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Covid, infezione abortiva e altre ipotesi: perché alcuni soggetti sono resistenti al virus

Dopo due anni è altamente improbabile non essere mai entrati in contatto con il Covid, ci sono alcune ipotesi per spiegare i soggetti resistenti

covid, analisi dei tamponi

Sono passati più di due anni dall’inizio della pandemia e tante persone non sono mai risultate positive al Sars-coV-2. La possibilità che un soggetto in questo arco di tempo non abbia avuto modo di infettarsi è estremamente remota, dunque occorre studiare cosa accade in questi soggetti per così dire resistenti al Covid.

Perché alcuni soggetti sono resistenti al Covid?

Secondo gli esperti, nella maggior parte dei casi suddetti l’infezione è stata di tipo abortivo oppure si tratta di asintomatici che non sapevano di aver già sviluppato anticorpi. Per coloro che non hanno contratto l’infezione ci possono essere cause legate cellule particolari e sistemi immunitari con specifiche resistenze al virus.

Il Guardian ha intervistando la dottoressa Zania Stamataki, docente e ricercatrice in immunologia virale presso l’Università di Birmingham, per cercare di capire meglio questi processi biologici.

Infezione abortiva

Si parla di infezione abortiva quando l’organismo è effettivamente entrato in contatto con il coronavirus Sars-CoV-2 ma questo è stato eliminato dal corpo in modo rapido prima di sviluppare il Covid-19. Si tratta della cosiddetta infezione abortiva.

Presenza di anticorpi da coronavirus prima della pandemia

C’è poi la possibilità, spiega la dottoressa, che una persona abbia contratto il Covid in maniera asintomatica, magari all’inizio della pandemia e prima della campagna vaccinale. In questo modo avrebbe già sviluppato degli anticorpi, senza neppure saperlo.

Coloro che eliminano il virus rapidamente sono persone che hanno anticorpi preesistenti e cellule immunitarie della memoria che riconoscono il virus. Gli esperti credono che possa trattarsi di cellule T di memoria cross-reattive, generate in precedenza per combattere coronavirus simili. Ci sono evidenze di una maggiore presenza di infezioni da coronavirus endemiche nei giovani e di una ridotta presenza di cellule T cross-reattive negli anziani.

La varietà delle risposte soggettive

C’è anche la possibilità che sistemi immunitari diversi rispondano in modo diverso al virus. Affinché il sars-cov-2 infetti, la proteina spike sulla superficie del virus ha bisogno di attaccarsi a proteine specifiche sulle cellule bersaglio, come la proteina Ace2. È possibile che le persone resistenti all’infezione abbiano livelli diversi di Ace2 rispetto alle altre persone. E’ questa una terza possibilità che gli scienziati stanno studiando.

La minore presenza di Ace2 nei polmoni dei bambini, rispetto agli adulti, potrebbe in parte spiegare perché i bambini spesso mostrino un’infezione più lieve. Questa ipotesi è dunque in fase di sviluppo.