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Gualtieri: sgombero per la killer dei gatti. Ecco cosa teneva in casa

Nuovo sgombero nella casa della killer dei gatti, una ex psicologa che da anni segrega i poveri animali. Chi sono gli accumulatori seriali?

Una colonia di gatti

Una signora è stata costretta da un’ordinanza del Sindaco Gualtieri a lasciar sgomberare casa sua in via Lavinio, per la seconda volta in 6 anni. L’aveva riempita di un numero incredibile di gatti, segregati senza assistenza e di tonnellate di rifiuti e oggetti abbandonati. Chi sono gli accumulatori seriali di animali e quanti ce ne sono?

La Killer dei gatti: dall’accumulo compulsivo all’incuria

Il sindaco Roberto Gualtieri firma l’ordinanza che dispone lo sgombero e il “recupero delle condizioni di salubrità” dell’appartamento di via Lavinio, zona San Giovanni, di N.A., 65 anni, accumulatrice seriale, nota come la killer dei gatti, raccattati per strada e lasciati morire di stenti e torture tra cumuli di rifiuti. La situazione della casa di via Lavinio è ben nota da tempo alla Procura. In passato c’era già stato un o sgombero, nel 2017, dopo 15 anni di esposti e denunce di animalisti e residenti.

L’Ama aveva raccolto 16 tonnellate di rifiuti trovati nei 150 mq dell’appartamento dove vennero rinvenuti anche 4 gatti morti e mummificati. Ci vollero tre camion per portare via l’immondizia che si era andata accumulando nella casa. Ma dopo quel blitz di agenti e guardie zoofile la situazione è tornata come prima.

Da Raggi a Gualtieri: i Sindaci di Roma provano a fermare la killer dei gatti

Ci aveva provato anche la Sindaca Raggi a fermare la donna conosciuta in tutta Roma e dopo i servizi televisivi anche in tutta Italia, una signora che accumula gatti in casa sua, li prende per strada e li chiude nel suo appartamento di via Lavinio a San Giovanni.

L’hanno chiamata la killer dei gatti ma credo impropriamente. Certo che una volta accumulato un numero esagerato di gatti in un appartamento non puoi aspettarti che vivano serenamente. Li condanni a una vita di stenti e di sofferenze, dovute alla fame e allo stress di un a colonia troppo vasta. Ma l’impressione che ho avuto, leggendo pareri di esperti in merito è che la signora non li catturi per ucciderli o per far loro del male, le sofferenze delle bestiole sono una conseguenza della irresponsabilità della signora. Lei li cattura per circondarsene, per riempire la sua vita di solitudine ma dato la sua evidente perdita di contatto con il senso di realtà, non si rende conto né di quanti essi siano né di come li costringe a vivere, anzi a morire.

Sono definiti Animal Hoarder (dall’inglese “to hoard“, che significa “accumulare”), sono accumulatori seriali di animali e, al pari di coloro che si circondano di oggetti vari trovati per strada o magari che accumulano oggetti della casa, perché potrebbero tornare utili chissà. Hanno bisogno di essere contornati di cose o di animali ai quali dedicare le proprie cure (che poi non faranno) e che li facciano sentire meno soli.

Il fenomeno dell’Animal Hoarding non ha confini: esistono casi in tutto il mondo e, secondo gli esperti, potrebbe anche aumentare.

Miagolii e cattivo odore che invade l’intero palazzo

Quella casa è un incubo per quanti risiedono nello stesso palazzo e nelle vicinanze. Il mal odore invade le scale e la strada. I miagolii tengono sveglio il vicinato. Quei poveri animali, segregati e senza assistenza, sono destinati a una brutta fine. Il nuovo sgombero potrebbe essere la fine di un incubo, almeno è quello che si augurano residenti,  associazioni animaliste e volontari.

Nei mesi scorsi di nuovo si assisteva ai tentativi dei gatti di lanciarsi nel vuoto per scappare dall’incubo o graffiare le parti in legno delle finestre in cerca di aria, cibo, acqua.  Che dopo il primo sgombero del 2017 la donna, con un passato di psicologa nelle carceri, sarebbe tornata a colpire, era evidente per i vicini ma non per le autorità.

