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Città senza auto, è davvero possibile? Ecco dove il traffico è fuorilegge

In Germania c’è una cittadina senza auto e anche in Val d’Aosta, le città che sperimentano una mobilità senza macchine si moltiplicano

Chamois, Valle d'Aosta

Chamois, Valle d'Aosta

In alcune città europee si sta realizzando il sogno di vivere senza auto e senza traffico. Si riduce l’inquinamento e anche lo stress da traffico, parcheggi, multe, file e i consumi energetici. Il turismo e il commercio ne guadagnano.

Città senza auto, si può fare?

Vauban, una piccola città della Germania, nella periferia di Friburgo, si vive senza auto. La qualità di vita è migliorata e la popolazione si è incrementata del 57%. Questa città a misura di uomo, dal 2006 ha vietato l’uso delle auto. Può circolare solamente un tram, per portare i lavoratori al centro di Friburgo. Ogni luogo è facilmente raggiungibile a piedi o in bici, con tutte le comodità per portare i bambini a scuola o andare a fare la spesa.

Certo, voi direte, è un paesino, tutto in piano, prova a farlo in un borgo di montagna o in una città come Roma o Napoli, dove i saliscendi sono continui, le distanze enormi e i servizi pubblici inefficienti.

A Chamois, in Val d’Aosta, si arriva solo in funivia

Montagna? Aspetta. A Chamois, ai piedi del Cervino, in Val d’Aosta, a 1815 metri sul livello del mare, si può arrivare solo in funivia o a piedi, risalendo la montagna. Niente strade asfaltate, niente auto, niente traffico. Un’oasi felice.

In realtà un esempio di città senza auto noi in Italia ce l’abbiamo: Venezia, con i suoi 416 ponti che attraversano 177 canali, e poi calli e campi (piazze) rigorosamente da girare a piedi. Grazie alla sua storia e alla sua collocazione su isolette lagunari, non è adatta al traffico di veicoli, che non siano gondole, barche e motoscafi, ma anche quelli inquinano, consumano, sporcano. Tuttavia non ho mai trovato un veneziano o un turista che abbia trascorso del tempo a Venezia, che si sia lamentato di dover camminare, o andare in bici, per svolgere il proprio lavoro o per muoversi nell’area urbana. Una città a misura d’uomo, dove tutto si può fare camminando, ti fa sentire bene.

L’Italia ha 67 auto ogni 100 abitanti

Chiaramente non è possibile farlo ovunque e per chiunque. Considerate che in Italia, nel 2020, circolavano 67 auto ogni 100 abitanti, dovuto anche alla rete dei trasporti pubblici poco efficiente e mal sviluppata e alla carenza di piste ciclabili.  Considerate che in Francia erano 57, in Gran Bretagna e Germania 54, in Spagna 53. Non lo chiamo primato perché in verità, su base pro capite, San Marino registra 1,3 auto per abitante. Il dato si spiega comunque con quegli Italiani che immatricolano l’auto nel piccolo stato ma di fatto risiedono altrove. Poco dopo c’è il Principato di Monaco con 0,91 auto pro capite. Giusto appena prima degli Stati Uniti con 0,89 e alla Nuova Zelanda con 0,88, secondo i dati che fornisce Hedges Company, un’agenzia di marketing digitale che opera nel mercato automobilistico e nel motorsport. Come parco vetture in assoluto ovviamente gli Stati Uniti dichiarano un numero altissimo, 267 milioni di veicoli, superati solo dai cinesi con 302 milioni. Per curiosità ho voluto vedere quale fosse il Paese con il minor numero di veicoli pro capite: la Repubblica Democratica del Congo, con lo 0,004 veicoli a persona, in altre parole con un’auto ogni 250 abitanti.

Nel mondo solo una persona su 10 possiede un’auto

Secondo un indagine di PD Insurance, società di assicurazioni australiana, nel 2022 c’erano circa 1,446 miliardi di auto nel mondo. Un numero enorme, ma se consideriamo che la popolazione mondiale ha superato gli 8 miliardi, significa che solo il 18% delle persone nel mondo possiede un’auto, cioè più o meno una persona su 6. Questo dà la misura di quali siano i Paesi che consumano più energia, sottraendo ricchezze a tutti gli altri.

