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Giustizia, l’unica di questo mondo è quella a orologeria

Da Renzi a Salvini passando per il M5S, non si contano più le invasioni di campo dei magistrati: sempre più a rischio la separazione dei poteri

Test per l’esame di giornalismo. Il candidato consideri le seguenti dichiarazioni e i seguenti eventi che, benché relativi a delle invasioni di campo, non hanno nulla a che vedere con lo sport.

a) A proposito dell’ormai celeberrima inchiesta sulla Fondazione Open, che sosteneva la sua attività politica e che i Pm fiorentini hanno assimilato a una forza politica, il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha dichiarato di non accettare «che un magistrato decida che cosa è partito e che cosa non è. I partiti li fondano i politici, non i magistrati. Perché se li fondano i magistrati, la democrazia è a rischio». Aggiungendo poi: «Chi tace non si rende conto del pericolo».

b) Commentando poi l’apertura di un’indagine sull’acquisto della sua villa, l’ex Rottamatore ha ironizzato via social: «Ho criticato l’invasione di campo di due magistrati nella sfera politica e la risposta è la diffusione di miei documenti privati personali. Brivido. Ma non vi sembra curioso che uno possa ricevere ‘avvertimenti’ di questo genere

c) Nel frattempo, il professor Francesco Aiello ha sciolto la riserva, accettando di correre come candidato Governatore della Calabria per il Movimento 5 Stelle. E improvvisamente è spuntata una storia di abusivismo relativa alla villetta di famiglia in provincia di Catanzaro, per cui Consiglio di Stato e Tar hanno imposto la demolizione di un piano e del seminterrato: vicenda che si trascina dalla fine degli anni Ottanta ma su cui, curiosamente, i riflettori si sono riaccesi solo ora, spingendo il capo politico grillino Luigi Di Maio a sibilare di star aspettando chiarimenti.

d) Non poteva mancare un procedimento contro il segretario del Carroccio Matteo Salvini che, già nell'occhio del ciclone per la folle questione dei 49 milioni (che in caso sarebbe stato opportuno far sborsare all’ex leader della Lega Umberto Bossi e all’ex tesoriere Francesco Belsito), è stato indagato dalla procura di Torino per vilipendio dell’ordine giudiziario, per aver affermato tre anni fa, sia pure con toni molto forti, la propria volontà di difendere qualunque leghista nel mirino delle toghe.

Ciò posto, il candidato analizzi, evitando il più possibile espressioni da querela, la presa di posizione del CSM che ha approvato una «proposta di pratica a tutela dei giudici» contro gli «attacchi di Di Maio, Renzi e Salvini».

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