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Comunità Giovanile Roma, le incongruenze dell’amministrazione

Tre le questioni irrisolte. E la Comunità chiede risposte

Questa settimana si è riunita la Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza, convocata per fare il punto della situazione in merito al destino del Casale di via di Grotta Perfetta e delle Associazioni che vi operano all’interno.

Come ci riferiscono due rappresentanti della Comunità Giovanile, durante la riunione – alla quale era presente il presidente Giovanni Quarzo (FI) e altri consiglieri, nonché il direttore generale dell’Agenzia Capitolina sulle Tossicodipendenze Massimo Canu, in qualità referente dell’Istituzione di Roma Capitale che ha predisposto il bando sulla struttura in questione – il presidente Quarzo, di concerto con gli altri componenti della Commissione, ha deciso di voler far luce su tre questioni in particolare.

La prima: una comunicazione dell’assessore al Sostegno Sociale e Sussidiarietà, Rita Cutini, datata dicembre 2013, comunica che “la chiusura dell’ACT, deliberata dalla Giunta di Roma Capitale alcune settimane fa, non comporta alcuna interruzione dei rapporti in essere con gli enti gestori i quali non devono temere in merito a ipotesi (destituite di fondamento) di interruzione delle attività”.

Al contempo, però, una memoria di Giunta del 6 Dicembre 2013, approvata il 13 Dicembre, che menzionava la “riacquisizione patrimoniale della struttura denominata Casale di Grotta Perfetta, 610 (Tor Carbone) per lo svolgimento di azioni connesse alle linee programmatiche dell’Assessorato e del Dipartimento alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità”, di fatto toglieva la struttura alla Comunità Giovanile operante all’interno dello stabile, nonostante le attività di questa, rientranti nell’ambito di azione dell’assessorato della Cutini, avrebbero dovuto proseguire senza alcun problema, stando alle dichiarazioni dello  stesso assessore.

Ma c’è dell’altro. Come ci riferiscono i rappresentanti della Comunità Giovanile, emergono ulteriori atteggiamenti poco chiari delle Istituzioni. Infatti, il 30 Gennaio 2014 è stata protocollata una lettera , indirizzata all’assessore Cattoi (PROT. QM/2014/3183) e all’ACT (PROT. RV/2014/471), con la quale si richiedeva la prosecuzione delle attività per ulteriori 21 mesi, senza finanziamento, così come stabilito dalla Convenzione con la quale il Casale è stato affidato alla Comunità. A questa lettera, non è mai arrivata una risposta. Quindi, ancora oggi, a distanza di 5 mesi si chiede all’assessore Cattoi il motivo per cui questa risposta non c’è.

E quindi, non essendoci stati chiarimenti in merito al futuro delle attività della Comunità Giovanile, ci si chiede anche perché sia arrivata, senza previo confronto con il quartiere che vuole invece che le attività della Comunità Giovanile continuino, la determina di sgombero per far spazio, all’interno del c.d. Casale Rosa, ad un servizio con dei costi per l’amministrazione, SOS Donna H24, con affidamento diretto, mentre la Comunità aveva richiesto di poter proseguire, come da convenzione, i propri servizi gratuitamente, e quindi a costo zero per il Comune di Roma. Si tratta di servizi destinati a tutta la cittadinanza residente, volti alla promozione di stili di vita sani, essenziali e fondamentali per un quartiere, come quello di Roma ’70, che dispone di spazi aggregativi praticamente nulli. Al contrario, pur rispettandone il nobile fine, inserendo all’interno del Casale un servizio come quello destinato al contrasto della violenza sulle donne, lo spazio verrebbe totalmente chiuso ai cittadini che, da un giorno all’altro, si ritroverebbero senza più quel punto di riferimento che per questi 4 anni circa è stato la Comunità Giovanile.

Come poi abbiamo già spiegato più volte, la Comunità non intende affatto arrogarsi di diritto la proprietà del Casale, ma si rende disponibile a rimanere al suo interno gratuitamente, come sta ad oggi dimostrando di fare, finché l’amministrazione non provvederà a predisporre un bando, che risponda alle esigenze del quartiere. Questo bando, ad oggi, ancora non esiste, e l’assegnazione diretta al servizio SOS DONNA H24, evidentemente non risponde a nessun criterio di trasparenza e democraticità che invece il bando garantirebbe.

Nel frattempo sono molti i residenti che hanno sposato la causa della Comunità Giovanile. Vari Comitati di Quartiere, infatti, si sono mobilitati di concerto con i ragazzi del Casale per portare direttamente alle istituzioni le loro istanze. Per fare questo, hanno provveduto ad organizzare una raccolta firme, inoltrata ai rappresentanti delle istituzioni municipali, con la quale si ribadiscono le richieste avanzate dai rappresentanti della stessa Comunità.

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