Tuttavia il numero di persone che possiedono effettivamente un’auto è probabilmente ancora più basso, considerando come alcuni possiedano due o più veicoli e che ci sono anche molte auto a noleggio. Tenendo conto di tutti questi fattori, la percentuale di popolazione mondiale che possiede un’auto è probabilmente più vicina al 10%.

La pandemia ci ha mostrato i benefici del blocco delle auto

Il Covid ha fatto ricordare a molti il periodo dell’austerità dovuto alla crisi petrolifera negli anni’70, quando fummo costretti ad un periodo di blocco delle auto. Ugualmente con le restrizioni dovute alla pandemia, molte vetture sono rimaste nei parcheggi e si poteva circolare poco e solo per esigenze improrogabili. Il fenomeno ha avuto dei riscontri positivi sull’ambiente, al punto che c’è chi pensa che sarebbe un esperimento da non abbandonare e da ripetere almeno una volta all’anno, per un certo tempo.

Vivere rinunciando all’auto può apparire per molti un’aberrazione, un’assurdità, date le esigenze di spostamento per motivi di lavoro e di svago, che non hanno spesso alternative valide. La nostra tuttavia è un’epoca caratterizzata da una continua lotta contro lo smog e l’inquinamento atmosferico, che causa molti disturbi e malattie gravissime, oltreché rappresentare una spesa notevole, che grava sulle nostre sempre più magre economie.

Nel tentativo di abbattere le emissioni di CO2 provenienti dai veicoli, si ricorre a blocchi temporanei del traffico cittadino ma i risultati non sono soddisfacenti. Recentemente l’Unione Europea ha approvato un regolamento che porterà a eliminare le auto a motore termico a partire dal 2035, a favore dei mortori elettrici a zero emissioni. Molte obiezioni sono state sollevate in proposito, per chi si preoccupa della trasformazione delle linee di produzione dell’industria automobilistica e del fatto che anche le batterie al litio rappresenteranno una fonte di inquinamento. Vedremo come andrà a finire. Ma intanto si potrebbe limitare l’uso dei veicoli almeno nei centri cittadini.

Helsinki la prima città europea senza auto nel 2025

Sono solo degli esempi ma l’idea di rendere sempre più green le nostre città eliminando il più possibile il traffico privato e integrando il trasporto pubblico con tram, bike sharing, traghetti, treni, insomma usando solo mezzi di trasporto elettrici o a pedali, sta “prendendo piede”, è proprio il caso di dire, e incontra sempre più il favore degli abitanti e dei commercianti, dopo un primo momento di shock. Helsinki si è proposta di diventare nel 2025 la prima capitale europea senza auto. Proprio per tentare di migliorare, con questi cambiamenti, lo stile di vita dei suoi abitanti e rendere le giornate più piacevoli.

Wengen, nella Svizzera tedesca, meta di turismo lento, è accessibile solo con i treni della Wengernalpbahn. A Oslo, in Norvegia, ci sono chilometri e chilometri di piste ciclabili e la città ha potenziato la rete di trasporti pubblici, per garantire una mobilità senza auto, almeno ai residenti. Anche Amsterdam vuole diventare una città car free per lo meno in alcune zone del centro. Per il momento si fa abbondante uso delle biciclette e dei mezzi pubblici elettrici.

Centri storici da preservare

All’interno delle mura di Dubrovnik, in Dalmazia, le auto sono proibite. La città vecchia, patrimonio dell’UNESCO, è un’oasi pedonale dove i veicoli a motore sono vietati. Conosciuta come la ‘Perla dell’Adriatico’, Dubrovnik vanta una ricchezza tra chiese gotiche, rinascimentali e barocche.

