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Dopo gli anni con Viola e Liedholm tornare a Trigoria un tuffo al cuore

Dopo molti anni, sono tornato a Trigoria, il Centro sportivo dell’AS Roma. E’ stata un’esperienza fantastica…

Dopo molti anni, sono tornato a Trigoria, il Centro sportivo dell’AS Roma. E’ stata un’esperienza fantastica… Ero stato lì dal 1979 al 1984. Prima come medico sportivo del settore giovanile e poi come addetto alle pubbliche relazioni. Un incarico di comodo scaturito dopo una riunione con il Presidente Dino Viola e il segretario Lino Raule. Ciò mi permetteva di essere al seguito della prima squadra nell’anno della Coppa dei Campioni senza urtare la suscettibilità del medico sportivo e dell’accompagnatore. Il Presidente mi disse che era stata una richiesta specifica dell’allenatore Nils Liedholm che, dopo la vittoria del secondo scudetto della storia della Roma, mi aveva voluto accanto a sé. Avevo conquistato la sua fiducia negli anni per due ragioni. La prima è che quando gli segnalavo alcuni giocatori del settore giovanile della Roma verificava che potevano essere tutti all’altezza della prima squadra. E faccio dei nomi a caso. Tovalieri, Di Mauro, Desideri, Di Livio, Baldieri, Giannini, Di Chiara, Bonetti e Righetti ecc.

La seconda, avendo da medico sviluppato una particolare osservazione per i dettagli, prima della partita decisiva per lo scudetto Roma-Juventus gli avevo segnalato una particolare situazione della squadra. La Roma era da tempo in testa alla classifica del campionato. La Juve, che era formata da quasi tutti giocatori che sarebbero diventati campioni del Mondo, inseguiva a 5 lunghezze e non aveva intenzione di mollare. I giocatori della Roma pressati dal pubblico e dall’attesa di così tanti anni senza vittorie, cominciavano a sentire il peso di questa pressione e a stressarsi. Consigliai così al Mister di fare dei cambi di alcuni titolari senza preavviso, per avere forze fresche e, se le cose fossero andate male con la Juve, per sfruttare la rabbia degli esclusi la settimana successiva nella partita contro il Pisa. Liedholm fece le sue valutazioni insieme a Tessari, il suo grande vice, e mi ascoltò. Con la Juve le cose andarono bene fino a un quarto d’ora della fine, la Roma vinceva 1-0 con gol di Falcao e 7 punti di vantaggio virtuali, quando la Juve ribaltò il risultato con Platini e Brio. E i punti diventarono solo tre.

Negli spogliatoi c’era un silenzio di tomba. E quando Tessari m’incontrò mi disse che era andata male, conoscendo il mio consiglio a Liedholm. Ma lo tranquillizzai. Vedrai che vinceremo a Pisa. E così fu. E tutti oggi sono concordi nel dire che quella fu la partita della svolta per la vittoria dello scudetto della Roma 1982/1983. Tornando al presente, la mia presenza a Trigoria era dovuta all’incontro con il responsabile del Museo dell’AS Roma. Avevo deciso di donare dopo più di trent’anni la tuta di Nils Liedholm( un suo regalo, dopo lo scudetto, insieme ad altri suoi indumenti sportivi) al Museo della Roma e permettere così a tutti i sostenitori giallorossi di ammirarla. E’ stata una giornata fantastica e per descrivere le emozioni e i ricordi ci vorrebbe un libro.

* Claudio Ciminiello, già Medico AS Roma e Osservatore FC Milan.

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