Corso Francia: il ricordo di Mattia Liguori per garantire più sicurezza a pedoni e ciclisti
Roma ricorda Mattia Liguori con l’evento “Cycling in the Air”: corteo e bicicletta bianca su Corso Francia per dire basta alle vittime della strada

Mattia Nicholas Liguori, Corso Francia
La città di Roma si prepara a un momento di dolore, memoria e impegno civico. Sabato 25 ottobre andrà in scena “Cycling in the Air”, l’evento voluto dalla famiglia di Mattia Nicholas Liguori, il 17enne travolto e ucciso mentre attraversava Corso Francia in bicicletta. Una strada tristemente nota per la sua pericolosità, teatro di numerosi incidenti mortali negli ultimi anni. La giornata, annunciata come “commemorativa e rivendicativa”, è organizzata insieme all’associazione Salvaciclisti e con il patrocinio dei Municipi II e XV.
L’iniziativa non sarà soltanto un modo per ricordare il giovane studente del liceo Lucrezio Caro, amatissimo da amici e familiari, ma anche un’occasione per chiedere con forza alle istituzioni misure concrete per garantire più sicurezza a pedoni e ciclisti.
Cycling in the Air dedicata a Mattia Liguori
La manifestazione partirà alle ore 10, con la posa di una bicicletta bianca all’altezza del civico 115 di Corso Francia, nel punto esatto in cui Mattia ha perso la vita. Questo simbolo, già diffuso in molte città europee, rappresenta un monito e un atto di memoria per le vittime della strada.
Subito dopo, dalle 11, si svolgerà un corteo su due ruote che si muoverà lungo Corso Francia fino a piazza Grecia, nel quartiere Flaminio. Qui la giornata si trasformerà in un momento collettivo di testimonianza e riflessione: da un lato i ricordi dei familiari e degli amici di Mattia, dall’altro le richieste corali per una città più attenta e sicura.
Corso Francia, la strada maledetta di Roma
Il nome di Mattia si aggiunge a una lista già troppo lunga di giovani vittime di Corso Francia, una delle arterie principali che collega i quartieri Parioli e Flaminio.
Nel dicembre 2019 persero la vita le amiche Gaia e Camilla, investite mentre attraversavano la carreggiata. Nell’aprile 2022 toccò a Leonardo Lamma, un’altra giovane vita spezzata da un incidente in scooter. Oggi, con la morte di Mattia, la comunità romana torna a interrogarsi su una strada che continua a essere sinonimo di tragedie e dolore.
Il ricordo di un ragazzo amato da tutti
Dietro i numeri e le statistiche, resta la storia personale di un ragazzo di soli 17 anni. Mattia era appassionato di musica, curioso e pieno di interessi, come lo descrivono amici e insegnanti. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto enorme non solo nella famiglia ma anche tra compagni di scuola e conoscenti.
Il nonno Enzo, con voce rotta dalla commozione, ha raccontato: «Tantissimi sono venuti al funerale per salutarlo, perché era amatissimo. Questo evento sarà un’altra occasione per commemorarlo». Accanto a lui la mamma, Martina, che non smette di sottolineare come il ricordo del figlio debba trasformarsi in un impegno collettivo.
Dalla memoria all’azione: l’appello per la sicurezza stradale
“Cycling in the Air” non sarà soltanto una cerimonia di ricordo, ma anche un forte appello politico e sociale. L’associazione Salvaciclisti, da anni impegnata a promuovere una mobilità più sicura, spiega chiaramente gli obiettivi: «Sensibilizzare istituzioni e cittadini sulla fragilità di chi si muove sulle strade e sull’urgenza di interventi concreti».
Tra le richieste:
- limitare l’eccessiva velocità lungo Corso Francia;
- mettere in sicurezza gli attraversamenti pedonali;
- realizzare e proteggere le piste ciclabili;
- aumentare controlli e dissuasori per ridurre i comportamenti pericolosi alla guida.
A rafforzare il messaggio, anche la petizione online su Change.org lanciata dagli amici di Mattia. In pochi giorni ha superato le trentamila firme, segno di un’urgenza condivisa e di una comunità pronta a chiedere un cambiamento reale.
Un futuro senza vittime della strada è possibile?
La tragedia di Mattia Liguori e di tanti altri giovani romani riporta al centro una questione cruciale: la sicurezza stradale non può più essere rinviata. Gli esperti sottolineano che con interventi mirati – dalla riduzione della velocità al potenziamento dei controlli – si possono salvare vite.
“Cycling in the Air” non è soltanto il ricordo di un ragazzo straordinario, ma anche un grido di speranza: quello di una città che non vuole più piangere giovani vite spezzate da incidenti evitabili.