il vaccino, come (e forse più di) un qualsiasi farmaco deve subire più serie di test scientifici ed infine essere approvato dalle agenzie ufficiali del farmaco, nazionali ed internazionali.

Problemi relativi alla validazione e distribuzione dei vaccini. Politica dell’UE

Fino a qualche giorno fa, soltanto il prodotto Pfitzer-Biontech aveva ottenuto la validazione da parte della statunitense FDA (Food and Drug Administration) e dell’EMA (European Medicines Agency) ; infine, anche dalla nostra AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).

Ora è la volta di quello di Moderna, approvato dall’EMA

Prossimamente potrebbe aver via libera anche il vaccino studiato dall’università di Oxford in collaborazione con la società AstraZeneca e l’italiana Irbm di Pomezia, che aveva avuto dei rallentamenti, dovuti alla dichiarazione di validità.

Ricordiamo infatti che, quasi per caso, si era appurato che l’immunità si raggiungeva con due dosi successive, di cui però la prima era la metà della seconda.

Comunque, tutti i nuovi vaccini basati sulla tecnica dell’RNA messaggero danno l’immunità soltanto dopo la seconda dose. Infatti, si è verificato in qualche caso lo sviluppo della malattia in soggetti che avevano ricevuto soltanto la prima.

Vaccinare il maggior numero di persone

Infine, il problema principale oggi, è quello di vaccinare il maggior numero di persone in tempi non troppo lunghi. Perciò bisogna avere a disposizione subito diversi milioni di dosi. Inoltre, centri di vaccinazione e personale medico ed infermieristico.

Queste sono le incombenze di ogni governo nazionale, per le quali il nostro non sembrava molto preparato.

Infatti, l’Unione Europea ha deciso che tutti gli Stati membri potessero partire con l’inizio della vaccinazione lo stesso giorno, per dimostrare unità di indirizzo: è stato scelto il 27 dicembre scorso come vaccine day.

Il governo italiano è impreparato anche nella somministrazione dei vaccini. Gli schieramenti politici, invece di preoccuparsi dei cittadini, impegnano le loro energie in risse continue per interessi di parte, a volte meschini.

In quella data l’Italia riceveva 9750 dosi dalla Pfizer, ma non era pronta alla loro somministrazione, non avendo neppure il numero di medici ed infermieri necessari. Successivamente riceverà, sempre da Pfizer 470 mila dosi a settimana, pari al 13,46 % assegnatole dalla UE, in base al criterio di ripartizione rapportato alle popolazioni dei Paesi aderenti.

Inoltre, le dosi vengono consegnate direttamente ai centri regionali per le vaccinazioni.

Non tutte le regioni hanno lavorato bene

La Toscana ed il Veneto hanno usato il 66 % della dotazione, Calabria e Sicilia l’11 %; la Lombardia il 18%.

In totale, fino al 5 gennaio sembra che circa un terzo delle dosi ricevute sia stato utilizzato per la prima vaccinazione del personale sanitario e degli anziani nelle Rsa.

Eppure, secondo le previsioni del commissario Arcuri, dovremmo arrivare a 40 milioni di persone entro aprile, se avremo le quantità necessarie di vaccino.

Nel frattempo, la nostra Politica che dovrebbe gestire la crisi provocata dalla pandemia è un campo di battaglia senza tregua. Il governo continua ad elargire promesse di ristori che non arrivano ai destinatari ed a varare nuovi provvedimenti di chiusura parziale più severi alternati a lockdown totali, come ha fatto con il Decreto di Natale.

L’opposizione accusa il Governo di incapacità

L’opposizione rivendica il cambiamento: del Premier, oppure, elezioni anticipate. In seno al governo stesso ci sono gruppi di scontenti che ne contestano continuamente la linea.

Il PD di Zingaretti vorrebbe il ricorso al Mes europeo per ristrutturare la Sanità, contro il parere ostile del M5S. Il senatore Renzi ha usato il suo drappello di parlamentari per ricattare continuamente il presidente Conte con la minaccia del ritiro delle sue due ministre Bonetti e Bellanova e proprio mercoledì sera la minaccia è diventata realtà. Dimissioni delle ministre di Italia Viva e conseguente Crisi di Governo.

La crisi di Governo e il senatore Matteo Renzi

Ricordiamo che nel 2014 Renzi divenne Presidente del Consiglio (defenestrando Letta in modo proditorio) senza che ricoprisse neppure una carica parlamentare, ma solo quella (privata) di segretario del PD.

Dopo l’incarico, quando entrò nell’aula del Senato per la presentazione di rito, la prima cosa che disse fu che si augurava che quella fosse la prima e l’ultima volta. Già, poiché egli voleva abolire quella Camera, come tentò con la sua proposta di riforma (in)costituzionale, miseramente fallita.

Ora, dopo la caduta del suo personalistico governo e le elezioni del 2018, in cui divenne senatore per l’appoggio del PD, ci si trova a suo agio.

Ma si sa, la coerenza con le dichiarazioni non è una dote dei nostri politici, che invece spiccano per ignoranza, impreparazione culturale e incompetenze specifiche.

Certamente, sarà vero che il governo Conte-bis non ha avuto una prospettiva, una visione chiara del futuro; ma mi sembra che nessuno ne abbia. E adesso vedremo se sarà Conte-Ter o nuove elezioni. Il mercato dei parlamentari è in corso.

Così, la sua azione politica ha seguito pedissequamente quella di altri paesi della UE, come nel rinforzo e nell’estensione temporale del lockdown, in cui abbiamo seguito la Germania.

Sviluppo abnorme della pandemia nei paesi europei. Risalita degli indici in Italia

Posizioni sconcertanti della scienza e delle istituzioni preposte alla salvaguardia della salute.

