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Cop26 a Glasgow, ministra israeliana in carrozzina non può accedere al summit

La Ministra dell’energia israeliana Karine Elharrar è rimasta esclusa dal summit di Glasgow per la difficoltà ad accedervi causa carrozzina

Karine Elharrar

Karine Elharrar

Il primo giorno di Cop26 a Glasgow è stato turbato dalla mancata possibilità di accedere al summit da parte della Ministra dell’energia israeliana Karine Elharrar, costretta alla sedia a rotelle. Questa si è ritrovata infatti in una condizione di impossibilità nell’accedere. La causa? Troppe barriere architettoniche, che ne impedivano l’accesso, e una scadente organizzazione. Secondo quanto raccontato dall’ufficio della ministra, “le è stato impedito l’accesso sul veicolo con la quale era giunta lì”. La navetta che le è stata poi proposta non era idonea al trasporto delle carrozzine.

Karine Elharrar

La donna è Ministro delle infrastrutture nazionali, dell’energia e delle risorse idriche in Israele da pochi mesi. In precedenza membro della Knesset per Yesh Atid dal 2013 al 2021, la sua carriera iniziò l’anno precedente unendosi al partito stesso. Prima di diventare politica era comunque attiva nel sociale. Tra il 2008 e il 2013 ha diretto la clinica legale presso l’università Bar-llane, dove si è specializzata nei diritti dei sopravvissuti all’Olocausto, delle persone con disabilità e dei pensionati. Si trova su una sedia a rotelle a causa di una Distrofia muscolare.

Le sue parole: “E’ triste”

La ministra israeliana si è poi sfogata tramite il proprio profilo Twitter: “E’ triste che le Nazioni Unite non forniscano accessibilità ai suoi eventi” ha dichiarato la donna, che dopo ha aggiunto: “È stata una condotta scandalosa e non sarebbe dovuta avvenire“. Il tutto accompagnato dall’affermazione che, per questo motivo, non potrà raggiungere i suoi obiettivi a Glasgow.

Tentativi di rimedio

Naturalmente dopo l’accaduto sono stati diversi i commenti arrivati in merito. “Chiedo profondamente e sinceramente scusa. Vogliamo un vertice della Cop26 che sia accogliente e inclusivo per tutti” ha scritto tramite il proprio profilo Twitter Neil Wigan, ambasciatore britannico in Israele. A queste scuse si sono poi unite quelle di Boris Johnson, ministro britannico. Il primo ministro israeliano Naftali Bennett, invece, dopo essersi lamentata dell’accaduto e aver minacciato di non prender parte al summit senza la ministra, ha disposto che la sua auto faccia parte del suo convoglio ufficiale.

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