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Giornata mondiale dell’acqua e crisi idrica: come funzionano i dissalatori

Istat: ogni giorno si sprecano 157 litri d’acqua per ciascun abitante, ma si può filtrare quella del mare

Dissalatore nel fiume Po

L’acqua, “linfa vitale” dell’umanità, è sempre più a rischio nel mondo a causa dell’eccessivo sviluppo e del consumo “vampirico”, così si torna a palare di dissalatori. A lanciare l’allarme è l’Onu in un rapporto in cui mette l’evidenza come la carenza di acqua sta peggiorando con l’imminente rischio di una crisi globale. Senza acqua si bruciano i raccolti, aumentano le migrazioni, si scatenano conflitti, aumenta la povertà in un circolo vizioso drammatico.

I dissalatori sono strumenti che rendono l’acqua salmastra utilizzabile nelle aziende e nelle case.

Giornata mondiale dell’acqua e sprechi insostenibili

In occasione della Giornata mondiale dell’acqua che ricorre il 22 marzo, l’Istat pubblica i dati relative alle statistiche sull’utilizzo e lo spreco di acqua 2020-2022. Le perdite rappresentano uno dei principali problemi per una gestione efficiente dei sistemi di approvvigionamento idrico e la quantità di acqua dispersa è quantificabile in 157 litri al giorno per abitante.

Stimando un consumo pro capite pari alla media nazionale, il volume di acqua disperso nel 2020 soddisferebbe le esigenze idriche di oltre 43 milioni di persone per un intero anno. “Nel 2020, il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell’acqua, calcolato come differenza tra i volumi immessi in rete e i volumi erogati, è pari a 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,2% dell’acqua immessa in rete. In riferimento all’acqua prelevata dalle fonti di approvvigionamento, le perdite idriche totali in distribuzione rappresentano una quota pari al 37,2%” riporta il documento.

Dissalatori, tipologie e funzionamento

Così anche nel nostro paese il Governo pensa di utilizzare dei dissalatori per ricavare acqua potabile da quella marina. Ne esistono di diversi tipi, vediamo quali sono: dissalatori a evaporazione, dissalatori a permeazione o a osmosi inversa, dissalatori per scambio ionico e misti.

Negli impianti a evaporazione l’acqua viene semplicemente riscaldata. In basso rimane il sale (e gli scarti) e l’acqua evaporata e convogliata in un altro impianto

Il dissalatore a osmosi inversa raccoglie l’acqua dal mare e la fa passare attraverso dei filtri che la rendono potabile. In questo caso servono delle pressioni specifiche (comprese tra i 55 e i 70 bar, pressione che deve essere maggiore della pressione osmotica). Come scarto viene prodotta una salamoia (una soluzione acquosa che ha salinità maggiore del 5%).

Acqua dolce dai sistemi per scambio ionico viene ottenuta mediante rimozione degli ioni (sodio) Na+ e (cloruro) Cl- su resine. Si ottiene in singolo passaggio un’acqua fortemente dissalata; lo scarto è in questo tipo di dispositivo costituito dai residui della rigenerazione delle resine.

I combinati sfruttano queste tecniche insieme.

I dissalatori possono essere uno strumento utile in questa gravissima situazione?