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Donna morsa da lupo, Dr. Polverini: “Non è grave. Preoccupiamoci più dei cinghiali”

Il terapeuta: “Riducendo il territorio agli animali li abbiamo spinti a questo. Bisogna capire come ci si comporta”

Un collage con l'immagine di un lupo e quella del dr. Luigi Polverini

La vita degli animali: un tema di interesse pubblico. Soprattutto quando si interseca con quella dell’uomo. In questi giorni sono tante le notizie che hanno a che fare con storie dai risvolti drammatici che coinvolgono uomo e animali. In ordine di tempo, l’ultima ha come protagonista una donna morsa da un lupo.

I fatti

Qualche settimana fa un rottweiler ha aggredito e ucciso una donna. Un problema che come raccontano le scorse ore ha interessato il coinvolgimento di altri animali. Prima orsi, poi anche lupi.

Sì, perché oltre alle notizie giunte dal Trentino è dalla Lucchesia che giungono ulteriori novità. A Porcari, in provincia di Lucca, una donna infatti sarebbe stata morsa da un lupo, nel tentativo di difendere il suo cane.

Il lupo è secondo molti un animale selvatico di norma schivo ed elusivo di per sé, che non attacca l’uomo, poiché lo riconosce come una minaccia da cui allontanarsi velocemente. L’attacco al cane quindi è probabilmente figlio di un meccanismo di difesa territoriale naturale tra canidi.

La 50enne è rimasta ferita alla mano e sull’avambraccio. Una tragedia dai risvolti che potevano essere ben più drammatici. La donna è stata sottoposta al siero antirabbia, ma al momento le sue condizioni non desterebbero preoccupazione.

Ci si chiede intanto se questo sia un fenomeno in crescita e se merita ulteriori approfondimenti. Quanto questo debba preoccupare e se, soprattutto, ci siano delle zone di pertinenza di questi animali, con una nuova rideterminazione dei confini geografici del nostro mondo.

Dove finisce il nostro mondo e dove inizia quello degli animali? Oppure dobbiamo abituarci a dividere lo stesso identico spazio con loro? Lo abbiamo chiesto al Dr. Luigi Polverini, terapeuta del comportamento animale ed esponente principale in Italia del metodo cognitivo-comportamentale applicato alla terapia sugli animali.

“E’ un fenomeno sempre esistito” – ci dice il Dr. Polverini – “Se diamo uno sguardo alla periodicità di queste notizie, ci rendiamo conto di come quelle che riguardano gli animali vengono fuori in maniera più importante a ridosso dell’estate. La notizia in questione è tutta basata su una serie di fattori ancora da chiarire del tutto, per i quali viene utilizzato spesso il condizionale. Il danno, del resto, non mi sembra di grave entità. Il problema grosso dei lupi è rappresentato dall’ibridazione“.

Di che si tratta?

“Era stato fatto uno studio a livello nazionale ed europeo volto ad approfondire la percentuale di ibridazione ci fosse nei lupi. Il problema dell’ibridazione è il fatto che gli ibridi sono più facilmente propensi ad avvicinarsi ai centri urbani. Hanno più confidenza con l’uomo. Perciò, a differenza del lupo che comunque è un animale che cerca di non farsi vedere, di non farsi notare, l’ibrido è più spavaldo. Individua un minor numero di barriere filogenetiche tra noi e lui. Questo rappresenta un grosso problema“.

E’ sbagliato parlare di rideterminazione di confini geografici da questo punto di vista?

“No, possiamo dire che praticamente è così. Anche perché poi li abbiamo spinti a questo. Riducendo sempre più i loro territori per favorire costruzioni o per utilizzare terreni da destinare alle coltivazioni, togliendo loro spazio, gli animali tendono a trovare strategie di sopravvivenza che risultano diverse rispetto a quelle di tempo fa”.

Dobbiamo dunque abituarci a una nuova forma di convivenza, nello stesso spazio?

“Nello stesso spazio no, perché un lupo in città non ci verrebbe mai. Ci sono delle aree di confine in cui possiamo incontrarli. Bisogna capire come ci si comporta. In America lo fanno, per esempio. In tutte le zone nelle quali gli orsi possono essere presenti, i cittadini sono ben informati sulle misure da adottare. La consapevolezza è il primo passo per la prevenzione”.

C’è qualcosa che deve preoccuparci?

“Io direi di no. Al limite dobbiamo preoccuparci più dei cinghiali, che scorrazzano all’interno delle vie di Roma. Anche perché essi hanno una produzione di prole dieci volte maggiore a quella del lupo. Si moltiplicano in modo quasi infinito”.