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I cartelli del Superbonus: “Narcos Italia”. A chi tocca eliminare dalle strade la nuova droga di Stato?

Chi eliminerà il Superbonus, la nuova droga di Stato che sta rovinando gli italiani arricchendo le lobbies del mattone, mafie incluse?

Cantiere per il superbonus

Si chiama Superbonus, la nuova droga pura al 110% che ha plasticamente invaso le strade delle nostre città, prodotta e distribuita inizialmente dal “cartello” governativo giallo-rosso (alleanza PD – M5S) del Governo Conte bis. Una legge tanto iniqua quanto incontrollabile, spacciata quale viatico all’efficienza energetica e riduzione del rischio sismico, inseguendo gli utopistici parametri dettati dall’Unione Europea (l’agognata svolta green).

Il finto moltiplicatore Keynesiano a vantaggio delle organizzazioni criminali

Un booster “anfetaminico” che ha nel frattempo causato perdite alle casse dello Stato per 140 miliardi di euro ( ma saranno molti, molti di più) ed arricchito la solita schiera di vecchi e nuovi colletti bianchi con la compiaciuta partecipazione di Camorra, Mafia siciliana e Ndrangheta.

Un finto moltiplicatore keinesiano che ha soddisfatto gli appetiti delle potenti lobbies dei palazzinari, quelle storicamente più trasversali ed invasive, potentati sempre pronti ad andare a braccetto con i gangli decisionali dei governi di turno. Una produzione di debito ancora adesso incalcolata e forse mai calcolabile fino in fondo che stanno pagando tutti gli Italiani onesti ( e lo dovranno fare per i molti anni a seguire ) che ha però riguardato meno del 3 per cento del patrimonio immobiliare esistente, prime e seconde case (oltre alcuni castelli), al mare o in montagna, per lo più di proprietà delle classi più agiate.

Il doping di Stato e le truffe a cielo aperto

Sono questi solo alcuni degli effetti dell’indiscriminata messa in circolazione del più potente ed invasivo doping di Stato sino ad oggi mai inventato e utilizzato con l’etica tipica dei cartelli di narcos più aggressivi. Una droga letale che quando avrà esaurito i suoi allucinogeni effetti, manderà in stato di overdose irreversibile l’intero settore edilizio, ormai in balia di tariffari e prezziari artificiosamente triplicati che annulleranno qualunque volontà dei cittadini a intraprendere lavori nel comparto immobiliare privato.

L’altro effetto collaterale della “stupefacente legge” liberalizzata dalle funamboliche menti grilline, ancora più odioso ed invasivo dei “falsi bisognosi” del reddito di cittadinanza, è il moltiplicarsi delle truffe “a cielo aperto”. Reati per appropriazione indebita di danari pubblici rilevabili anche ai più distratti, che, oltre al danno, hanno portato la solita beffa a molti ignari piccoli proprietari incappati in imprese edili a dir poco spregiudicate.

Piccoli proprietari che, nel migliore dei casi non hanno ancora realizzato di essere diventati complici, oltre che vittime, della più grande ruberia istituzionalizzata del nuovo millennio. Oppure, quand’anche rilevato l’indebito utilizzo della propria abitazione da parte dei soliti furbetti, impauriti dal facile ricatto, si sono resi omertosi di fronte ai lavori mai eseguiti nel frattempo utilizzati per scontare fatture “farlocche”.

Sono quest’ultimi i “portatori sani” ed inconsapevoli del virus della truffa inoculato senza alcuna sperimentazione da governi inetti (nella migliore delle ipotesi) per testare gli anticorpi formatisi a seguito di somministrazione del vaccino “superbonus”. Un virus tipico però della genealogia italica, capace di produrre a sua volta, quasi in automatico, un meccanismo di istigazione a delinquere molto convincente vista la facilità con cui il sistema di riscossione dei crediti può essere raggirato (sovente senza controlli) o semplicemente utilizzato sulla base di semplici “pezzi di carta telematici”.

La responsabilità dei governi

Un provvedimento che unitamente alle confuse e raffazzonate modifiche (un vero record di decreti, circolari esplicative, risoluzioni, FAQ, risposte a quesiti da parte di AGE etc…) mette a nudo le colpevoli incapacità dei governi degli ultimi anni, che volenti o nolenti lo hanno cavalcato per pura propaganda o ancor peggio ne hanno simulato la risoluzione.

Un fenomeno a cui, anche il governo Meloni, non ha saputo e voluto dare uno stop netto, pur nella piena consapevolezza delle disastrose conseguenze per le casse dello Stato.

Ad avvalorare ciò, basterà citare alcune dichiarazioni da parte del Ministro economico Giancarlo Giorgetti e della Premier Giorgia Meloni nel corso di questo scorcio di legislatura:

È come una centrale nucleare che continua a emanare radioattività.” 

Superbonus? Non si è mai vista nella storia italiana una misura che costasse così tanto per la finanza pubblica a beneficio di così pochi”

Pensare al superbonus mi viene mal di pancia, ha effetti negativi sui conti pubblici, ingessa la politica economica, non lasciando margine ad altri interventi”

“un disastro che stiamo pagando in maniera pesante”.

i documenti dell’Agenzia dell’Entrate ci dicono esserci decine di miliardi di irregolarità.”

