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Il conto non pagato in Albania e tutte le figuracce degli italiani all’estero

Certamente nei paesi asiatici è impossibile, per la loro cultura non pagare il conto. Da noi chi fa il furbo e non paga le tasse, per esempio, viene addirittura applaudito

Tavola di un ristorante

Tre ragazze e un ragazzo, turisti italiani, scappano da un ristorante albanese senza pagare il conto. Il video diventa virale. La Meloni se ne vergogna e paga di tasca sua, per recuperare la figuraccia della “Nazione”. Il fatto è che non è un episodio raro e che ben altre sono le figuracce dell’Italia in economia e politica, oltre a quelle dei soliti ignoti che non pagano il conto.

La cittadina di Berat, in Albania, è tra le poche in cui gli edifici originali ottomani sono rimasti intatti e splendidamente conservati per questo nel 2008 il suo centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, perché raro esempio di città ottomana ben conservata. Ma grazie a quattro italiani che non hanno pagato il conto scappando da un ristorante ora la città di Berat è famosa come non mai.

Nel video diffuso su Tik tok e alla tv albanese si vedono chiaramente tre ragazze e un ragazzo, ben vestiti, che lasciano il ristorante, ripresi dalle telecamere di servizio per poi scappare una volta giunti in strada, come nel film I Laureati (1993) di Leonardo Pieraccioni. Quando con Ceccherini, Papaleo e Gianmarco Tognazzi decidono di non pagare il conto della cena per fare una bravata all’ Amici miei, film di Mario Monicelli del 1975. Solo che qui siamo a Berat, in Albania e la figuraccia è diventata virale, rimbalzando poi anche in Italia.

Pago io il conto, Italia non può perdere rispetto all’estero

Il conto sembra fosse di 80 euro. Il Presidente albanese Edi Rama, di cui Giorgia Meloni era ospite, a Valona, glielo ha riferito ridendone. La Meloni, punta sul vivo del nazionalismo dei soliti ignoti ha ordinato perentoriamente all’ambasciatore italiano in Albania di provvedere “a pagare il conto di quegli imbecilli” e di farlo usando il suo fondo personale.

L’Italia non può perdere di rispetto all’estero!” avrebbe aggiunto. L’episodio sarebbe accaduto il 18 agosto a Berat, 120 km da Tirana. La nota della diplomazia italiana in Albania è stata diffusa: “Su indicazione del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, abbiamo provveduto a saldare il conto lasciato non pagato da un gruppo di turisti italiani presso un ristorante della città di Berat. Gli italiani rispettano le regole e saldano i propri debiti e ci auguriamo che episodi di questo genere non si ripetano”.

Qualcuno dell’opposizione ci ha riso su

Riccardo Magi, di + Europa, ha ironizzato sull’episodio citando la campagna pubblicitaria promossa da Salvini su chi ha bevuto alcol in discoteca: “Se vai in discoteca e ti ubriachi non ti preoccupare: prendi il taxi, paga Salvini. Sei in vacanza e ti va di scappare da un ristorante senza saldare? No problem, paga Meloni, coi soldi dei contribuenti”. Lia Quartapelle del Partito democratico ha affermato:  “Dopo aver detto che è cretino chi paga le tasse, perché tanto c’è il condono ora dicono che sono cretini quelli che pagano il ristorante, perché se Meloni è in vacanza lì, a pagare ci pensa l’ambasciata”.

Spero che le tre ragazze e il ragazzo che sono scappati senza pagare il conto a Berat siano individuati e costretti a restituire gli 80 euro alla Meloni, nonché sbeffeggiati pubblicamente per la figuraccia che ci hanno fatto fare.

Non basta pagare quel conto per salvare l’onore della Patria

Tuttavia, in sé l’episodio si presta a battute ironiche perché colpisce al cuore l’immagine dell’Italia che vorrebbe dare la Meloni. Di fronte al Presidente albanese deve essersi sentita ardere di rabbia dentro.  “Mi sono vergognata – ha scritto il presidente del Consiglio – perché l’Italia che voglio rappresentare non è una Nazione che fa parlare di sé all’estero per queste cose, che non rispetta il lavoro altrui, che pensa di essere divertente fregando gli altri. Allora ho deciso di chiedere all’ambasciatore di andare a saldare il conto, che ho pagato personalmente.” 

Poi ha proseguito: “Eppure anche questo in Italia ha creato polemica, da parte di un’opposizione che evidentemente preferisce un’altra immagine dell’Italia. Me ne dispiace perché speravo che almeno su una cosa così banale si potesse essere tutti d’accordo.” Ha sicuramente ragione la Meloni ad essersi vergognata e bene ha fatto a pagare lei il conto, fra l’altro assicurandosi una promozione eccezionale sulla stampa italiana come salvatrice dell’onore patrio, con solo 80 euro di investimento, quando alla Santanché sono stati necessari più di 9 milioni di euro (di denaro pubblico) per una campagna promozionale sul turismo che ha funzionato ma per mandare gli Italiani a passare le vacanze in Albania!

