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Il borgo sui lagustelli: storia, sagre e… la befana buona

Non c’è bisogno di munirvi di biglietto, siete tutti pregati di salire a bordo delle carrozze

Anche oggi, se avete un po' di pazienza, desidero raccontarvi una bella storia. Non c'è bisogno di munirvi di biglietto, siete tutti pregati di salire a bordo delle carrozze: il treno dei ricordi sta per partire. Pronti… via…. Siamo diretti a Percile. E' piacevole questo paesaggio, non credete? Siamo nel territorio dei Monti Lucretili, all'interno dell'omonimo parco regionale naturale. Sapete una cosa? Quando penso a Percile, mi viene in mente un vecchina dai capelli bianchi, costantemente alle prese con le sue borse, sempre sul punto di andare, perennemente in viaggio.

Per questa sua propensione a non restare più di tanto nelle stesso posto, da bambino credevo fosse la befana. Si chiamava Pasqua, ma tutti la conoscevano come Pasquetta. Era una donna semplice, si adattava a tutto. Mia madre la conobbe quando insegnava a Percile e Pasquetta veniva spesso a casa nostra. Si fermava volentieri qualche giorno, ma più che altro se ne stava a Guidonia, da zia Iolanda.

Non ci volle molto perchè diventasse una componente della nostra famiglia, eravamo abituati alla sua presenza. In noi, aveva trovato una famiglia, perchè in fondo Pasquetta, era un'anima sola e dai suoi occhi malinconici, pennellati di sfumature paragonabili al colore di una terra lontana e desolata, traspariva un enorme bisogno di affetto.

Quando, la domenica, ci si trasferiva tutti a Guidonia per vivere insieme il giorno di festa, noi cuginetti eravamo felicissimi, anche perchè sapevamo  che avremmo passato parte del nostro tempo a fare tanti dispetti a Pasquetta! Eravamo monellacci, lo devo ammettere, ma a quella vecchina dai capelli bianchi volevamo bene, nonostante tutti i piani che escogitavamo per rendere gli scherzi più divertenti.

Pasquetta aveva un fratello sacerdote di cui ho solo sentito parlare come Don Agnello, venuto a mancare tanti anni prima di lei. Pero! Parlando, parlando, siamo arrivati a Percile. Il paese è situato a 575 m. di altezza e conta circa 230 abitanti. Secondo alcune fonti, il nome deriva dalla famiglia romana di Porcia. Relativamente a questo periodo, resta come testimonianza una stele marmorea di una bambina dell'età di sette anni circa. Il monumento, inoltre, ricorda anche altri personaggi locali.

Nel XIX secolo, dopo la battaglia di Mentana, alcuni soldati garibaldini si rifugiarono a Percile, come attestano alcuni toponimi di vie. Tra le architetture civili, di rilievo storico, il Palazzo baronale riveste una notevole importanza. Da non perdere, inoltre, il Museo Preistorico naturalistico del Parco dei Monti Lucretili. Vogliamo ora parlare di sagre? Direi che è assolutamente inevitabile, considerando che siamo vicinissimi all'8 maggio. giorno in cui, in piazza Garibaldi, si svolgerà l'Xi edizione della sagra degli Sparaci(Asparagi).

Nel cuore del borgo, l'esperienza e l'abilità delle donne, avranno un ruolo fondamentale nella preparazione di questo meraviglioso piatto tutto da gustare. nella stessa giornata, sarà presente anche lo stand per la festa della mamma, unitamente all'iniziativa di solidarietà AIRC, l' Azalea della ricerca. Inoltre, il 4 dicembre, ricordiamo la festa patronale di S. Lucia, con la sagra della 'Ramiccia', un piatto tipico di fettuccine tagliate finissime, condite con sugo di castrato.

Un piccolo passo indietro… Ad ottobre, appuntamento con la sagra della castagna. Un motivo in più per tornare a Percile, siete d'accordo? Non me ne vorrete spero, se riprenderò a raccontarvi  di Pasquetta e di qualche aneddoto che mi lega a lei in modo indelebile. A lei, a quella vecchina un po' curva dai capelli bianchi, che da bambino credevo fosse la befana.

Foto di Adriano Di Benedetto

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