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Il giorno della marmotta. Il sistema mainstream al servizio della propaganda contro

Sono trascorse diverse settimane dal 26 Settembre, e per quanto la vittoria elettorale della Destra sia evidente, i nuovi uguali “giorni della marmotta” si sono ripetuti

Sagoma scura di persona davanti allo schermo

Immaginate di svegliarvi ogni mattina con addosso la sinistra sensazione di aver già vissuto ogni singolo momento e di apprestarvi a vivere l’ennesima identica giornata. Le fusa prepotenti del vostro gatto affamato, il cane con il guinzaglio tra i denti per la passeggiata mattutina, il caffè che sembra più amaro del solito. Tutto è già avvenuto, tutto si ripeterà. In cerca di una realtà nuova, accendete la tv, con un brivido di speranza, per verificare le notizie del giorno… Macché, anche oggi è come ieri.

Il mainstream televisivo è il nuovo partito della Sinistra?

Il continuativo loop temporale dell’informazione (o della propaganda comunistoide), è il nuovo fenomeno, tutto italiano, di un déjà-vu estremo che non è un film, ma semplice realtà di cui il mainstream televisivo ne controlla la narrazione al fine di strappare dalla verità la realtà dei fatti e delle parole. Su quel particolare canale tv, rimane il dubbio di trovarsi di fronte a una nuova forma di Partito e non banalmente un media fortemente politicizzato dell’informazione. Sicuramente un vero e proprio “sistema” permanente di “Propaganda Contro” al servizio della Sinistra “pariolina” in doppio petto e tailleur griffato.

Un perverso congegno anulare che a forza delle “diverse ripetizioni” tenta di affermare la propria “superiore” verità facendoci vivere all’infinito (proprio come nella pellicola interpretata da un magistrale Bill Murray) il nostro “giorno della marmotta”, fino a spingerci al totale estremo convincimento che non ci sarà mai un domani né differente, né migliore.

Una narrazione strategicamente artefatta

Lo schema, modulato da un crescendo di aggressività verbale (reattiva in quanto alimentata da un latente sentimento di vendetta, ma soprattutto proattiva, in quanto strategicamente programmata) è noto e collaudato.

Si inizia dalla prima mattina con l’avvicendarsi di volti meno noti o meno schierati, o forse meno fotogenici per rappresentare l’enfasi delle invettive riservate ai malcapitati con idee diverse.

I toni sono bassi, magari per favorire l’uscita dal torpore mattutino. Poi è la volta di due estese trasmissioni in fotocopia fino al pomeriggio, in cui l’unica differenza, nei sempre meno mascherati attacchi alle diverse idee, è dettata dalla diversa tinta dei capelli delle sue “rassicuranti” e “fatali” conduttrici.

Quindi l’onnipresente interpretazione a cappella dei direttori editoriali, fin troppo presenzialisti e confusionari che cercano di imprimere al canovaccio le variazioni necessarie per distogliere il pubblico quanto alla ridondanza della giornata che si sta vivendo.

Infine, dal prime time in poi, l’alternanza dei “Colonnelli” post leninisti e radical chic, pregni di saccenteria e botulino, seguaci distorti di Gustav Klucis (artista del fotomontaggio come strumento di esaltazione dello stalinismo che malgrado la sua opera non venne risparmiato dalle purghe del suo dittatore) e inventori del “fotomontaggio verbale in video” da utilizzare come mezzo di propaganda ideologica e di criminalizzazione del “politicamente diverso”.

Tutto questo per andare ad ogni costo “contro” ciò che possa anche lontanamente rappresentare una diversa opinione o visione del mondo. Tutti i giorni, immancabilmente faziosi e sempre più arroganti con i malcapitati “difformi” ospiti presenti o assenti che siano.

Come uscire dall’incubo e fermare il loop del tempo

A tal proposito, alcune settimane orsono, mi pare nella notte tra il 25 ed il 26 Settembre, ho fatto un sogno. Un sogno che inizialmente aveva tutte le caratteristiche di un incubo terribile.

