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Droga dello stupro, maxi blitz: tra gli arrestati Claudia Rivelli, sorella della Muti

Dopo un maxi blitz dei Nas sono indagate 63 persone per traffico di stupefacenti. Tra i nomi compare anche Claudia Rivelli, sorella della Muti

NAS

Arriva un’ordinanza di custodia cautelare, avviata dai carabinieri del Nas, nei confronti di 39 persone – di cui 11 sono finite in carcere e 28 ai domiciliari – accusate di importazione e traffico di sostanze stupefacenti, acquistati sul deep e sul darkweb, come fentanyl, Ghb (la droga dello stupro), catinoni sintetiche e altri principi farmacologici appartenenti alla categoria delle nuove sostanze psicoattive. Inoltre, oltre all’accusa di traffico di stupefacenti verrà aggiunto il reato di auroriciclaggio.

Scatta la misura cautelare dei domiciliari anche per la 71enne di Claudia Rivelli, attrice e sorella di Ornella Muti. L’attrice era già stata precedentemente arrestata lo scorso 15 settembre, poiché gli agenti della Polaria nella sua abitazione di Roma avevano trovato dei flaconi con un litro di Ghb. La donna si era difesa affermando che il figlio, che vive a Londra, usasse la sostanza per pulire l’auto. Un’apologia che però le si riversa contro, infatti, nel capo d’imputazione dell’ordinanza si legge che l’indagato ha importato “illecitamente dall’Olanda, con cadenze trimestrali, vari flaconi di Gbl provvedendo a inviarne parte al figlio residente a Londra dopo averne sostituito confezione ed etichetta riportante indicazione ‘shampoo’ in modo da trarre in inganno la dogana”.

A confermare le accuse sono anche le comunicazioni via chat della Rivelli con il figlio: “Pacco arrivato e nascosto“, “fammi sapere notizie mano a mano, se no mi agito troppo fino a giovedì”.

Infatti, come afferma il Tribunale Ordinario di Roma: “Il tenore delle chat WhatsApp e la circostanza che l’indagata camuffasse il reale contenuto delle spedizioni appaiono elementi oggettivamente indicativi della piena consapevolezza e della volontà di quest’ultima di realizzare condotte penalmente rilevanti, ponendosi quale schermo per agevolare il figlio nell’importazione di sostanza nel Regno Unito dove è considerata illegale al pari dell’Italia, in tal modo riuscendo ad aggirare i controlli doganali“.

Blitz della Procura di Roma

Nonostante a primo acchito potrebbe sembrare uno spaccio tra “familiari”, le indagini hanno svelato un vero e proprio giro di narcotraffico, in cui sono convolti sia figure con vari precedenti penali che persone incolumi come un avvocato, un medico odontoiatra, un funzionario di un ente locale e perfino un insegnante di scuola media. In particolare quest’ultimo avrebbe addirittura utilizzato la scuola in cui lavorava come punto di raccolta delle spedizioni di droga.

Come afferma lo stesso Roberto Saulino, giudice delle indagini preliminari, “Quello che a prima vista apparirebbe come un traffico ‘di nicchia’, devoluto solo ad alcuni ‘amanti’ del settore, si è rivelato essere molto più esteso ed alimentato da pressanti richieste dei consumatori“.

Infatti, nel totale a essere indagate dall’inchiesta sono 63 persone, tramite le quali è stata ricostruita una vera e propria cartina geografica con alcune rotte internazionali del traffico di stupefacenti: dal Canada alla Polonia, dalla Repubblica Ceca all’Olanda, dalla Gran Bretagna alla Germania, dalla Francia alla Croazia, fino alla Cina.

L’operazione è stata eseguita dai carabinieri del Nas, coordinati dalla Procura di Roma, in collaborazione con il Ris e l’Europol.

Le indagini hanno “svelato il modus operandi adottato per l’importazione dall’estero delle pericolose droghe. Più specificatamente, una modalità prevede l’ordinazione online, il pagamento e la ricezione di spedizioni direttamente dai fornitori esteri” conclude il giudice Saulino.

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