Figuracce all’estero ne abbiamo fatte grazie ai nostri politici

Non so se in altri paesi questa pratica di scappare senza pagare il conto sia diffusa come da noi. Certamente nei paesi asiatici è impossibile, per la loro cultura. Da noi chi fa il furbo e non paga le tasse, per esempio, viene addirittura applaudito dai governanti che parlano di pizzo di Stato e che risolvono a condoni gli abusivismi immobiliari. La cultura è la stessa. Solo i fessi pagano. I quattro ragazzi non sono stati i primi a farci fare una brutta figura.

C’è stato chi si è permesso di fare le corna in una foto di un convegno rappresentati dei paesi europei (Berlusconi) o a fare il gesto della mitraglia che spara ai giornalisti accanto a Putin che rispondeva ai giornalisti o che s’è messo a giocare a rimpiattino con la Merkel o altri (Salvini) che in visita in Polonia a sostegno dell’Ucraina si è trovato il sindaco della cittadina che gli sbatteva in faccia la maglietta pro-Putin che aveva indossato in precedenti occasioni.

Oppure (Salvini con Razzi) di ritorno dalla Corea del Nord glorificavano quel paese come un luogo in cui non c’erano i telefonini e i ragazzi potevano giocare in strada e in fondo se non c’era libertà di stampa non importava. O ancora Di Maio che parlava della cultura millenaria della Francia al Presidente Macron. Ancora ci ridono dietro. Tanto per restare sul piano delle figuracce personali.

Tante volte in Italia e all’estero è successo che non si pagasse il conto

A Milano, il 19 dicembre 2013, tre signori hanno lasciato una banconota da 500 euro e sono scappati, quando il conto del ristorante era di 1.000 euro. È successo al ristorante giapponese Osaka in corso Garibaldi. Nel 2021 il 9 giugno in Francia, per l’esattezza nel comune di Roussillon, Provenza Alpi Costa Azzurra, due ragazzi italiani hanno ordinato delle birre e sono scappati senza pagare il conto. Il ristoratore in questo caso è stato meno carino degli albanesi e ha imbracciato un fucile sparando contro i fuggitivi, ferendoli entrambi. Risultato la polizia ha incriminato l’oste per tentato omicidio.

Sono dolori quando sono comitive di decine di persone. È capitato anche questo. Dileguati come topi alla presenza del conto da pagare. Ci sono quelli che escono per una sigaretta e non tornano più. Quelli che dopo aver pranzato prenotano un tavolo per due per una cena e chiedono di pagare in un unico conto e poi non si presentano. Che possono fare i ristoratori? Scatenare una rissa non conviene loro. Denunciare per non ottenere nulla?

I ristoratori non possono fare molto contro chi scappa

l vero dramma è che gli strumenti per intervenire sono limitati. Come costringi un cliente a pagare il conto? Se lo trattieni contro la sua volontà commetti reato di sequestro di persona. Non si può nemmeno pretendere che si identifichi, solo un pubblico ufficiale può farlo. Devi aspettare che arrivi la Polizia, ma intanto il cliente è già scappato.  Se non hai un cellulare e le immagini di sorveglianza come faranno a rintracciarlo? Il reato ci sarebbe, si chiama insolvenza fraudolenta, ma in Italia chi la fa una querela per un conto non pagato? Dai ristoratori viene considerata una perdita di tempo. Tra denunce, avvocati e impossibilità di recupero dei soldi, va a finire che ce ne rimetti degli altri.  

Dai ristoratori albanesi una lezione di stile e di vita

In tutta questa vicenda gli unici contenti, paradossalmente, sono i ristoratori albanesi derubati. Che tra l’altro hanno dimostrato intelligenza, spirito imprenditoriale e simpatia. Guva Mangalem, la proprietaria del ristorante ha dichiarato a La Stampa del 19 agosto: “Giornalisti e televisioni ci hanno sommerso, ma noi non siamo arrabbiati con gli italiani che non hanno pagato il conto. Giorgia Meloni è stata come una buona madre severa, che dà l’esempio a casa sua”.Il conto è stato saldato prontamente dall’Ambasciata Italiana e i soldi la signora li ha messi in un barattolo di vetro e li lascerà lì in bella vista contro il malocchio e chissà, come monito per altri avventori italiani.

Di fatto la signora Guva non è arrabbiata con chi le ha rubato il pranzo. “Ringraziamo questi italiani che se ne sono andati senza pagare, ci hanno fatto una grande pubblicità!” E aggiunge, dandoci una lezione di stile: “Gli italiani sono a casa loro qui, come la nostra famiglia lo era quando siamo emigrati in Italia”. Lei che si sente mezza italiana, senza razzismo e senza polemiche, anche se “noi non siamo ricchi, viviamo del nostro duro lavoro, ma 80 euro non ci cambiano la vita”, spera che “con i soldi gli italiani abbiano fatto qualcosa di bello”. L’importante è che il cibo sia piaciuto.