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Dal chinino al Gin tonic: lunedi 23 maggio il convegno al Museo dell’Arte Sanitaria

Anche il Gin tonic, così come l’acquavite e la Coca Cola, nacque come bevanda medicinale, nella fattispecie antimalarica

Accademia di arte sanitaria di Roma

Accademia di arte sanitaria di Roma

Una colta giornata di studi profumata dal Gin tonic. Possibile? Organizzato dall’Accademia di Arte Sanitaria, lunedi 23 maggio, a partire dalle 9.30, avrà luogo presso il Complesso Monumentale del S. Spirito in Sassia un convegno, con autorevolissimi relatori, dal titolo: “Dalla pianta della china all’elisir, passando per le febbri intermittenti”. L’occasione è stata fornita dall’appena conclusa opera di manutenzione e valorizzazione di una delle più preziose reliquie del museo, la cosiddetta “macchina del chinino”.

Accademia di arte sanitaria di Roma
Accademia di arte sanitaria di Roma

La macchina del chinino

Di origine settecentesca, appare come un delizioso tempietto bramantesco in legno, dotato di sportelli. All’interno vi era una macina che riduceva in polvere la preziosa corteccia dell’albero di Cinchona, importata dal Perù dai preti cattolici.

La risistemazione del cimelio e l’organizzazione del convegno sono state possibili grazie alla donazione di Alessandro Francòli, delle omonime distillerie, e l’imprenditore nel 2019, aveva già finanziato la fortunata ricerca scientifica sul cranio attribuito a Plinio il Vecchio conservato nel Museo dell’Arte Sanitaria romano.

All’epoca, il legame che giustificava l’intervento dell’imprenditore era col fatto che Plinio aveva scritto nella Naturalis Historia dei viticultori novaresi. Oggi, il link tematico è, invece, con il Gin tonic. Infatti, le distillerie Francòli producono anche il Gin, in particolare, un tipo chiamato Ginarte che è aromatizzato con le piante da cui gli artisti rinascimentali traevano i pigmenti.

Come noto, il Gin si accompagna spesso con l’acqua tonica, la quale è appunto addizionata alla china. Anche il Gin tonic, così come l’acquavite e la Coca Cola, nacque come bevanda medicinale, nella fattispecie antimalarica.

Le origini del Gin tonic come la Coca Cola

“L’acqua addizionata alla china aveva infatti un sapore sgradevole, amaro – spiega il dott. Francòli – così lo scienziato tedesco Johan Jacob Schweppe riuscì a «catturare», nel suo laboratorio di Ginevra, le bollicine di anidride carbonica per produrre un’acqua effervescente. Era il 1783, nasceva ufficialmente l’acqua tonica, brevettata da Schweppe come “ausilio medico”.

Ad aggiungere il chinino all’acqua tonica, furono poi gli ufficiali dell’esercito britannico di stanza in India. Nel tentativo di curare la malaria, presero l’abitudine di mischiare polvere di chinino con zucchero e acqua tonica, creando la prima Indian Tonic Water.

Anche al gin, acquavite di ginepro, venivano riconosciute proprietà medicinali, essendo le bacche di ginepro un antico rimedio contro la dispepsia e la gotta.

Gli ufficiali britannici cominciarono ad aggiungere del gin all’acqua tonica per migliorare il gusto dell’uno e dell’altra e potenziarne gli effetti curativi e ludici. Nacque così il Gin tonic, una «medicina» antimalarica di tale successo che portò Winston Churchill a dire «Il Gin tonic ha salvato più vite e menti inglesi di tutti i dottori dell’Impero»”.

Promotori del convegno romano, insieme a Francòli, il presidente della Accademia di Arte Sanitaria, Prof. Gianni Iacovelli, il prof. Pierpaolo Visentin e il dott. Gaspare Baggieri, conservatore, già direttore del Museo dell’Alto Medioevo a Roma.

Il Museo dell’Arte Sanitaria

“Questo Museo – spiega Baggieri – è uno scrigno di tesori della nostra storia scientifica e sanitaria. Purtroppo l’Accademia di Arte Sanitaria vive una cronica mancanza di fondi e ci rivolgiamo a tutte le aziende e le imprese che, come il dott. Francòli, vogliano donare per dare creativamente vita a forme di «adozione tematica» di tanti cimeli che necessitano cure e manutenzione. Pensiamo solo alle splendide cere ostetriche del ‘700, opera del Manfredini, o alla sedia da parto, o ai tanti strumenti scientifici. Si potranno poi organizzare anche convegni tematici, quello di lunedì vedrà una decina di esperti molto noti che tratteranno della china sotto tutti i profili: storico, botanico, letterario, artistico… Un bel modo di fare impresa, cultura e conservazione”.

Chiaramente, la pausa pranzo della giornata di studi sarà rinfrescata da una piccola degustazione di Gin tonic.