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Giuntella: “Mi hanno portato voti? Non ne ho mai saputo nulla”

Giuntella tra i nomi citati nelle intercettazioni telefoniche, ma si difende. E sullo scioglimento del Comune dice no

La chiamano organizzazione fascio-mafiosa, ma in realtà a tremare sono tante poltrone e tanti nomi sono stati fatti, ambo i lati, tra gli indagati. L'abitudine, un po' per tutti, è quella di sbattere il mostro in prima pagina, trovare un colpevole prima che lo faccia la giustizia, identificare subito il capro espiatorio, e andare a dormire più sereni. In realtà, le responsabilità individuali non per forza sono anche collettive. 

Anche altri nomi sono circolati, ma il loro coinvolgimento al momento è escluso. Tra questi, pur non iscritto al registro degli indagati, anche quello di Tommaso Giuntella, già presidente dell'Assemblea del PD romano. "Il mio nome è uscito perché queste persone dicevano di avermi portato dei voti, pensando poi di poter controllare chi votavano, ma io non ne ho mai saputo nulla". Così, Giuntella difende la sua posizione. Il suo nome, è venuto fuori nell'ambito delle intercettazioni relative all'inchiesta Mondo di Mezzo, sulla mafia nella Capitale.

Giuntella ha preso parola ai microfoni di Radio Città Futura. "Mi fa sorridere che quelli che hanno agito fino all'ultimo momento per impedire alla nostra generazione di vincere il congresso, quelli che hanno fatto tessere fino all'ultimo, si scoprano sostenitori dell'azzeramento e della trasparenza delle tessere. Questi meccanismi delle primarie e anche il sistema delle preferenze, incentivano i peggiori istinti degli eletti e degli elettori e non possono più reggere. Questi signori gestivano il consenso personalmente, con i partiti che non avevano più alcun tipo di autorità nei loro confronti".

Giuntella ammette di aver avuto "l'impressione che ci fosse un potere più forte: chi aveva i soldi, chi aveva le preferenze, chi aveva le tessere, ma non immaginavamo che si fosse arrivati a questo punto". Da parte sua, però, Giuntella si dice "leale al sindaco e alla sua oper adi rottura nei confronti di queste incrostazioni".

E su questo punto, relativamente alla richiesta del M5S di sciogliere il Comune di Roma per mafia, dice di "non capirne la logica, perché questa vicenda dimostra ancora una volta di più che il sindaco Ignazio Marino è in contrasto con alcuni poteri della Capitale ed è riuscito a dare fastidio a molti".

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