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Decreto Semplificazioni: quante complicazioni e attenzione alla legalità

Il Decreto Semplificazioni approvato salvo intese, rischia di comportare maggiori complicazioni ai cittadini e agli imprenditori italiani

Decreto Semplificazioni

Decreto Semplificazioni

Il “Decreto Semplificazioni” approvato questa notte tra il 6 e 7 luglio, contiene 48 articoli, in un testo di 100 pagine, e il premier Conte lo ha definito “La madre di tutte le riforme”. Per quanto riguarda ad esempio le infrastrutture viene confermata l’interruzione delle gare per le opere pubbliche inferiori ai 5,3 milioni di euro fino al 31 luglio 2021, ma cambiano le regole e i tempi per le procedure.

Per quanto riguarda i cantieri “di rilevanza nazionale” da sbloccare entro l’anno verrà pubblicato un dpcm su proposta del ministero dei Trasporti e del Tesoro.

La sua formula però è stata approvata “salvo intese”, ciò significa che sarà possibile apportare modifiche fino a all’approvazione formale, che avviene con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il primo ministro ha garantito che eventuali modifiche saranno esclusivamente di natura tecnica e non politica.

Teniamo come punto fermo il fatto che la clausola “salva intese” non ci permette di fare un’analisi definitiva sul testo.

Credo però che, a dispetto del nome, più che semplificare, complichi la vita ai cittadini e agli imprenditori italiani. C’è lo stesso problema, confusione e vaghezza, che ha contraddistinto questo governo durante l’emergenza Covid-19; troppi articoli, troppi rimandi che rendono farraginoso ed eccessivamente contorto il decreto.

Decreto semplificazioni, appalti e legalità

E nonostante alcuni buoni contenuti, salvo intese sempre, il decreto semplificazioni rischia di diventare un boomerang per la nostra economia. Non c’è accordo neppure all’interno della maggioranza.

Attenzione anche al tema della legalità e all’affidamento degli appalti con l’estensione del cosiddetto “modello Genova”, perché alzare il limite degli appalti così tanto può essere rischioso. Sappiamo benissimo come in Italia sia facile che qualcuno provi ad approfittare delle emergenze (a cominciare dai terremoti) allentando le maglie del sistema. Sappiamo tutti qual è la classe dirigente del nostro paese, soprattutto enti locali, e non vorrei che qualcuno pensasse di banchettare.

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