Il 4 agosto è partita finalmente una nuova ordinanza del Sindaco, volta a mettere fine alla vicenda. La polizia municipale non ha potuto che constare le pessime condizioni igienico sanitarie dell’appartamento e le esalazioni nauseabonde. Una volta ripristinate le condizioni accettabili di vita e una volta disinfestata e sanificata la casa, si è provveduto a far sgombrare i gatti sopravvissuti per trasferirli in luoghi di rifugio alternativi.

Gatti segregati, oggetti cumulati a della casa della killer dei gatti

Dai verbali della polizia locale e della Asl ci immaginiamo la situazione che hanno trovato in quell’appartamento. Non si riusciva neanche a muoversi nelle stanze e nei corridoi per le cose accumulate, mobili, cartacce, buste piene di rifiuti, oggetti abbandonati. L’olezzo che poteva salire da quel cumulo di rifiuti con decine e decine di gatti segregati è inimmaginabile.

L’ordinanza ha tenuto conto non solo delle esigenze dei vicini ma anche di quella della signora stessa, che evidentemente non sta del tutto bene mentalmente. Si prefigura per lei una presa in carico socio sanitaria al fine di migliorare le sue stesse condizioni di vita. 

Questa è la parte più complicata perché la signora apparentemente è in grado di badare a sé stessa ma con questa anomalia di circondarsi di oggetti e immondizia e di gatti. Cosa non rara, purtroppo, solo che diventa insostenibile nelle dimensioni.

Apparentemente la signora, benestante, con diverse proprietà di abitazioni ai Castelli, al mare e in città, non commette nessun reato visibile. Lo si deduce dal cattivo odore e dalle denunce dei vicini. Una volta ripulito l’appartamento però di più che si può fare? Avvisarla di non ripetere questa condotta non comporta nessuna garanzia che invece possa continuare. È la sua follia.

Una coazione a ripetere che ormai è parte della sua stessa personalità. In casa di notte la donna usa solo candele perché da anni non paga le bollette elettriche. La cosa le ha procurato problemi perché in qualche caso sono scoppiati piccoli incendi che lei stessa avrebbe domato. Ma nulla lascia pensare che non possa accadere di peggio.

Accumulatori seriali: i casi proliferano in tutta Italia

Nella cronaca nazionale non è l’unico caso di accumulatrice seriale di animali. Anni fa un’americana che risiedeva a Milano aveva accumulato fino a 70 gatti a casa sua. Una coppia di inglesi ha deciso di lasciare in eredità ai 41 cani ospitati in casa lo steso appartamento.

C’è stato poi il caso di Clementina e Clotilde Baratieri, due contesse di Milano, facoltose e amanti dei cani. Avevano accumulato un numero imprecisato di cani nel palazzo della centralissima via Castello.

Non bastò, avevano stipato di cani randagi anche un residence che possedevano fuori città. Come spesso accade in questi casi le intenzioni di chi accumula animali non sono malvage. Lo fanno per soccorrerli. Anche per soccorrere sé stessi, con una forte dose di egoismo, per riempire le proprie vite di persone sole con presenze vitali che però non esprimano critiche, come potrebbero fare degli umani.  La sofferenza e la morte di stenti degli animali è una conseguenza della segregazione.

Loro li rinchiudono per salvarli dal mondo malvagio ma poi non si preoccupano della loro cura, della pulizia, dell’assistenza necessaria a farli vivere bene. Perché lo fanno? Perché hanno completamente perso il senso di realtà. L’epilogo dio queste vicende poi è l’esatto contrario del motivo per cui iniziano. Dato lo stato di abbandono e di malessere i cani delle contesse furono poi tutti abbattuti.

Salvare gli animali facendone i loro prigionieri come la killer dei gatti

Quello dell’Animal Hoaring  è un fenomeno non così raro. Al contrario, pare che sia una tendenza destinata a crescere, a causa di molteplici fattori. L’aumento dell’amore per cani, gatti e altri animali domestici, o presunti tali, è la base su cui si innestano queste storie.

