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A Roma la prima corsa del Ricordo nel quartiere Giuliano-Dalmata

Una mattinata di sport nel quartiere Giuliano-Dalmata, all’Eur

Si è svolta ieri mattina la I edizione della “Corsa del Ricordo”, organizzata dall’ASI (Associazione Sportiva Italiana) nel quartiere Giuliano-Dalmata, in zona Laurentina. La 5 km si è alternata alla 2,5 km; uomini e donne, anziani e bambini, hanno corso insieme lungo le vie del quartiere, e poi sono tornati tutti lì, nella piazza dei Giuliani e Dalmati, dove li attendevano le coppe e i premi.
Una mattinata all’insegna dello sport solidale, accolta con favore dai residenti e dalle stesse istituzioni Municipali.

“Noi come ASI abbiamo organizzato quest’evento perché è giusto ricordare – ha dichiarato Claudio Barbaro, presidente dell’Associazione – Al tempo stesso, però, abbiamo intenzione di far arrivare un messaggio di pace attraverso lo sport, affinché sia uno strumento che possa contribuire ad una riunificazione e ripacificazione nazionali”.
Proprio per questo, la “Corsa del Ricordo” non si arresterà alla I edizione, ma taglierà tanti traguardi ancora: “Vorremmo che diventasse una manifestazione ricorrente nel panorama delle attività sportive romane”, ci spiega Barbaro.

Gli fa eco Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico: “E’ stata una bellissima giornata di sport che, come tutte le giornate di sport dovrebbero fare, è riuscita a coniugare la competizione e il piacere dello stare insieme con l’impegno sociale: quello di ricordare le ferite provocate da una storia che non bisogna dimenticare”.
“Il valore sociale – ha dichiarato ancora Pancalli – è un elemento caratterizzante dello sport stesso. E il fatto che oggi ci siano molti disabili, la dice lunga sulla capacità dello sport di integrare tutti gli uomini”.

In occasione della Corsa del Ricordo, abbiamo avuto modo di incontrare anche Nino Benvenuti, campione olimpico nel 1960 e campione mondiale dei Pesi medi tra il 1967 e il 1970. Benvenuti, uno sportivo tra i più amati dagli italiani, nato ad Isola d'Istria è anche un uomo che si porta dietro il peso di quanto è successo allora agli italiani al confine. Eppure, oggi sostiene che piangersi addosso non serva a nulla: “E’ molto importante che i ragazzi non abbiano dimenticato la terra dei loro genitori, dei loro padri; è importante che mantengano sempre vivo il ricordo” – ha dichiarato.
Ed è ancora più importante che accada in occasione come quelle della Corsa del Ricordo, “espressione di fratellanza e accoglienza – ha commentato – che ci insegna a stare insieme, a ridere e sorridere per ricordare quell’episodio, brutto e terribile. Ma non possiamo continuare a piangerci addosso: bisogna ricordare con sorriso e fierezza”. In questo senso lo sport è uno strumento validissimo.
All’evento era presente anche il campione italiano, olimpico ed europeo, di marcia Abdon Pamich.

Al loro fianco, anche Marino Micich, direttore del Museo Archivio Storico di Fiume e figlio di esuli della Dalmazia. “In questa piazza (dei Giuliani e Dalmati, ndr), noi festeggiavamo San Vito – ci ha raccontato – Tutta la comunità, a giugno, si riuniva: grandi e piccoli insieme, e davamo inizio ai festeggiamenti. Rivedere qui tutta questa vitalità oggi mi fa un grande piacere e mi dà tanta gioia”.

Tra gli invitati, anche l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. “E’ molto importante – ha dichiarato – che si utilizzi proprio lo sport per parlare di memoria. Lo sport è socializzazione, è competizione, ma è anche proiezione verso il futuro”.
“L’atteggiamento del Campidoglio degli ultimi mesi (le dichiarazioni di Nieri e la decisione di Marino relativa ai viaggi di istruzione, ndr) ha suscitato le reazioni dei romani e ha alimentato la voglia di ricordare” – ha commentato riferendosi al numero elevato di iniziative realizzate quest’anno da parte di associazioni e cittadini, rispetto agli anni scorsi. “Molti passi avanti sono stati fatti per realizzare una memoria condivisa – ha concluso – Mancano ancora dei passaggi, ma il percorso intrapreso è quello giusto. Sicuramente si può dire che la memoria collettiva degli italiani è molto più avanti rispetto a quella delle istituzioni”.

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