La Medina di Fes-al-Bali è una delle più vaste aree urbane al mondo dove non è consentito transitare con le automobili. I vialetti stretti sono completamente inaccessibili alle auto, potrete cammianare a piedi o in sella ad un asino per le 9.400 stradine, con una folla variopinta, tra suk, negozietti, ristoranti, bancarelle e abitazioni. Un vero salto indietro nel tempo.

Isole vietate alle auto e ai motori

Le persone sull’isola di Sark in Gran Bretagna, si muovono in bicicletta, vanno a cavallo o utilizzano carri trainati da bestiame. L’unico mezzo a motore è un trattore e anche l’ambulanza dell’isola è agganciata ad un trattore. Per accedere all’isola dovrete effettuare un viaggio di 50 minuti in barca da Guernsey. Sull’isola non esistono luci artificiali, si utilizzano le fiaccole per muoversi in strada e nelle case. Questo rende Sark anche il posto ideale per ammirare le stelle. Non è a caso se a Sark è stato inaugurato il primo osservatorio realizzato grazie ad una colletta degli abitanti. Si tratta di un semplice telescopio installato all’interno di una piccola costruzione di legno. Ricordo che negli anni ’70 anche Filicudi, nell’Arcipelago delle Eolie, era così ed aveva un fascino particolare. Ora senza auto c’è rimasta solo Alicudi.

Fire Island è uno dei pochissimi posti car-free degli Stati Uniti. L’isola che vanta circa 40 km di costa, è un paradiso senza traffico; potrete unicamente girarla a piedi o in bicicletta. 
Nessun veicolo a motore è ammesso su Hydra, isola dell’Egeo.  Neanche gli aerei. Gli unici mezzi consentiti sono i taxi d’acqua o gli asini. La mancanza di traffico automobilistico vi permetterà di apprezzare meglio la bellezza dell’isola dove troverete deliziose casette bianche e blu, con una vista spettacolare sui tramonti.

Città senza auto: altri piccoli borghi che hanno scelto la tranquillità

Dal 1996, nel centro storico di Ghent (in francese Gand), città del Belgio,è vietato transitare con le automobili. L’area car-free ha incentivato lo sviluppo di infrastrutture ciclistiche e ha migliorato la rete dei trasporti pubblici. L’assenza di auto ha reso la città molto più piacevole sia per i residenti che per i turisti. 

Giethoorn è spesso chiamata la ‘Venezia olandese’. E’ una città dove le strade non esistono, ci sono solo canali navigabili e 170 piccoli ponti in legno. Questo paese senza strade è famoso per le sue case coloniche del XVIII secolo quasi tutte addobbate da splendidi fiori. Le persone si muovono a piedi, in bici o in barca. 

Halibut Cove, in Alaska, nello Kachemak Bay State Park, non ha strade. Ci si muove a piedi, con piccole imbarcazioni o in idrovolante. È il punto di partenza perfetto per vedere i ghiacciai e le montagne dell’Alaska.

In Italia Civita di Bagnoregio, la città che muore, nel viterbese, in realtà da diversi anni sta tornando a vivere proprio grazie al fatto di essere inaccessibile ai mezzi a motore. La liberazione dal traffico si sposa benissimo con le esigenze dei turisti e degli artisti, di chiunque abbia bisogno di tranquillità per lavorare, pensare, rilassarsi. Così è anche il centro di Sovana, presso Pitigliano nella Maremma Toscana. L’Isola Bella, al centro del lago Maggiore, sede del palazzo della famiglia Borromeo, non può ricevere mezzi a motore.
La Cumbrecita, che si potrebbe tradurre come la “montagnola”, è un piccolo villaggio alpino nella provincia di Cordoba, in Argentina. Non ha strade asfaltate. E’ considerata la prima cittadina pedonale di tutto il Paese, dove troverete deiiziose casette in stile bavarese. 

Infine dobbiamo citare il villaggio di Supai, in Arizona, che si può raggiungere solo col mulo e Lamu (Kenya), in cui non ci sono strade, si cammina solo, ma per il continente africano non è una stranezza.