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Come Papa Ratzinger gabbò i nemici tedeschi. Lui impedito, Bergoglio antipapa

Benedetto XVI è in sede impedita e per questo lui può ribadire che “il Papa è uno solo”, da otto anni, senza mai spiegare quale sia dei due

Papa Ratzinger e il cardinale Reinhard Marx

Papa Ratzinger e il cardinale Reinhard Marx

Nella versione tedesca della Declaratio, Munus e Ministerium sono invertiti: cambia tutto

Al collega Mirko Ciminiello si deve il merito di aver definito come il “caso del millennio” la questione sui due Papi. Effettivamente è così e, sulle pagine di RomaIT, egli è stato l’unico altro giornalista italiano ad aver indagato, in tempi recenti – peraltro con fulminante capacità di sintesi – l’inchiesta sulla cosiddetta Magna Quaestio. Sempre grazie a lui e al Direttore, oggi lo scrivente può aggiungere qualche contributo su questa testata in un panorama di generale censura mediatica che grava su un fatto di inaudita, millenaria gravità riguardante “appena” un miliardo e 285 milioni di cattolici.

L’ultima scoperta sul caso Ratzinger, il caso del millennio

Prima di raccontarvi l’ultima scoperta, una premessa chiarificatrice.

Nel 1983, il card. Ratzinger e papa Wojtyla apportarono uno strano cambiamento al diritto canonico. Prima, per rinunciare al pontificato, bastava che il Papa dicesse “rinuncio all’ufficio papale”. Dall’83 in poi le cose si complicano: l’ufficio papale viene suddiviso in due enti, il munus, il titolo di Papa di origine divina, e il ministerium, cioè l’esercizio pratico del potere.

Rinunciando a questo o a quello, si configurano due situazioni speculari e radicalmente diverse. Se il Papa rinuncia in modo simultaneo e ratificato al munus, c’è la sua Abdicazione. Se rinuncia in modo differito e non ratificato al ministerium va in Sede Impedita (canone 412), dove è prigioniero, confinato, non libero di esprimersi.

Tra munus e ministerium non c’è transitività: un Papa può essere privato forzatamente del potere pratico (ministerium), magari da un golpe o da nemici esterni, ma resta sempre Papa, mentre chi detiene solo il potere pratico papale, non acquisisce automaticamente il munus, il titolo di Papa. Ci siamo?

Ora: Benedetto XVI ha rinunciato al ministerium in modo differito dato che dalla Declaratio dell’11 febbraio al 28, giorno in cui sarebbe uscito di scena, passarono 17 giorni. Non ha poi ratificato nulla dopo le ore 20.00 (ora X in cui entrava in vigore la sua rinuncia al ministerium): non ha detto o firmato Niente. Quindi lui ha abbandonato il potere pratico in modo meramente fattuale.

Il Papa è uno solo

Ergo, Benedetto XVI è in sede impedita e per questo motivo lui può ribadire che “il Papa è uno solo”, da otto anni, senza mai spiegare quale sia dei due. Ci fa capire questa situazione in decine e decine di altri messaggi sottilmente logici che abbiamo chiamato “Codice Ratzinger”.

L’ennesima dimostrazione di quanto affermiamo è contenuta in un fatto che era stato già individuato dal frate latinista Alexis Bugnolo, ma che solo recentemente è stato inquadrato in un contesto più ampio e coerente.

Nella versione in tedesco della Declaratio, i due enti, munus e ministerium, sono stati scambiati di posto. Questo poteva avvenire solo in tedesco, dato che per le altre lingue, i due enti vengono tradotti con una stessa parola: ministero in italiano, ministry in inglese, ministère in francese, ministerio in spagnolo, ministério in portoghese, posługa in polacco.

Ecco perché Benedetto XVI può dire: “Ho rinunciato validamente al ministero”. Lui si riferisce al ministero-ministerium e non al ministero-munus. Chiaro fin qui?

