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Curva Inter, lettera dei vip in difesa dei tifosi veri. Italo Cucci: “Siamo alla preistoria”

Il direttore di Italpress: “Le leggi ci sono, ma nessuno fa niente. E’ un business che risente di problemi e degrado culturale”

Italo Cucci

Italo Cucci

Una lettera che vale come dichiarazione d’amore. Tra le firme Giacomo Poretti, Gad Lerner, Stefano Boeri, Enrico Bertolino e altri. Unico intento: condannare la violenza nel calcio.

Sono ancora nitide nella nostra mente, le immagini relative agli episodi verificatisi sabato sera, durante il match di serie A Inter-Sampdoria, con tifosi costretti ad abbandonare la curva con la forza, in seguito alle insistenti pressioni degli ultras. Il comportamento, lo ricordiamo, era stato ritenuto un gesto di rispetto nei confronti di Vittorio Boiocchi, capo ultras ucciso poche ore prima.

Un modo civile ma passionale per esprimere il forte distacco da determinate frange di tifo, per le quali ancora non sembra esser stata trovata una soluzione.

Ultras con fumogeni allo stadio
Ultras

La lettera dei tifosi vip dell’Inter

Siamo un gruppo di interisti appassionati e follemente innamorati che anni fa – grazie ad una delle tante chat neroazzurre- ha cominciato a scambiarsi commenti, gioie, imprecazioni attorno alla vita sempre imprevedibile e pazza di una squadra che come ben sapete non rappresenta solo una città, ma un intero universo di memorie private e di storie collettive. Siamo “interisti” di origini, culture politiche, fedi diverse, veniamo da tutte la parti d’Italia e d’Europa per sedere per due ore nei settori più diversi di San Siro, il nostro tempio laico. Per questo, per questa nostra passione e per quella che tramandiamo ai nostri figli e nipoti, crediamo che la misura sia colma e che non debba essere lasciato alcuno spazio a coloro che nel nostro amato San Siro intravedono occasioni di profitto personale e inaccettabile sopruso; a coloro che, disprezzando il significato stesso del tifo da stadio, anche quello più benevolmente “estremo”, si nascondono dietro il calcio per coprire traffici loschi, illegali, criminali e, a volte, lo sappiamo, ricattando le proprietà e i dirigenti delle squadre di calcio.

Riteniamo che l’impegno, doveroso, delle Società di Calcio in questa lotta di civiltà, costituisca anche l’unica strada per raggiungere un futuro in cui gli stadi siano frequentati come “casa comune” in cui continuare a gioire e sognare grazie ai colori delle nostre squadre. Tutti insieme, a partire dalla società, le istituzioni ed ognuno dei tifosi, facciamo sentire la nostra voce per non consentire strumentalizzazioni criminali e violente a San Siro. Certi del vostro massimo sforzo per isolare e prevenire ogni tentazione violenta a San Siro, e sicuri di un vostro cenno di riscontro, porgiamo riverenti e neroazzurri saluti.

Gli autori della lettera

Ecco tutti gli autori di questo pensiero, riportati in ordine alfabetico per cognome: Sergio Abrignani, Riccardo Ammoscato, Umberto Angelini, Luca Beltramo, Ivan Berni, Enrico Bertolino, Stefano Boeri, Cecio Bonomo, Emanuele Bortolotti, Salvatore Loris Brignone, Carlo Capasa, Adolfo Ceretti, Federico Ferrari, Mam Gagliani, Paolo Ghezzi, Massimo Grassi, Paolo Inghilleri, Gad Lerner, Paolo Maggioni, Gianni Maimeri, Bruno Mandalari, Stefano Mirti, Andrea Munari, Mario Nava, Michele Novaga, Francesco Orsi, Stefano Peccatori, Giacomo Poretti, Santo Rullo, Sergio Scalpelli, Romeo Scapin, Simone Riccardo, Trebino, Manlio e Alberto Zucchi.

Il pensiero di Italo Cucci

Sull’argomento è intervenuto il Direttore di Italpress, Italo Cucci, il quale ha dichiarato: “Nessuno ha fatto nulla di importante per risolvere il problema degli stadi. Già anni fa i parcheggi erano in mano agli ultras. La persona assassinata guadagnava 80.000 euro al mese gestendo tutto quello che riguardava l’attività dello stadio di Milano. Nel capoluogo lombardo peraltro, è il secondo morto. Possiamo continuare a parlare di maleducazione e intanto nessuno fa niente“.

italo cucci
Italo Cucci

“C’è una legge sul tifo” – ha dichiarato il giornalista e saggista italiano – “Dovrebbe essere rispettata in maniera pesante, punendo o castigando associazioni a delinquere. Oggi il calcio è un business che risente di questi gravissimi problemi, spero facciano qualcosa di serio. E’ un problema di degrado culturale. Non dico politico, perché la politica ormai è ridotta ai minimi termini. Sembra la preistoria“.

Pallone di Serie A posizionato prima di essere calcato


Intanto si indaga per identificare tutti i violenti che hanno causato gli episodi sabato scorso. Dalle intercettazioni, sembrerebbe che la stessa società milanese sia rimasta spesso vittima della decisione dei propri ultras.