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Effetto Ratzinger per Tornielli: l’ex mago che dà del ciarlatano ai fedeli di Benedetto XVI

L’”Effetto Ratzinger”, da non confondere con il “Codice Ratzinger”, è un particolare fenomeno per tutti i nemici di papa Benedetto XVI

Andrea Tornielli

L’”Effetto Ratzinger”, da non confondere con il “Codice Ratzinger”, è quel particolare – ed esilarante – fenomeno per cui tutti i nemici di papa Benedetto XVI, ovvero i legittimisti di Bergoglio, che siano di area modernista o tradizionalista, si danneggiano e si ridicolizzano da soli, spesso anche producendo informazioni, dichiarazioni, dettagli che dimostrano ancora e ancora la plateale realtà della sede impedita di papa Benedetto e l’illegittimità di Francesco.

Ieri è uscito come Aldo Maria Valli, tradizionalista, ma tetragono legittimista di Bergoglio, in gennaio avesse pubblicato una lettera di papa Benedetto contenente un clamoroso messaggio: “ho smesso solo di lavorare, non di essere papa”. Potete leggere il resoconto qui.

Oggi tocca ad Andrea Tornielli, già vaticanista de Il Giornale, dal 2018 direttore editoriale del dicastero per la comunicazione vaticana.

A tre giorni dalla morte del papa, il 2 gennaio, (proprio mentre Valli pubblicava sul suo blog la lettera di cui sopra), Tornielli, ospite della trasmissione Rai Oggi è un altro giorno”, si diffondeva in apprezzamenti su tutti coloro che non si sono bevuti l’elezione farlocca di “papa Francesco”. Tra questi, in prima linea, c’è lo scrivente che viene spesso additato come “complottista” e autore di un “romanzo alla Dan Brown” cioè “Codice Ratzinger” (Byoblu ed. 2022), giunto alle 18.000 copie vendute e alla 57esima presentazione su invito dei lettori.

C’era una contrapposizione malevola – ha dichiarato Tornielli che faceva dire che papa Benedetto non si era realmente dimesso, che era rimasto ancora papa. Ci sono stati dei complottismi piuttosto ciarlatani, l’aggettivo che userei. Le contrapposizioni fra i pontificati non sono affatto una novità, Giovanni XXIII è stato contrapposto a Pio XII”…

Tornielli sorvola sul fatto che qui la contrapposizione non è fra due papi dal carattere diverso, ma fra un vero papa e un non-papa, un antipapa, eletto illegalmente mentre il papa precedente non era abdicatario ma impedito.

Tuttavia, la cosa paradossale è che scopriamo come Tornielli, che annovera lo scrivente nella categoria dei ciarlatani, abbia un passato da mentalista, illusionista e prestigiatore e piegava i cucchiaini come Uri Geller. Non basta: il nome d’arte del Tornielli-mago è Joseph Thornborn, autore di veri romanzi alla Dan Brown, tanto che Il Giornale, recensendo i suoi libri parlava esplicitamente di lui come di un “Dan Brown cattolico” .

Vista l’attitudine alla prestigiazione di Tornielli, ci spieghiamo il trucco sulla foto a Bergoglio all’uscita del negozio di dischi, al Pantheon, scattata da “un giornalista che si trovava lì casualmente” .

Come scoprimmo, l’autore era Javier Martinez Brocal, il fotografo di “papa Francesco” il quale, secondo Vatican News doveva trovarsi lì “casualmente”.

Così come anche è attribuibile a Tornielli un “viaggio spazio-temporale” di un Bergoglio che doveva essere in diretta da Fazio alle ore 20.00 di sabato, mentre il suo orologio segnava le 17.30. Ovviamente non era una diretta, come pure annunciato da Vatican News.

E ancora, nel 2019, Vatican News, fece comparire dal nulla una dichiarazione di papa Benedetto: “Il papa è uno solo, Francesco”. Un trucco buono per i teatrini di provincia, meno per l’Ordine dei Giornalisti, visto che vennero usate le personali considerazioni di Massimo Franco artatamente attribuite a Papa Benedetto.

Papa Ratzinger non ha mai detto che il papa era Francesco, ha sempre detto “il papa è uno solo”. Punto.

Sette e mezzo per i trucchi illusionistici, dunque, ma sul mentalismo, invece, (l’arte di leggere la mente altrui carpendo alcuni dettagli con acume e abilità), Tornielli pare che debba prendere diverse ripetizioni.

Ricordiamo cosa gli scrisse papa Benedetto nel 2016, in risposta alla sua domanda: “Perché ha mantenuto nome pontificale e veste bianca?”. Così si vide rispondere dal papa tedesco: “«Il mantenimento dell’abito bianco e del nome Benedetto è una cosa semplicemente pratica. Nel momento della rinuncia non c’erano a disposizione altri vestiti. Del resto porto l’abito bianco in modo chiaramente distinto da quello del Papa»”.

Vi sembra plausibile che in tre anni papa Ratzinger non avesse trovato qualcuno che potesse prestargli una veste nera da vescovo o da cardinale? Ovviamente Benedetto XVI stava dicendo che, rimanendo sempre il papa, (sebbene impedito), e dato che non esiste una talare specifica per il papa impedito, la cosa più pratica era mantenere sia il nome che la veste bianca, anche se questa, come specificava, fu da lui privata della mantelletta e della fascia alla vita per significare la perdita della potestà, del ministerium, appunto, causa sede impedita.

La cosa fu confermata  – involontariamente, in un altro super Effetto Ratzinger – anche dal prof. Andrea Riccardi di S. Egidio QUI.

Ecco: Andrea Tornielli, che oggi dà del complottista e del ciarlatano allo scrivente, faceva il mago; il suo ufficio ci ha propinato un sacco di bufale; sotto altro nome ha scritto davvero “romanzi alla Dan Brown”, e come mentalista non è nemmeno riuscito a cogliere la clamorosa battuta di papa Benedetto.

Niente male come effetto Ratzinger.