Vedo con preoccupazione sui social una tendenza a considerare questi animali alla stregua di esseri umani, quasi fossero dei sostituti dei figli mai avuti o lontani mentre vivono le loro vite. Il passaggio da forme inziali di patologia, come l’antropizzazione degli animali che dormono sul letto col padrone, vengono vestiti e agghindati come bambolotti, oggetto di cure affettive pericolose, per le trasmissioni di agenti patogeni dalla bocca e dal pelo degli animali alle persone, a forme deliranti come lo stipare in un appartamento in città cani, gatti, conigli o galline o anatre, può essere breve.

Identikit dell’accumulatore: donna, sola, vede poco o mai i figli

La tendenza ad accumulare oggetti è, infatti, una forma di disordine mentale che interessa circa l’1,5% della popolazione mondiale ed è considerata un sottotipo della sindrome ossessivocompulsiva. Uno studio recente, condotto da Elisa Arrienti Ferreira, ricercatrice presso la Pontifical Catholic University di Rio Grande do Sul a Porto Alegre (Brasile) si è concentrata sulle motivazioni che spingono a circondarsi di animali domestici, spesso poi non prendendosene cura in modo appropriato.

Analizzando un campione di 33 adulti, che possedevano molti animali ciascuno tra cani, gatti, ma anche anatre, ha fotografato l’identikit dell: nell’88% dei casi si tratta di single, non sposati o vedovi o divorziati.

Tra gli accumulatori di animali, poi, la maggior parte sono donne (73%).Si considerano dei missionari – ha spiegato la ricercatrice – desiderano salvare la vita degli animali e pensano di poter essere gli unici in grado di farlo. In questo c’è una netta differenza rispetto agli accumulatori seriali di oggetti, che invece se ne circondano pensando che un giorno potrebbero averne bisogno”.

Lo studio brasiliano, pubblicato sulla rivista Psychiatry Research, mostra anche come gli accumulatori seriali di cani e gatti tendano a iniziare a prendersi cura di un numero sempre maggiore di animali dopo un evento doloroso o grave nella loro vita, come la perdita di un figlio o del lavoro.

Non percepiscono il loro comportamento come problematico

Sempre a Donna Moderna il Dottor Enrico Rolla, psicologo e psicoterapeuta dell’Istituto Watson di Torino definisce la personalità di queste persone, spesso donne. “Va detto che gli accumulatori sono persone che non percepiscono il loro comportamento come problematico. Chi si circonda di molti cani e gatti potrebbe farlo per soddisfare due bisogni: quello di isolamento, dunque la voglia di isolarsi dal mondo esterno, pur circondandosi di qualcosa che gli riempie la vita, come nel caso di chi accumula oggetti; ma potrebbe anche essere spinto dal bisogno di accudimento, di prendersi cura di qualcuno, anche se poi finisce col non farlo più o in modo appropriato”.

Lasciano agli animali segregati anche la casa in eredità

Per questo accade poi, che questi accumulatori seriali, benestanti, si preoccupano di quello che potrebbe succedere dopo, una volta deceduti, e vorrebbero continuare ad accudire i loro protetti (in realtà le loro vittime) lasciando prestigiose eredità a colonie di cani e gatti, come nel caso di Lynn Everett, che insieme al marito Tony, ha deciso di lasciare la propria casa ai suoi 41 cani.

La coppia, che alla figlia ha invece destinato un lascito in denaro, vive in Inghilterra, nel South Yorkshirecon 24 Bouledogue francesi, 10 Bull Tierrier Miniature, 4 Chihuahua e 3 Chinese Crested Dog, i cani  privi di pelo. Una scelta, quella di circondarsi di quadrupedi, che risale al viaggio di nozze, 20 anni fa. Da allora tutte le attenzioni sono andate ai cani, il cui mantenimento risulta piuttosto costoso: ben 30 mila sterline all’anno tra cibo, visite veterinarie ed esigenze varie.