Mi trovavo seduto proprio in uno studio televisivo, vestito di tutto punto da ospite diligente ed emozionato. Doveva trattarsi di uno “speciale”, dal momento che oltre al sottoscritto erano presenti tutti i conduttori/conduttrici di quella emittente, oltre ad un numero rilevante di altri giornalisti del mainstream mediatico.

Quasi tutti portavano in dote un libro sul fascismo, complimentandosi vicendevolmente sui contenuti espressi e sul numero di copie vendute e tutti totalmente certi della propria univoca verità già consegnata alla storia.

Uno spazio a parte veniva concesso al monologo retorico e declamatorio di un qualche cotonato ed ecumenico direttore di giornale che assurgeva a ruolo di grande statista, depositario del “verbo”. Arrivato il mio turno, l’incubo iniziò a materializzarsi nel sonno agitato. Non riuscivo a parlare, i miei concetti venivano sovrastati dalle voci degli astanti e ridotti a mere astrazioni. Tra risate, ghigni, parole di sdegno, doppi sensi, ammiccamenti ironici, quasi sentendomi colpevole e sbagliato volevo risvegliarmi.

Un processo davanti ai giudici corrotti

Interrogato” sull’argomento Destra=Fascismo, non riuscivo mai a fornire la risposta per loro giusta, anche quando facilmente riconoscevo gli errori storici, le derive antisemite, la violenza nella gestione del potere, l’orrore degli eccidi. Non bastava dire che ormai il fascismo da decenni era stato consegnato alla storia, né era plausibile il non potersi riconoscere parte di un fenomeno anche semplicemente per motivi anagrafici.

Non bastava dire che non avevo mai avuto “simpatia” per qualunque forma di totalitarismo e dittatura, “fascismo incluso”.

Ma soprattutto, guai a tentare di stigmatizzare in egual misura gli orrori del Fascismo e del Comunismo, di rappresentarlo, quest’ultimo, come un male assoluto ancora esistente nel contesto mondiale.

Era come trovarsi ad un ipotetico processo di fronte a giudici corrotti, quelli che rigettano sistematicamente le istanze della difesa ed indirizzano la giuria popolare ad un “ovvia” sentenza di colpevolezza di fronte alla faccia incredula dell’imputato ed a quella rassegnata del suo legale, ormai assuefatto al “sistema”. 

Gli occhi dei presenti, sempre più “strizzati”, buttavano scintille di odio dal metallo degli occhiali firmati, il ghigno diventava squittio e poi soffio, le mani diventavano artigli. Le labbra, gli zigomi e le sopracciglia delle donne, già colme di botox, si gonfiavano ancora di più.

Essere o non essere…fascisti

Allora, ho detto: “Basta! Io non sono un fascista! Anzi, lo sono! Nell’idea innovativa del “Vate” D’Annunzio sperimentata a Fiume. Nella concezione spiritualistica espressa da Gentile. Nella libertà critica di Benedetto Croce. Nell’utilizzo filosofico ed anticonformista di Evola (pur rigettandone il razzismo spirituale e metafisico teorizzato).

Nel punto di arrivo a una Destra Sociale, espressione popolare di una democrazia compiuta!”.

Sono trascorse ormai diverse settimane da quel 26 Settembre, e per quanto la storica vittoria elettorale della Destra si sia materializzata con evidenza, i nuovi uguali “giorni della marmotta” si sono sistematicamente ripetuti.
Ma da quel momento, dopo quella notte, per me è facile pensare che…. oggi non sarà come ieri.

Perché in ogni esperienza sociale, in ogni ideologia, in ogni religione, in ogni forma di governo, in ogni appartenenza, la via del declino è sempre aperta e poggiarsi a una deriva sbagliata è per molti, facile e conveniente o inevitabile… ma non per tutti.