Il tedesco è, invece, l’unica lingua che traduce rispettivamente munus con la parola Amt e ministerium con la parola Dienst.

Ma se raffrontiamo la versione latina con quella tedesca ci accorgiamo di una clamorosa inversione.

In latino,  Benedetto dice: “Siccome il munus, mi è diventato faticoso, rinuncio al ministerium”. In tedesco doveva essere tradotto: “Siccome l’Amt mi è diventato faticoso, rinuncio al Dienst. E invece nella traduzione tedesca della Declaratio c’è scritto il contrario: “Siccome il Dienst mi è diventato faticoso, rinuncio all’Amt. (Cfr. schema).

Così, in tedesco, la Declaratio sembra quasi una vera abdicazione perché Benedetto dice di rinunciare al munus-Amt, al titolo di Papa. L’atto sarebbe comunque invalido, dato che manca la simultaneità della rinuncia e la sua ratifica, ma questo è un dettaglio.

L’unica versione a fare giuridicamente testo è quella in latino

Ciò che conta, infatti, è che l’unica versione a fare giuridicamente testo è quella in latino! Sia perché è la lingua ufficiale della Chiesa, sia perché Benedetto ha pronunciato la Declaratio in latino. Quindi Papa Ratzinger resta di fatto in sede impedita anche se la traduzione tedesca può sembrare una rinuncia valida.

Ma perché è successo tutto questo? I casi sono due: o qualcuno in Vaticano ha tentato di rendere credibile la Declaratio come rinuncia, falsificando la traduzione, oppure questo è stato fatto apposta dall’entourage del vero Papa. Plausibile: il clero tedesco, occhiuto e malevolissimo verso Ratzinger, non si sarebbe certo accontentato della rinuncia a una stessa parola per munus e ministerium. Occorreva, quindi, una “polpetta” più raffinata per gabbarli.

Così, visto che in tedesco la Declaratio pareva una rinuncia corretta, i nemici del Papa non sono andati a controllare sulla versione latina, l’unica che fa testo, per vedere se vi fosse una reale corrispondenza. E se la sono bevuta. Ecco perché Benedetto scelse il giorno della Declaratio il primo lunedì di carnevale, il famosissimo Rosenmontag tedesco. Qui https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/28770635/-follie-di-papa-ratzinger-giochi-di-parole-per-dire-la-verita-sede-impedita-declaratio-sembra-rinuncia-ma-e-sede-impedita.html per capire la questione:

In entrambi i casi si capisce come Benedetto fosse letteralmente accerchiato.

Come vedete in questi giorni, dal clero tedesco è stato fatto prima un preparatorio “bombardamento di artiglieria”, con la campagna mediatico-giudiziaria distruttiva dell’immagine di Ratzinger – che è stata comunque un flop – e poi sono venute fuori, all’assalto, le “fanterie” con le richieste di abrogazione del celibato dei preti, di sdoganamento dell’omosessualità come peccato etc.

Papa Ratzinger in una foto recente

Il codice Ratzinger, un geniale piano di difesa

Un’offensiva, quella modernista tedesca, che si rivelerà una disfatta totale, perché stanno presentando le loro istanze a un “vescovo vestito di bianco” per dirla con la profezia di Fatima, che non è il Papa, perché il Papa è solo Benedetto XVI.

Tutta l’operazione definita “Piano B” ed illustrata dal Santo Padre Benedetto in “Codice Ratzinger” è stata un geniale piano di difesa: costretto dai nemici a togliersi di mezzo, lui si è auto-esiliato in sede impedita, è rimasto Papa, il conclave del 2013 non poteva essere convocato, era nullo e così i suoi nemici si sono “antipapati” e scismati da soli. Si spiega così perché Ratzinger questa estate dichiarò all’Herder Korrespondenz: separare i credenti dai non credenti.

E’ davvero un grosso affare. Ora capite perché non ne parla nessuno?