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Il caldo (non record) è l’ennesimo pretesto per un “clima” di terrore

Le temperature di questi giorni dipendono da El Niño, e comunque nel recente passato sono state più alte: ma gli affermazionisti già ripartono con l’allarmismo anti-umano

Una ragazza trova refrigerio dal caldo in un ventilatore

Ventilatore

Senza nessuna sorpresa, il caldo record è diventato per i talebani del peggior ambientalismo l’ennesimo pretesto per fare dell’infondato allarmismo anti-umano. Anche se le temperature di questi giorni hanno una causa ben precisa, che è arcinota e non c’entra nulla con le attività antropiche. E anche se – soprattutto – l’attuale afa dantesca non è affatto da primato come propaganda la vulgata mainstream.

Una ragazza trova refrigerio dal caldo in un ventilatore
Ventilatore

Non è un caldo da record

«L’Ondata di calore in Italia è resa 5 volte più probabile dal cambiamento climatico». Così ha titolato La Stampa, facendo riferimento a un’analisi di Climate Central, una ong americana di impostazione – ça va sans direaffermazionista. Secondo cui, quindi, il fantomatico climate change (di origine, va da sé, antropica) avrebbe abbandonato la dimensione planetaria per assumerne una nazionale, quintuplicandosi sul Belpaese. Rispetto a cosa non è dato saperlo, ma tant’è.

Il bello è che, nel testo dell’articolo, alla busiarda è clamorosamente scappata la verità. Ovvero, che «le alte temperature si possono spiegare per i fattori contingenti del meteo, ma anche per il ritorno de El Niño». Il fenomeno atmosferico che si sviluppa nell’Oceano Pacifico e, come riporta Rai News, riscalda ciclicamente il globo a intervalli tra i 2 e i 7 anni. Ed è l’unica causa – naturalissima – dell’opprimente canicola del periodo.

El Niño “fotografato” dall’Earth Observatory della NASA. Caldo
El Niño “fotografato” dall’Earth Observatory della NASA nel giugno 2023 (© Earthobservatory.nasa.gov via Wikimedia Commons)

Peraltro, come ha scoperto La Verità, i dati odierni non sono affatto un unicum, perché nel passato anche recente figurano picchi analoghi o addirittura più alti. Accadde, per esempio, nel luglio 1995 a Milano e Napoli; mentre otto anni prima era toccato a Venezia e Bologna, con Roma sugli stessi livelli di oggi.

Stefania De Angelis
Stefania De Angelis (immagine dall’account Twitter dell’Aeronautica Militare)

Non solo, ormai si fa riferimento alle temperature misurate sulla superficie terrestre, che sono più alte di quelle rilevate alla maniera classica. Espediente che permette di spacciare per emergenza una situazione come «ne abbiamo avute tante in passato», per dirla col capitano Stefania De Angelis, del Servizio meteorologico dell’Aeronautica.

Un’Europa sempre più (al) verde

Eppure, sempre Rai News, citando uno studio della rivista Nature, ha avvertito che «un riscaldamento del pianeta fuori controllo può ridurre il reddito globale di oltre il 20%». Il che in qualche modo è anche vero, ma non per le catastrofiche ipotesi di qualche cassandra, bensì perché ci sta pensando Bruxelles. E non da ora, se si pensa alla folle Direttiva sulle case green e all’altrettanto ideologico (rectius, assurdo) provvedimento sulle auto omocromatiche.

Case green
Case green (© Europarl.europa.eu)

Evidentemente, però, per i burocrati continentali non era sufficiente, e quindi ecco spuntare il Regolamento Ecodesign, appena approvato dal Parlamento Europeo. Che, come rileva Il Sole 24 Ore, si accanisce su uno dei settori che ancora mancava all’appello, quello del tessile e della moda.

Parlamento Europeo
Parlamento Europeo (© Corvo di cenere via Wikimedia Commons)

Tutto ciò, ovviamente, in nome dell’immancabile sostenibilità, a sua volta funzionale all’altro totem della “transizione ecologica”, che non vuol dire altro che un’Europa sempre più (al) verde. E pazienza se si tratta di obiettivi risibili, come d’altronde tutti quelli dello European Green Deal. Visto che, come predicano nel deserto illustrissimi scienziati, l’uomo non ha che un’influenza minima su quello che è semplicemente il sistema più complesso presente sulla Terra.

European Green Deal
European Green Deal (© Italy.representation.ec.europa.eu)

Pazienza se è normale che faccia caldo d’estate, pazienza anche se i costi economici e sociali di questo miraggio collettivo sono e saranno altissimi. Vedasi tra l’altro alla voce multe da 444 euro in cui rischia di incorrere chi usa l’aria condizionata in macchina durante una sosta.

En passant, quelli che gongolano per l’ammenda anti-inquinamento sono gli stessi che avevano preso per oro colato l’amenità dell’ex Premier Mario Draghi sulla dicotomia pace-condizionatore. D’altronde, dallo Stato di paura di crichtoniana memoria al “clima” di terrore il passo è davvero breve.