Grazie a norme scritte malissimo si è consentita la più grande truffa ai danni dello Stato.” “.

“…droghiamo un settore in cui l’offerta di imprese e manodopera è limitata. Stiamo facendo salire i prezzi e contribuiamo all’inflazione”.

“…diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo. Intanto rischiamo che dilaghi la disoccupazione nell’industria.

 “… che stiamo facendo? Droghiamo certi settori e ne lasciamo a languire altri, quelli strategici per l’Italia”. 

“ …una politica scellerata usata anche in campagna elettorale e che ha prodotto beneficio per alcuni cittadini ma posto alla fine in carico a ciascun italiano 2 mila euro a testa.”

A questo punto dobbiamo agire di concerto come sistema per risolvere questo “bucone” che si è formato in ragione di una normativa definita con leggerezza”

Il superbonus è come una centrale nucleare che ancora non riusciamo a gestire”

il Supebonus è insostenibile perché ha raggiunto i 120 miliardi di euro di debito”

Una serie di dichiarazioni sufficiente a generare panico e rivolte di piazza in qualunque parte del “globo terraqueo”, tranne che da noi. Affermazioni che dimostrano la consapevolezza del problema anche da parte di chi, come la Lega salviniana di Giorgetti, ha contribuito sin dall’origine alla “devastante” (per la già debole economia del Paese) ascesa governativa del Movimento 5 Stelle, di quello che possiamo definire il più scellerato provvedimento mai approvato dal dopo guerra ad oggi. E non è stato l’unico se pensiamo ai dpcm pandemici, al reddito di cittadinanza distribuito “a gogò”, ai navigator, ai banchi a rotelle etc…

L’intervista a Quarta Repubblica della sempre brava Giorgia Meloni

Affermazioni peraltro rilanciate e confermate dalla Premier nella recente intervista “sdraiata” concessa durante la trasmissione Quarta Repubblica. Per l’occasione, con estrema decisione, la “sempre brava” Giorgia Meloni ha definito il Super Bonus, come: “la più grande truffa della storia ai danni dello Stato”, evidenziandone l’iniquità nei confronti del 90% dei cittadini. Peccato che da capo del Governo, per l’ennesima volta, la stessa “sempre brava” Giorgia Meloni, non abbia saputo o voluto fornire alcuna soluzione al grave problema.

Un “vizio” piuttosto ripetitivo per la “sempre brava” Giorgia Meloni, pur avendoci rassicurati di come, a questo giro, sia proprio lei a dare le carte. Né ci ha particolarmente rassicurati il fatto che il suo “unico obiettivo sia sempre quello di ottenere il consenso degli italiani”. Purtroppo, date le pressanti scadenze in ordine alla misurazione del consenso, anche il primo Governo di Destra Centro sembra incartarsi con l’intero mazzo ancora da distribuire, abile solo nel condividere con gli italiani ciò che non va, ma senza mai indicare la strada per la giusta soluzione.

Un proluvio di chiacchiere e proclami che nei fatti hanno certificato l’incapacità di dare soluzione ad un problema anche per colei che lo ha scientemente accettato in eredità pur di ritrovarsi tra le mani la magica campanella del passaggio di consegne, offerta in tutta fretta da un Mario Draghi “in fuga”.

La leggenda narra

E in effetti la leggenda narra che “l’eletto mai eletto” Mario Draghi, da Premier salvatore, resosi conto che, di lì a breve, i debiti causati dal Super bonus avrebbero condotto lo Stato in bancarotta, da buon banchiere (e già imbestialito per la negata nomina a Presidente della Repubblica), decise di chiudere il suo ombrello nel bel mezzo del nubifragio sfilandosi dal sostegno all’azienda Italia virtualmente destinata al fallimento.

Ed infatti Super Mario, sfruttando l’atavica “ingenuità” pentastellata, con una semplice motivazione paragonabile ad un “M’hai guardato storto!? ….Allora io, mi dimetto!! consegnò di fatto e ben volentieri le redini del Paese, anzi della Nazione, ad una “affamata” (di potere, vista la sempiterna opposizione) Giorgia Meloni.

Sempre la leggenda, sembra attraverso il ritrovamento di parti di un sonetto attribuibile al Trilussa (per noi romani è sempre vivo), racconta di un colloquio avvenuto nelle ore precedenti all’insediamento a Palazzo Chigi tra un perspicace (è proprio una leggenda) e di lì a breve neo Ministro Lollobrigida, e la di lui cognata:

-” A Giò, ma co sto Super Bonus, nun’ è che rimanemo cor cerino ‘n mano??

-“Senti Lollo, qua nun se tratta solo de ‘n cerino, ma de n’ enorme cetriolo!”

-“E allora che famo? Fermamo tutto?” (ndr. sempre il suo solito vizio di fermare i treni in corsa)

– “Certo che no! …E quanno ce ricapita n’occasione così? Conte, cor PD sotto a ‘n treno, all’opposizione. Er Berlusca più de là che de qua, con Tajani unico erede. E Sarvini ancora rintronato dar mohito der Papete. Famo così, er cerino cioo pijamo noi. Tanto er cetriolo, come ar solito, gira gira, va in.… ar Popolo Itagliano. Cioè.. ehm volevo dì …all’ortolano!!