Purtroppo, negli ultimi due mesi in Europa, soprattutto nel Regno Unito, Germania e Spagna, si è avuto un incremento esponenziale di contagi e di morti. Si è parlato inoltre della maggiore contagiosità della cosiddetta variante inglese del virus. Mentre in casa nostra, dopo il Natale sono aumentati i decessi e sembra che l’indice Rₜ sia in risalita, anche ben oltre l’unità.

Quindi il governo ha intenzione di prorogare la dichiarazione dello stato di emergenza, che doveva scadere il 31 gennaio, fino al 30 aprile.

Magari tutto ciò bastasse se non a sconfiggere, almeno ad arginare la pandemia!

L’Oms: “Le pandemie non finiranno”

Pochi giorni fa l’ineffabile presidente dell’OMS, Theodor Ghebreyesus, ha rilasciato una dichiarazione in cui si prevede per i prossimi anni la possibilità di nuove pandemie, ancor più gravi. Un altro medico dell’OMS ha detto che anche con la vaccinazione della maggioranza della popolazione non si raggiungerà l’immunità di gregge entro il 2021.

C’è inoltre una recente intervista della virologa Ilaria Capua, che inizia con il titolo: “Non tutti i virus diventano pandemia”, che vuole essere esplicativa ma sembra un po’sibillina.

Inizia con l’affermazione che i virus pre-pandemici (?) non creerebbero né epidemie né pandemie se li lasciassimo nei loro ecosistemi naturali. Prima di quello attuale abbiamo avuto altri virus: Sars, Mers, Aviaria…, le cui influenze sono state tenute sotto controllo in pochi mesi.

La diffusione accelerata su tutto il globo dipende certamente dalla grande mobilità di massa.

A questo fatto si aggiunge poi il fattore virtuale costituito dai mass media e dai social media, che con la loro influenza, spesso delirante, indirizzano il comportamento degli individui.

Ci sono in gioco tre fattori: il virus, l’individuo, i social media

Paradossalmente, quest’ultimo influenza l’evoluzione della pandemia più dei primi due, secondo la Capua.

Pertanto, come aveva già affermato altre volte, non ci aspettiamo che il vaccino da solo sia sufficiente a debellare la pandemia.

In più, secondo altri scienziati non è prevedibile se l’immunità, una volta ottenuta, sia duratura. Non si sa neppure se individui che hanno superato la crisi della malattia sviluppino anticorpi duraturi o possano essere soggetti a ricadute.

Insomma, nonostante alla base dell’attuale ricerca ci siano almeno due decenni di studi sui precedenti Coronavirus, cosa che ha permesso di produrre più vaccini in tempi brevi, ancora si naviga in un mare di incertezze, anche gravi.

Quindi, ogni azione che sarà intrapresa dovrà essere soggetta a future verifiche, in un processo trials and errors senza fine. Non sembra proprio la scienza che siamo abituati a conoscere.

Il ricorso necessario a lockdowns totali o parziali sta distruggendo l’economia

Ne risulta che la cosa più importante da fare è isolare le persone l’una dall’altra per impedire la progressione del contagio. Mentre faticosamente si procederà con le vaccinazioni, che altrimenti sarebbero inutili.

Su questo sembrano ormai d’accordo tutti i governi europei e molti a livello planetario, visto anche l’incremento dei contagi e dei morti negli ultimi giorni.

Tanto che molti esperti ritengono che ormai la seconda ondata sia più virulenta della prima nel suo periodo peggiore. Per alcuni siamo già dentro la terza, inizialmente prevista a primavera.

Bisognerebbe però domandarsi con forza se la via scelta sia l’unica percorribile.

Il distanziamento sociale non soltanto prostra l’animo delle persone, ma distrugge le forme di lavoro esistenti. Il lavoro a distanza o smart working, come amenamente definito (smart significa ‘intelligente in modo acuto’, o anche’ furbo’) non può sostituire tutti i tipi di lavoro, soprattutto quelli che richiedono più manualità e contatto tra le persone.

E perciò finora hanno chiuso tante aziende e tanti lavoratori hanno perso il posto.

A nulla serviranno i provvedimenti tampone come i ristori, il prolungamento della cassa integrazione ed il blocco dei licenziamenti, che tra poco tempo finiranno. Già moltissima gente è in stato di miseria nera, come si vede dall’aumento enorme degli assistiti dalla Caritas e da associazioni di volontari.

Sarebbe necessario usare forme di protezione individuali ulteriori diverse dalle mascherine e di igienizzazione degli ambienti, che pure esistono, in modo da consentire la ripresa delle attività con un certo grado di sicurezza.

Invece, come già detto più volte, il nostro governo non ha fatto nulla in questo campo dalla fine dell’estate. Ed ora, inevitabilmente, deve ricorrere alle restrizioni più rigorose, seguendo i dettami della UE.

In cambio, spera di ottenere i finanziamenti speciali previsti nel Recovery Fund europeo, per cui deve ancora presentare, come gli altri Paesi, un proprio Recovery Plan, cioè un piano di destinazione delle risorse che venga giudicato favorevolmente dalla Commissione Europea.

Invece, il tempo viene sprecato nella degenerata rissa politica di cui abbiamo detto sopra.

Forse questo è il segno di quanto i vari schieramenti politici abbiano a cuore la salute fisica e sociale di noi cittadini.

Ciò dovrebbe farci riflettere per cercare razionalmente vie alternative per affermare democraticamente, ma con forza, le nostre esigenze sociali di sussistenza e dignità umana, senza aspettare l’avvento di un uomo della provvidenza.

Avendo sempre presente che nessuna strada è privi di rischi e che nessuno può dare certezze assolute.

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