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Giacomo Battaglia e Gigi Miseferi al Teatro Marconi

Uno spettacolo che offre allo spettatore la possibilità di riflettere sulle tematiche più profonde e complesse della società contemporanea

Mercoledì 13 aprile andrà in scena al Teatro Marconi lo spettacolo "Dietro la porta" di Gianni Quinto, con Giacomo Battaglia e Gigi Miseferi.

"Dietro la Porta", acclamatissimo alla Prima Nazionale al Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria è uno spettacolo che offre allo spettatore la possibilità di riflettere sulle tematiche più profonde e complesse della società contemporanea,  e allo stesso tempo, dà modo di apprezzare il duo comico Miseferi Battaglia in una veste del tutto nuova, cucita a pennello su di loro dalle sapienti mani del regista Gianni Quinto. La natura stessa dello spettacolo fa sì che esso non solo possa essere rappresentato nei teatri di tutta Italia, ma anche, in collaborazione con partner istituzionali e non, nelle principali stazioni ferroviarie delle più grandi città italiane proprio lì dove il problema dei senzatetto è maggiormente evidente al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e di creare in tal modo un meccanismo di dialogo e scambio costruttivo tra punti di vista differenti.

I Personaggi: Armando Meniconi detto "Il Principe" (Interpretato da Giacomo Battaglia), Armando è un uomo vissuto, che apparentemente non crede più a nulla. Disilluso, da tutti e tutto, ha trovato nella solitudine una giusta condizione alla sua esistenza. Questo, però, è quello che vuol fare vedere. Perché in fondo, anche se non ammettendolo, come tutti, ama la compagnia (magari di pochi) e vede nell’arrivo di Giovanni un valido sostegno per ingannare la sua lunga attesa. Ma siccome diffida davvero di tutti, cerca di non affezionarsi, per paura di restarne fregato, oppure di perderlo. Ci vorrà davvero tanto per fargli dire qualcosa di sé, ma quando lo farà, si capirà il motivo del suo silenzio, e della sua diffidenza.   

Giovanni Passalacqua detto "Il Terrone" (Interpretato da Gigi Miseferi), Giovanni è tutt’altro che un uomo silenzioso. Gli piace la compagnia, adora parlare, anche del nulla, ma è il suo modo di esorcizzare la vita. Al contrario di Armando, lui ha scelto la vita da barbone, né è felice, perché è il suo modo di vivere l’esistenza in maniera romantica. La sua troppa disponibilità, è l’oggetto delle fregature che ha preso nella vita. Fra tutte quella del suo eterno amore Brighitte, che lo abbandona per un pappone. Proprio questo suo animo vivace metterà subito in condizione di diffidare del silenzio di Armando, ma sarà proprio Giovanni a tirare fuori tutto quello che giace sul fondo del cuore di Armando, e ci riuscirà con la sua romantica semplicità.

SINOSSI: I protagonisti della storia sono  Armando Meniconi ("Il Principe") e Giovanni Passalacqua ("Il Terrone"), interpretati dagli attori Giacomo Battaglia e Gigi Miseferi. I due personaggi sono uniti dal solo fatto di aver vissuto la loro esistenza senza una fissa dimora, o come giusto dire da barboni. Ora, entrambi morti, si ritrovano in un luogo sospeso dopo la vita e non avendo nessuna informazione sulla morte, non sanno se la loro attesa davanti ad una porta rappresenterà il preludio a qualcosa che verrà o semplicemente la continuazione della loro esistenza da “invisibili”. Dopo un iniziale momento di diffidenza, si sviluppa tra i due clochard una lunga e strana conoscenza, fatta di discorsi privati, che ben presto diventano universali.  Armando e Giovanni parlano della società e, senza mai giudicarla, la descrivono con semplici parole, dalla prospettiva di due individui che per tutta la vita si sono sentiti spettatori silenziosi e impotenti.

Giovanni, romantico e appassionato è l’ultimo arrivato e non ha problemi ad aspettare, purché ci sia qualcuno con cui comunicare. Quel qualcuno lo trova in Armando che, disilluso e staccato, vorrebbe invece continuare a riempire il suo cruciverba seduto sulla sua panchina, così come ha fatto negli ultimi dieci anni.  Sarà proprio Giovanni, dunque, a costruire lentamente un rapporto di confidenza e a raccontare al compagno di avventure, in modo ingenuo ed ilare, tutto ciò che nel mondo è accaduto sin da quando lui è morto.

Qualche volta la misteriosa porta si apre, accendendo un bagliore di speranza sui volti dei protagonisti che, puntualmente, non vengono mai chiamati ad oltrepassare la soglia. Sul finale dello spettacolo, quando i loro percorsi si sono incrociati sulla strada dell’amicizia, la porta si apre un’ultima volta ed è proprio Armando ad essere finalmente chiamato. Ma la solitudine non è più contemplata e la nobile scelta del Principe sarà quella di condividere il suo destino con quello del compagno Giovanni “O entriamo tutti e due o si rimane qui, dietro la porta”. 

NOTE DI REGIA: "Dietro la Porta" è una pièce ricca di simboli e fornisce molteplici spunti di riflessione. L’ incontro metafisico, in un posto indefinito, tra due uomini che hanno trascorso la loro vita ai margini della società mira a rendere ancora più chiaro il sentimento di angosciante attesa che attanaglia i due protagonisti costretti  in uno spazio delimitato da quattro altalene dondolanti e da una panchina posta al centro della scena. La precarietà del loro essere si scontra con la marcata solennità della misteriosa entità al di là della porta che con spietata fermezza ignora i due malcapitati, costringendoli a fronteggiare i loro fantasmi, le loro paure e le loro verità. Società, religione, amore, amicizia, famiglia, politica, nessun argomento è escluso dalle discussioni dei due protagonisti  che alla fine arrivano a comprendere la cosa più importante: non è di certo la trascendenza a renderci più umani, ma è l’umanità stessa che supera i confini dello scibile e ci rende più vicini a quella che molti chiamano divinità, altri immortalità dell’anima. Le Scenografie sono di Pino Sorrentino. Le Musiche originali sono composte da Sandro Scialpi.

 

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