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Evasioni, la mostra che racconta lo straordinario

In programma mercoledì 3 maggio, la mostra racconta attraverso alcuni dipinti una via per fuggire dalla normalità

Julia Breiderhoff e la locandina della mostra Evasioni

Il mare, i bagnanti, la semplicità. Lo straordinario come assoluto protagonista. Una serie di opere d’arte per rappresentare e definire alcuni aspetti della vita quotidiana, relazionati in una società in continuo mutamento, costantemente legata al forte richiamo con uno dei regali più grandi, forse inestimabili, che natura ci abbia donato. Di questo e molto altro racconta Evasioni, la mostra di Julia Breiderhoff, a cura di Marco Di Capua.

Locandina mostra Evasioni
Locandina mostra Evasioni

Un appuntamento prezioso per riscoprire il valore dell’espressione artistica che mercoledì 3 maggio, sarà presente a Roma presso i Musei di San Salvatore in Lauro, nella Galleria Umberto Mastroianni, a Piazza San Salvatore in Lauro n. 15. Per l’occasione sarà anche presente un appuntamento gustativo a cura di chef Massimo Riccioli, patronne de La Rosetta.

Attraverso i dipinti, la mostra racconta e rappresenta gioia e libertà, attingendo a ricordi d’infanzia, nella quale era più ingenua e nitida quel tentativo di fuggire la realtà quotidiana. I quadri di Julia, divengono così l’opportunità di riscoprire la pittura quale inesauribile fonte per raccontare fatti di vita personale e collettiva. Così, la vita scorre. In modo più leggero, più sostenibile.

Nata a Solingen, in Germania, Julia Breiderhoff vive un ambiente familiare in vivo contatto con l’arte. Da sempre appassionata al disegno, trasferitasi in Italia si laurea a Roma, in Fisica all’Università di Roma Tre.

L’abbiamo intervistata per conoscere meglio questa mostra.

Evasioni: un titolo provocatorio. Ha attinenza questa mostra con la provocazione?

“Noi abbiamo bisogno di evadere la noia. E’ un modo intimo e personale per convivere con il quotidiano. Oggi l’evasione è qualcosa di ricercato, per valicare i confini della normalità“.

Che tipo di esperienza le sta regalando questa mostra?

“E’ un’esperienza importante. E’ per me una sorta di primo figlio, ce l’ho messa tutta. In quattro mesi ho preparato questi quadri, che per me sono stati una ricerca. Di un linguaggio nuovo, per esprimere il racconto della vita. Pensando a orizzonti nuovi”.

Questo è stato un modo per guardare il mondo da occhi diversi?

“Il mondo in genere ci viene raccontato. Volevo fare qualcosa che ognuno di noi dovrebbe fare per leggere il mondo. Attraverso la creatività e i propri pensieri dovremmo crearci nuove visioni. Per sopravvivere alle notizie di oggi. Forse è sempre stato così”.

Questa esperienza racconta dunque la vita?

“Certo. Ho voluto raccontare il percorso intimo di ciascuno di noi. Ci stiamo abituando a vivere una vita che,  in qualche modo, ricerca la notizia. Quasi come se rincorressimo qualcosa di straordinario. Lo straordinario invece è riuscire ad accettare anche la normalità. Ho inserito un dipinto che raffigura uno stendino in casa. Ecco, anche quello può essere straordinario. Esattamente come il mare, un dono straordinario che ci regala emozioni straordinarie”.