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Festa del 1 Maggio: da dove nasce questa ricorrenza?

Perché festeggiamo il 1 Maggio? Lo sapevate che questa ricorrenza nasce dalle proteste negli Usa?

Icona del Primo Maggio

Icona del Primo Maggio

Il 1 maggio si celebra la festa dei lavoratori. Si tratta di una ricorrenza internazionale, e in Italia è stata istituita nel 1890. La motivazione per la quale nacque originariamente era la riduzione dell’orario di lavoro. Si trattava di una lotta sociale che portò alla conquista del limite di otto ore lavorative. Le sue radici non sono nel vecchio continente ma negli Stati Uniti. Precisamente nelle manifestazioni degli operai delle fabbriche durante la rivoluzione industriale d’oltreoceano. A guidare i movimenti era l’associazione Knughts of labor, ossia il “Nobile Ordine dei Cavalieri del Lavoro”. Questa associazione promuoveva il benessere, la formazione e la cultura dei lavoratori.

La prima protesta si svolse nell’Illinois e poi si diffuse negli Usa. Nel 1886 si decise che la data del 1 maggio doveva essere l’ultimo giorno dell’anno per rendere ufficiale il diritto al massimo di otto ore lavorative su tutto il territorio americano. La mobilitazione richiedeva uno sciopero generale a oltranza. In questa occasione la polizia sparò e uccise alcuni manifestanti a Chicago. Appena giunse questa notizia in Italia vi furono disordini e rivolte, soprattutto da parte dei livornesi. Essi si scagliarono conto le navi americane nel porto. La festa nasce dunque della commemorazione di un fatto violento.

Il congresso di Parigi

Al congresso internazionale di Parigi nel 1889 il 1 maggio fu dichiarato ufficialmente Festa Internazionale dei Lavoratori. La data si diffuse poi nel mondo. Il 1 maggio del 1955 per rendere questa festa laica , condivisibile anche con un approccio spirituale, la Chiesa cattolica istituì la festa di San Giuseppe lavoratore. In Italia durante il ventennio fascista fu anticipata al 21 aprile nel giorno del Natale di Roma. Dal 1990 si festeggia con il “Concertone” del 1 maggio, evento musicale da piazza San Giovanni in Laterano a Roma. Questa sera si potrà seguire e cantare su Rai Tre.

Il primo articolo della nostra Costituzione recita “L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro”, diritto che fonda l’autonomia e la dignità del cittadino. Il lavoro è dunque profondamente legato alla libertà. Il lavoro in quanto produzione di ricchezza e motore del sistema paese è indissolubilmente legato alla politica intesa come governo della polis, amministrazione dello Stato, impegno nel benessere collettivo.

I diritti e il lavoro

Nel V secolo a.C non esisteva un concetto moderno di diritti ma Platone credeva nel governo dei filosofi, i quali devono essere alla guida dello stato perché la loro capacità di distinguere tra la vita giusta e ingiusta è l’unica che possa custodire le leggi. Leggi fondate su principi eterni: le idee guidano i filosofi e i filosofi guidano gli uomini.

Nel Medioevo il feudo era il sistema politico e sociale che imponeva a colui che lavorava la terra per il padrone, il vassallo, di assoggettarsi al signore. Alla morte del vassallo la terra restava al padrone e non ne beneficiavano gli eredi del vassallo. Il rapporto di lavoro era un rapporto di totale assoggettamento della persona con meno potere, a quella con maggiori mezzi e potere. Quest’ultima per mezzo di una promessa rituale accettava di proteggerla in cambio di duro e ligio servizio per tutta la vita.

Il capitalismo dal XV-XVI secolo ha cambiato questo sistema, attraverso l’economia di mercato, generando questioni complesse, con maggiori libertà e benessere materiale ma anche metodi sempre più sofisticati di sfruttamento sul lavoro.

Il 1 Maggio oggi

Quest’anno però sarà una festa dei lavoratori sobria e surreale. Ci sono categorie di professionisti seriamente preoccupate o gravemente compromesse dalla pandemia che ha imposto il lockdown nel nosto paese.

Oggi cambiano le modalità del lavoro e mutano i diritti rivendicati: lo smart working per esempio è una risorsa preziosa che però non deve rischiare di diventare il pretesto per imporre una disponibilità continua del lavoratore.

Pare che il filosofo cinese del VI secolo Confucio abbia detto “Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua”,chissà che questa saggezza non possa essere la cosa più bella da festeggiare.

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