“Da settembre devi tornare al lavoro”, il Governo cancella le pensioni agli over 70: non hanno più soldi per pagarli | Inviate le prime lettere

I pensionati potrebbero essere costretti a tornare a lavorare per continuare ad avere una vita dignitosa - Romait.it - foto Canva
Brutte notizie per milioni di cittadini italiani: a breve potrebbero essere costretti a rimettersi in gioco nel mondo lavorativo.
A oggi si contano oltre 16 milioni di pensionati in Italia e nei prossimi anni questo dato tenderà a salire vertiginosamente. Questo significa che l’Inps dovrà procedere all’erogazione di una somma maggiore di denaro per coprire ogni singola pensione.
Tuttavia, il problema principale riguarda gli assegni in sé, il cui importo tende a essere molto basso nel nostro paese, e continuerà a scendere sempre di più, rendendo praticamente impossibile il sostentamento personale e/o quello della propria famiglia.
Una situazione che potrebbe costringere milioni di persone a tornare a lavorare per ottenere un’entrata extra, togliendo di fatto spazio ai giovani, che da tempo ormai hanno difficoltà a trovare un impiego soddisfacente, soprattutto in termini economici.
Il sistema pensionistico in Italia
Secondo i dati aggiornati, l’Inps “spende” annualmente 253,90 miliardi di euro in pensioni. Una cifra notevole, che presenta un peso non indifferente nel bilancio governativo. Nello specifico, l’importo medio lordo corrisponde a 1229 euro (1486 euro per gli uomini e circa 1000 euro per le donne).
Nel prossimo futuro, se si continua questa drammatica tendenza, il numero di questa categoria di popolazione aumenterà, e quello dei lavoratori diminuirà, complice il calo della natalità. Secondo l’Istat, tra venticinque anni i pensionati saranno 20 milioni a fronte di 26 milioni di occupati.

La soluzione alla “crisi dei pensionati”
Il governo sta pensando di rivedere il sistema contributivo, che tiene conto soltanto dei contributi versati durante gli anni lavorativi, e quindi è basato sul totale guadagnato nel corso della propria carriera professionale. Considerate le innumerevoli situazioni precarie così come gli impieghi in nero e i bassi salari, aumenterebbero le probabilità di ritrovarsi con una pensione inferiore a 1000 euro.
Perciò, se quest’ultima non fosse sufficiente per coprire le spese domestiche e avere una vita dignitosa, i cittadini sarebbero costretti a rimboccarsi nuovamente le maniche tornando a lavorare. Anche se tale opzioni è possibile, come nel caso di Quota 103, non significa che sia giusto. Spetta dunque allo Stato trovare una soluzione che accontenti ogni fetta di popolazione.