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Fiaccolata per Chiara

Violenza di genere: dalla fiaccolata ai dubbi sulla legge contro il femminicidio

Ieri c’ è stata la fiaccolata di amici e parenti a Casal Bernocchi, e oggi la foto di Chiara sui maxischermi dell’ Olimpico che strappa un applauso bipartisan e fa dimenticare per un attimo, prima del Derby, la rivalità tra le due curve, con una frase “Dai Chiara non mollare”: a dimostrare l’ affetto di una città intera per questa ragazza, vittima di una violenza brutale e insensata.

Hanno sfilato in tanti ieri a Casal Bernocchi, centinaia. Il papà di Chiara in prima fila e dietro di lui i parenti, gli amici e tantissimi cittadini che hanno sentito il bisogno di scendere in piazza per stringersi intorno alla famiglia della ragazza. Tanti gli striscioni, con parole di affetto e di speranza, ed i cartelli con la sua foto, il viso incorniciato dai colori della sua squadra del cuore, con sopra l’ incoraggiamento: Forza Chiara, vinci per noi!

Nonostante la situazione disperata: lesioni agli organi vitali e danni cerebrali così gravi da non promettere nulla di buono nemmeno nel caso di un risveglio dal coma, come ha comunicato il papà della ragazza in un’ intervista, non muore la speranza, che alla fine della fiaccolata viene affidata spontaneamente alle preghiere nella Chiesa di San Pier Damiani, che Chiara frequentava, e dove si è celebrata la Santa Messa.

Ma assieme al dolore c’ è la rabbia per un episodio di violenza che si poteva forse evitare e che scatena tantissime domande su quale sarà effettivamente la certezza della pena per chi ha commesso un gesto simile e per chi lo commetterà in futuro.

E sono tanti i dubbi che scaturiscono inoltre sulla effettiva efficacia del Decreto Legge 93/2013 sulla sicurezza per il contrasto alla violenza di genere, approvato dal Parlamento l’ estate scorsa, sia per quanto riguarda la prevenzione, sia per l’ effettiva applicazione delle aggravanti connesse alla pena.

E’ veramente così facile per una donna che si trova nella condizione di vittima di una violenza perpetrata da un familiare, da un marito, da un convivente, denunciare? Quali sono nella prassi, poi, le garanzie che lo Stato fornisce a chi si espone denunciando, e in che tempi?
E qual è lo stato di attuazione nei fatti del “Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere” per implementare la diffusione dell’ informazione, la formazione del personale e la rete di assistenza e di ascolto, nonché la protezione delle vittime da parte delle Istituzioni? Che frutti hanno dato finora i fondi stanziati per gli interventi di contrasto alla violenza sulle donne, i centri anti-violenza, le case rifugio?

Ma soprattutto perché Chiara e la sua famiglia non hanno potuto contare su questo tipo di aiuto?

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